Dinanzi al Crocifisso, ognuno di noi dovrebbe battersi il petto e chiedere perdono, perché grande è il nostro peccato. Non abbiamo amato abbastanza. Ci siamo riempiti la bocca di parole, ma non abbiamo trasformato il Vangelo in nostra vita.
L’amore che Gesù ci ha insegnato non è fatto di parole. Egli si è lasciato inchiodare sulla croce, ha sopportato sul capo la corona di spine, ha patito il dolore dei flagelli, dei lunghi chiodi che hanno trafitto le sue mani e i suoi piedi da parte a parte.
Gesù si è fatto olocausto di amore. Ha offerto tutto se stesso al Padre. Ha versato ogni goccia del suo preziosissimo Sangue, senza opporre resistenza ai suoi carnefici.
Mentre noi diciamo parole, il Figlio di Dio trasforma il Vangelo in carne e sangue e offre a noi il frutto prelibato del nuovo albero della vita: la Croce.
Veramente dobbiamo chiedere perdono, perché non abbiamo amato abbastanza!
Ci siamo lamentati, abbiamo mormorato più di quanto ha fatto il popolo degli Ebrei alle acque di Massa e Meriba, ci siamo turati le orecchie per non ascoltare la voce del Signore, abbiamo giudicato e condannato giusti e peccatori, abbiamo detto con troppa facilità: “Non posso fare niente…il mondo non cambierà mai…”.
Ma l’amore che Gesù ci ha insegnato non è questo. L’amore che Gesù ci ha insegnato ha un nome particolare, che dovremmo scrivere nel nostro cuore e mai più cancellare. Questo nome nuovo è: espiazione vicaria.
Il Crocifisso non ha detto e non dice al Padre suo: “Non posso fare nulla”. Dice invece: “Pago io il prezzo del riscatto. Verso io il mio sangue. Offro io la mia sofferenza. Muoio io sulla croce”.
Mirabile prodigio che la mente umana non comprende!
L’Innocente paga per il peccatore. Il Creatore paga per la creatura ingrata. E il prezzo è altissimo, supera il valore di tutte le riserve auree di questa Terra che siano mai esistete e mai esisteranno.
Questo è l’amore che Gesù ci ha insegnato: pagare per l’altro, e l’altro è un peccatore, superbo, arrogante, presuntuoso e parolaio.
«Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori; e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti» (Is 53,3-5).
Dalle sue piaghe siamo stati guariti. E dalle nostre piaghe guarisce l’umanità.
Che il Crocifisso aiuti ciascuno di noi a ricominciare daccapo. Oggi stesso, in questo istante, qui ed ora. Il cammino che ci attende è un cammino lungo, impegnativo, che richiede sacrificio, pieno di insidie, ma anche appassionante, perché non siamo soli. Con noi ci sono il Padre celeste, lo Spirito Santo, Gesù, Maria Santissima che ci accompagna fin sul Calvario, gli Angeli e i Santi. C’è la Chiesa, perché le porte degli inferi mai prevarranno contro di essa.
Se avremo fede, se crederemo nella potenza salvifica del sacrificio di Cristo, sentiremo nelle nostre membra l’efficacia della grazia che vivifica, rigenera e dona forza. La nostra anima respirerà l’Eterno e il nostro cuore inizierà a battere all’unisono con il cuore di Gesù, Crocifisso e Risorto, unico Redentore dell’uomo, nostra Pace e nostra Speranza.
La Vergine Maria, nostra Madre e Maestra, interceda per noi, ci accompagni lungo la via e ci prenda per mano, oggi e sempre. Amen.
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