Gesù ha bisogno di noi, del nostro amore, della nostra fede, della nostra partecipazione attiva e sapiente nella storia della salvezza.
Lui ci ha creati “a sua immagine e somiglianza” per affidare alle nostre mani l’universo intero. La nostra dignità è grande e la nostra missione assai delicata.
Tutti pertanto ci dobbiamo sentire responsabili della salvezza di tutti, senza esclusione alcuna, nella certezza che tutti possiamo fare molto gli uni per gli altri. Il nostro “sì” allo Spirito Santo è fondamentale. Lui vuole attraverso di noi, in ogni tempo e in ogni luogo, compiere le sue meraviglie e mostrare ovunque la bellezza del Vangelo.
La nostra partecipazione alla Redenzione non è però una partecipazione asettica, formale, distratta. Deve essere una partecipazione attenta, dinamica, che coinvolge tutto il nostro essere, tutto ciò che siamo e che abbiamo.
Pensiamo per un istante alla Vergine Maria. Ella ha dialogato con intelligenza e amore con l’Arcangelo Gabriele e ha risposto al suo invito consegnando anima, corpo, cuore e mente al suo Signore.
Veramente Ella ha vissuto fino in fondo i due Comandamenti di cui Gesù parla nel Vangelo rispondendo al dottore della Legge:
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi» (cf. Mc 12,28-34).
Maria Santissima ha detto il suo “sì”, e lo ha fatto con consapevolezza, volontà e intelligenza. Ella ha consacrato se stessa alla missione ricevuta e tutto ha fatto senza risparmiarsi in nulla.
Anche noi possiamo imitarla, almeno un po’. Ciò che dobbiamo fare è convincerci che siamo preziosi nella storia della salvezza.
Tutti noi abbiamo una ricchezza personale che gli altri non hanno. La nostra anima è una ricchezza e lo sono anche il nostro cuore, la nostra sensibilità, i nostri carismi, persino il nostro corpo, che è strumento attraverso cui deve potersi manifestare la grazia di Dio e con cui dobbiamo contribuire a rendere perfetti i patimenti di Cristo per il bene della Chiesa e dell’umanità.
Ognuno di noi può e deve servire il Signore con tutto se stesso. Può e deve trovare le vie migliori di tutte attraverso cui oggi annunciare il Vangelo, in questo mondo in cui molti non conoscono Gesù e vivono lontani da lui.
In tal senso è anche da interpretare l’invito di Papa Francesco a trovare le forme più opportune per non sciupare questo tempo particolare di “quarantena forzata” a cui tutti siamo sottoposti, in famiglia e con internet.
Se fino ad oggi non ci siamo impegnati abbastanza, ricominciamo subito daccapo. Non perdiamo più tempo, perché il tempo passa e non torna più.
Ogni occasione sciupata è sciupata per sempre, e non è bello che questo ci accada.
Facciamo nostre le parole del profeta Osea! Torniamo al Signore e abbandoniamo tutto ciò che ci ha impedito fino ad oggi di amare come Cristo ci ha amati. Il Signore ci guarisca dalle nostre infedeltà, sia per noi tutti come la rugiada che fa sbocciare i gigli perché spandano ovunque il loro profumo, e ci doni radici forti che si piantino per sempre nel suo cuore.
La Vergine Maria, nostra Madre e Regina, ci custodisca nel suo amore e ci ottenga ogni grazia necessaria per perseverare nella fede sino alla fine.