Fa’ che amiamo ciò che comandi

Fa’ che amiamo ciò che comandi

L’obbedienza è la virtù per eccellenza del cristiano. Egli infatti è figlio di Dio in Cristo e pertanto non può fare della sua vita ciò che vuole. Piuttosto deve ascoltare il Padre celeste e fidarsi di lui, credere nella sua eterna sapienza e percorrere la via che lui gli indica, senza paura e timore alcuno.

Comprenda o non comprenda le ragioni del comando ricevuto, condivida o meno quanto è stato comandato, il cristiano si deve annientare perché sempre trionfi la volontà di Dio e non la sua.

Dall’obbedienza – che se guardiamo Gesù comprendiamo essere obbedienza crocifissa fino alla fine – nasce la salvezza di molte anime. Ognuno di noi può salvarne una miriade, ma a patto che si faccia povero in spirito, si svuoti di tutto per lasciarsi fare ricco dall’Onnipotente Signore del Cielo e della terra.

Diciamolo con tutta franchezza: le anime si salvano dall’alto dalla croce. Le parole – fossero anche di profonda e altissima teologia – non servono, sono inefficaci e non convertono nessuno se manca la consegna totale e sofferta di sé al Padre dei cieli alla maniera di Cristo.

Gesù non ci ha aperto le porte del Paradiso perché ha fatto la sua volontà, ma perché al termine della sua vita ha potuto dire: «Tutto è compiuto!» (cf. Gv 19,28-30), “ogni promessa, ogni profezia, ogni parola, ogni desiderio che il Padre mio mi ha manifestato io l’ho realizzato alla perfezione”.

Amore, obbedienza, sacrificio di sé e salvezza sono tra loro intimamente connesse e devono divenire essenza della vita di ogni cristiano.

Purtroppo però l’obbedienza non è affatto facile. Essa richiede il totale annientamento di se stessi, che va preparato ogni giorno con tanta, tanta pazienza.

L’obbedienza non è facile perché la nostra natura è infettata dal virus del peccato e condizionata da numerosi fattori. La nostra mente è appesantita da molti pensieri che sono per noi come una violenta tempesta. Il nostro cuore è vulnerabile e sempre pronto a cadere dall’amore. Il nostro corpo fa sentire tutta la forza della sua fragilità. La nostra anima manca di quella grazia necessaria che vince ogni tentazione.

E così, spesso si fa l’esperienza di San Paolo che definiva se stesso uno sventurato, se Cristo non veniva in suo aiuto: «Io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. Infatti nel mio intimo acconsento alla legge di Dio, ma nelle mie membra vedo un’altra legge, che combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra. Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte? Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!» (Cf. Rm 7,18-25)

Cosa fare dunque? Bisogna pregare molto, senza stancarsi e attingere istante per istante dal cuore di Cristo ogni grazia necessaria per obbedire al Vangelo e allo Spirito Santo.

In particolare una grazia è bene chiedere sempre: quella di amare la volontà di Dio. La Colletta di questa settimana è in tal senso di straordinaria bellezza:

Dio onnipotente ed eterno, accresci in noi la fede, la speranza e la carità, e perché possiamo ottenere ciò che prometti, fa’ che amiamo ciò che comandi. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

L’obbedienza è difficile, anzi difficilissima. Tuttavia diventa possibile se il nostro cuore si lascia trasformare dallo Spirito Santo in un cuore in tutto conforme al cuore di Gesù. È questo un processo lungo, delicato, impegnativo, a volte anche doloroso, ma è qui che risiede il segreto del nostro successo, la chiave della nostra felicità.

Bisogna che tutti noi passiamo dall’obbedienza per timore all’obbedienza per amore. Se ameremo ciò che il Signore ci chiede, se la sua Parola e la sua sapienza saranno il desiderio dei nostri desideri, allora potremo sempre dire il nostro “sì”, generoso e incondizionato, entusiasta e puntuale, sofferto ma colmo di quella carità che rende bella la vita perché riempie l’anima e il cuore di eternità.

Certo, è un cammino il nostro. In un giorno questo non può accadere. Bisogna che lo scalpello dello Spirito Santo lavori per lungo tempo al fine di togliere le numerose nostre impurità e imperfezioni, ma ce la possiamo fare. Anche in questo caso dipende dalla nostra fede e dalla nostra profonda convinzione.

Il Padre celeste ci aiuterà e non ci farà mancare la grazia necessaria, perché lui ci ama di eterno amore e vuole che anche noi lo amiamo senza riserve. Iniziamo, e intensifichiamo la nostra preghiera; presto vedremo in noi progressi inaspettati.

La Vergine Maria, nostra Madre e Regina, ci aiuti dal Cielo e come alle nozze di Cana abbrevi i tempi della nostra santificazione.

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