Lo Spirito Santo è il grande dono che Gesù ha fatto alla sua Chiesa al termine della sua missione terrena.
«In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Se mi amate, osserverete i miei Comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi» (Gv 14,15-17).
Sappiamo che non si tratta di un oggetto, bensì della terza Persona della Santissima Trinità. Egli è infatti “Signore e dà la vita, procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti”. Ognuno di noi lo può e lo deve invocare con fiducia, presentando a lui ansie e speranze e chiedendogli sempre che guidi intelligenza, volontà, coscienza, cuore, anima e corpo.
La relazione con lo Spirito Santo è personalissima. Ognuno deve entrare in dialogo con lui e lasciare che la sua mozione misteriosa sia perfetta e costante.
Il cristiano deve consegnarsi totalmente allo Spirito Santo, non una volta ogni tanto, ma sempre, in ogni istante. La consegna è cioè attuale perché tutta la vita, nelle piccole e grandi decisioni di ogni giorno, sia governata dalla Sua sapienza eterna.
I suoi sette doni sono quanto mai necessari per tutti, piccoli e grandi. Su di essi bisognerebbe meditare non solo in concomitanza con la Cresima – e purtroppo spesso in maniera molto superficiale – ma in diverse occasioni dell’anno. Se i sette doni mancano, si vive nelle tenebre e nella schiavitù della carne. Il mondo ha il sopravvento, confonde mente e cuore ed è impossibile essere strumenti di salvezza in Cristo anche per la persona più cara con cui si condivide lo stesso tetto.
Parlare dello Spirito Santo in un semplice articolo è una pretesa da stolti. Pertanto, in questa sede, mi limito a mettere in evidenza una verità semplice che emerge dal Vangelo che ascolteremo Domenica prossima, VI di Pasqua (A).
La verità è questa: lo Spirito Santo non può essere separato dal fine per cui è donato. Tale fine è la santificazione del cristiano, la sua crescita in sapienza e grazia fino alla perfetta conformazione a Cristo crocifisso e risorto. Questo processo inizia con il Battesimo, si configura e consolida con gli altri Sacramenti – in particolare con l’Eucaristia – e si realizza nella misura in cui ciascuno si sforza ogni istante di “passare attraverso la porta stretta del Vangelo” (cf. Mt 7,13-14).
Lo Spirito Santo non è dato per rimanere nel peccato e affogare in esso. Non è un avvocato del diavolo come alcuni vorrebbero che fosse. È un Avvocato – o Paraclito che dir si voglia – che deve aprire i nostri occhi e ci deve far conoscere sempre meglio la Legge del Signore. Lui la conosce bene, molto bene. In questo è Maestro ineguagliabile e da lui ci dobbiamo lasciare istruire, illuminare, condurre, consigliare, convincere.
Lo Spirito Santo non ci è dato per trovare leggi umane che aggirino l’ostacolo della conversione perché tale conversione non ci piace. Ci è dato per rimanere sempre nella Legge di Colui che è Legislatore supremo per tutti e per sempre. E se abbiamo peccato, trasgredendo la Legge dell’Altissimo, con il suo aiuto dobbiamo pagare per l’errore commesso e scontare la giusta pena. E una volta usciti dal carcere dell’ignoranza e della stoltezza dobbiamo iniziare daccapo una nuova vita, la vita dei figli di Dio redenti nel Sangue di Cristo. In altre parole non si può avere dello Spirito Santo una visione terrena e mondana. Non lo si può vedere cioè in quell’ottica molto diffusa che svilisce la professione dell’avvocato e la rende pericolosamente asservita al male.
Oggi è questo il dramma della teologia di molti. Si separa lo Spirito Santo dal fine per cui ci è stato dato da Gesù. Si vuole usare lo Spirito Santo per giustificare il peccato con leggi scritte ad hoc e non per obbedire ai Comandamenti.
Questa operazione ideologica è meschina. Offende lo Spirito Santo e la sana teologia. Rinnega la fede della Chiesa e mina alle fondamenta la retta interpretazione del Vangelo. Con questi pensieri non si può certo pensare ad una santificazione del cristiano. Costui sarà peggiore dei pagani, perché si sentirà giustificato nelle sue azioni inique.
Ognuno di noi si dia da fare. Non possiamo cedere dinanzi a certi modi di pensare che non hanno nulla di evangelico. Dobbiamo essere forti e rimanere saldi nella volontà di Dio. Cambiare legge è solo fonte di sofferenza e di morte. E se abbiamo occhi per vedere, ce ne accorgiamo. È inutile prendersela con Dio se accadono certe cose. Lui ha parlato chiaro e ce l’ha detto: “Se osservate la mia Legge, io vi benedico. Se osservate la vostra, io vi tolgo la mia benedizione. A voi la scelta”. Si legga a tal proposito Dt 28 che è e rimane vera Parola di Dio.
Lo Spirito Santo, nostro Avvocato e Sposo della Vergine Maria nostra Regina, ci assista nel processo perenne dinanzi ai legislatori di questo mondo di tenebra perché mai ci lasciamo confondere dalle loro falsità.
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