I dieci lebbrosi, che il Vangelo di questa Domenica ci presenta dinanzi, possono essere considerati, in un certo senso, immagine dell’umanità bisognosa della misericordia di Dio.
Essi erano coperti di piaghe, avvolti dal dolore, relegati ai margini della società, afflitti a causa della loro malattia incurabile, ma avevano sentito parlare di Gesù e appena lo incontrarono gli corsero incontro, implorando pietà:
«Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: “Gesù, maestro, abbi pietà di noi!”. Appena li vide, Gesù disse loro: “Andate a presentarvi ai sacerdoti”. E mentre essi andavano, furono purificati» (Lc 17,12-14).
Questi uomini avevano nel cuore una grande speranza: il Maestro – così loro stessi lo chiamano – li avrebbe aiutati, li avrebbe liberati dalla lebbra. Avevano sentito dire che veramente grande era la sua compassione e che nessuno, che era andato a lui con fede, era rimasto deluso. Gesù comandò loro di andare dai Sacerdoti. Loro obbedirono. Furono guariti.
Una prima osservazione va fatta. I dieci lebbrosi credono in Cristo. Vanno incontro a lui. Non cambiano strada e non cercano altri “guaritori”. Ecco la fede che dobbiamo noi creare nei cuori, oggi più che mai: Gesù è Colui che ama l’uomo, è il suo Creatore e Redentore, è il Maestro che ha parole di vita eterna. Lui bisogna cercare. Lui bisogna conoscere. Lui bisogna incontrare, amare, scegliere di seguire. Da Lui bisogna lasciarsi guarire.
A tal fine l’opera della Chiesa è quanto mai importante. L’umanità, sofferente e bisognosa della misericordia di Dio, deve decidere di andare incontro al suo Salvatore. Deve abbandonare i falsi messia e convincersi che la vita di comunione con Gesù è necessaria. Ma tutto questo non può fare se non c’è chi parla di Cristo secondo verità e sa mostrare nella sua carne la potenza della grazia che vivifica e santifica.
La Chiesa – in ciascuno dei suoi membri – è chiamata a condurre a Cristo. Con il suo esempio e facendo risuonare nel mondo la Parola della vita, essa dovrà far sì che in ogni cuore nasca il desiderio di incontrare Gesù.
Non siamo noi i salvatori dell’uomo, ma siamo coloro che devono condurre al Salvatore. Le vie sono personali, come lo sono i carismi e i ministeri, ma la missione è la stessa.
Altra osservazione importante è questa. L’umanità che ha bisogno di Cristo non è solo quella sofferente per malattia. È invece tutta l’umanità, senza alcuna differenza di età, razza e cultura. Con Cristo bisogna vivere in unità e comunione sempre. Nella gioia e nel dolore. Nella salute e nella malattia. Quando il cielo è azzurro e quando le nuvole della tempesta si avvicinano.
Lui è il nostro Tutto. È il Respiro della nostra anima e senza di lui nulla possiamo.
Oggi l’uomo è senza pace, perché è senza Cristo; è senza luce, perché non conosce la sua Parola; è senza forza, perché gli manca la sua grazia.
Bisogna che non dimentichiamo neanche per un istante che la lebbra del peccato ci ha infettati tutti e non sarà debellata finché non verranno cieli e terra nuovi. Ogni uomo, dal più piccolo al più grande, deve andare a Cristo, implorare da lui pietà, lasciarsi guarire dal suo amore e scegliere di diventare suo corpo mistico. Cristo non è per alcuni. Cristo è per tutti, perché tutti siamo discendenti da Adamo ed Eva e pertanto viviamo in una condizione umana che va redenta.
Ora, senza Cristo, quale redenzione è possibile? Nessuna. Peccatori siamo, e peccatori rimaniamo. Solo lui può togliere il peccato dal nostro cuore, dalla nostra mente, dal nostro corpo e dal nostro essere. Solo Cristo può guarire la nostra miserevole condizione.
E allora, come i dieci lebbrosi, anche noi andiamo a Lui! Gridiamo con tutta la nostra fede: “Gesù, Maestro, abbi pietà di me! Vieni in mio aiuto! Guariscimi e dammi la forza di seguirti ogni giorno sulla via della croce che conduce a salvezza!”.
Tutti possiamo cercare Cristo, incontrarlo, seguirlo. Tutti possiamo rendere grazie a lui con una vita santa. Tutti possiamo fare molto perché la fede in lui nasca nei cuori di tanti che oggi sono smarriti e lontani dalla casa del Padre. Tutti possiamo essere membra vive della Chiesa, che deve sempre essere per noi Madre e Maestra.
Alla Vergine Maria, che ci ama e vuole la salvezza di ogni suo figlio, affidiamo i nostri buoni propositi, confidando in Lei e nella sua potente intercessione.
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