«Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo» (Lc 4,4). In queste parole della Sacra Scrittura che Gesù ha rivolto a Satana nel deserto delle tentazioni, è contenuta tra le righe una verità assai importante, oggi da molti smarrita, e cioè che l’uomo non è solo corpo.
Egli è la più bella tra tutte le creature ed ha in sé il soffio di eternità che è la sua anima, creata dal nulla da Dio al momento del concepimento. È materia e spirito, perché così l’ha pensato il suo Creatore. È polvere del suolo, ma al tempo stesso alito dell’Onnipotente che gli ha donato una natura particolarissima affinché possa vivere intimamente unito a Lui in comunione di vita (cf. Gn 2,1ss).
La tentazione che oggi ha conquistato molti – e tra questi un gran numero di pensatori – è ridurre l’uomo ad un insieme di cellule amorfe, svuotato della sua grandezza, deturpato nella sua bellezza, umiliato nel suo essere «ad immagine e somiglianza di Dio» (cf. Gn 1,26-27). È non comprendere che l’esistenza umana trova il suo senso e significato nel legame con Dio, che è legame di natura, ma che deve essere quotidianamente alimentato e vivificato con la grazia e l’obbedienza alla volontà di nostro Signore.
Il peccato lo indebolisce e può anche reciderlo, ed è allora che si sprofonda nell’inquietudine, nella tristezza del cuore, nell’angoscia del non senso. Separati da Dio – o per meglio dire da Cristo Gesù – si manca della linfa vitale che rinnova e santifica, e così sia l’anima che il corpo si ammalano gravemente. E se non si interviene, la morte avanza in tutte le sue declinazioni, spiritualmente prima che fisicamente.
Il pane materiale non è tutto per l’uomo. È alimento necessario, ma non può bastare. L’anima non si alimenta di materia o di denaro, di porpora e di bisso, né di cibi succulenti, di fama o piaceri mondani. Essa ha bisogno di verità e di grazia, di quell’acqua purissima che sgorga dal costato di Cristo crocifisso e che solo la Chiesa Cattolica possiede, non come sua proprietà, bensì come tesoro immenso da custodire e donare a quanti credono nella sua Fonte perenne.
Nella società odierna sono molti coloro che non hanno occhi per vedere l’uomo nella sua verità di natura. Sono accecati dai falsi idoli e dalle false ideologie. Hanno un’intelligenza annebbiata e sono come storditi dalle parole di coloro che vogliono distruggere Cristo e il suo Vangelo. E così il peccato, in questa cultura atea, trova il suo habitat ideale che lo fa prosperare e crescere a dismisura.
La Quaresima apra i nostri occhi! Gli occhi di noi cristiani, prima che quelli degli altri. Apra i nostri cuori affinché imitiamo Gesù che non cede alle lusinghe del demonio né cade nelle sue trappole infernali!
Quali grandi cambiamenti in bene si avrebbero nella Chiesa e nella società se si credesse almeno in quella risposta del divin Maestro al tentatore: «Non di solo pane, vivrà l’uomo»! Si inizierebbe a guardarsi con stima vicendevole, con lo sguardo di fede del Salmista che vede se stesso – e anche gli altri – come «una meraviglia stupenda che l’anima riconosce pienamente» (Sal 139,14), anziché considerarsi “rifiuti umani da disprezzare, calunniare, percuotere e sopraffare con ogni sorta di malvagità” (cf. Sal 22). Le guerre e la corsa agli armamenti cesserebbero, come anche le piccole e grandi rivalità che si consumano tra parenti e amici e sono tanto vergognose.
Soprattutto si vivrebbe per il Cielo e non per la terra, consapevoli che in un istante si conclude il nostro pellegrinaggio terreno e ci presentiamo dinanzi al Giudice dei vivi e dei morti, per essere pesati sulle bilance della giustizia e della carità. E guai a noi, se siamo trovati mancanti, come è accaduto a Baldassar, re superbo, sacrilego e idolatra (cf. Dn 5)! Saremo precipitati nel buio eterno, senza possibilità alcuna di vedere più la luce.
Che il Signore conceda la grazia della conversione del cuore a ciascuno di noi e al mondo intero affinché apriamo gli occhi e iniziamo a curare la nostra anima, ad acquisire la vera sapienza, a nutrirci di Eucaristia con spirito rinnovato, consapevoli che nulla possiamo senza questo Cibo di vita eterna e questa Bevanda di salvezza che è Gesù stesso, vivo e vero, nostro Signore e Redentore.
Ci aiuti la Vergine Maria e interceda per tutti affinché percepiamo e amiamo il mistero che ci avvolge e che si radica nella dimensione trascendente del nostro essere e del nostro esistere.
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