L’Eucaristia

L’Eucaristia

L’Eucaristia è sorgente inesauribile di vita eterna. È da essa che sgorga l’Acqua della vita, che disseta e infonde pace, speranza e serenità.

L’Eucaristia non è un pezzo di pane qualsiasi. L’apparenza che vediamo nasconde in sé il nostro Creatore e Redentore, il Signore della storia, il Giudice dei vivi e dei morti, l’unico Salvatore dell’uomo.

L’Eucaristia è Gesù stesso, vivo e vero, che si dona a noi affinché diventiamo con lui e in lui un unico mistero di amore crocifisso.

Tutti, ma veramente tutti, dovremmo apprezzare, adorare, mangiare, gustare con fede sempre più viva e perfetta, questo grande Sacramento che la Chiesa ci dona. Troppo spesso, infatti, e con troppa facilità si cerca altrove la pace. Sono troppe le sorgenti inquinate che si frequentano, pensando di trovare in esse quella forza interiore – che non è naturale, ma divina – di cui l’uomo ha bisogno per attraversare il deserto infuocato della storia e giungere alla Terra promessa.

Solo nell’Eucaristia possiamo noi attingere la fortezza, e tutte le grazie necessarie, per combattere ogni giorno la buona battaglia e conservare la fede. Cercare altrove è stoltezza, è cadere nell’inganno del serpente che ha un solo scopo: separare noi da Dio, dal Suo Figlio unigenito, dallo Spirito Santo, dalla Sua volontà, dalla Sua grazia, dalla Sua Chiesa, dai suoi Pastori, gli uni dagli altri. Tale separazione, se si realizza, è la vittoria di Satana. A ciascuno il compito di custodire se stesso e gli altri, con ogni cura e attenzione.

È nell’Eucaristia che possiamo attingere l’Amore divino che deve animare le nostre giornate e deve essere il motore potente della nostra esistenza.

Questo amore è necessario oggi più che mai. Esso non è un amore puramente umano. È amore soprannaturale che dona senso alla nostra vita e che deve intessere le nostre relazioni interpersonali, elevarle, potremmo dire “cristificarle”.

Relazioni che sono quelle tra conoscenti, parenti, amici, coniugi, Sacerdoti e laici, laici e Sacerdoti, Pastori e gregge, gregge e Pastori, sani e malati, governanti e cittadini, Nazioni di tutto il mondo, Regioni, Provincie, Comuni, culture, branche del sapere umano, uomini e donne che vivono sotto il cielo in ogni dove e in ogni tempo.

La Samaritana cercava l’amore vero, ma nessuno gli aveva indicato mai la Fonte unica di tale amore, che è Cristo e la sua Chiesa. E così consumava se stessa in un’esistenza opaca, misera, piena di contraddizioni e di inquietudine, di infedeltà e di affetti disordinati. La concupiscenza della carne e degli occhi la facevano schiava, e attorno a lei era tutto un deserto senza vita, perché le mancava l’amore vero che dona vita.

«Allora la donna samaritana gli dice: “Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?”. I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. […] “Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua”» (cf. Gv 4,5-42).

Senza Eucaristia, senza Cristo Gesù, senza Vangelo, senza Chiesa, ogni uomo e ogni donna è come lei, e sempre lo sarà.

Il dono dell’Acqua viva non è per alcuni. È per ogni uomo che è nato e nascerà, e noi cristiani dobbiamo imitare Gesù e cercare chiunque possiamo trovare perché ne possa divenire partecipe.

Credere nell’Eucaristia, abbeverarsi a questo Pozzo di grazia che ci è stato donato, è per noi tutti quanto mai necessario, se vogliamo essere felici e vogliamo realizzare la nostra umanità.

Certo, l’Eucaristia non si mangia con il peccato nel cuore. E questo va detto e ricordato sempre. Bisogna che ognuno di noi veda le proprie imperfezioni, le proprie mancanze, le piccole e grandi disobbedienze a quanto il Signore ci chiede di fare. Senza paura e senza vergogna. La conversione del cuore, il pentimento sincero, il cambiamento di vita, il ricevere l’assoluzione sacramentale non possono mancare in chi vuole accostarsi al Banchetto eucaristico. Altrimenti si mangia e si beve la propria condanna.

Ma bisogna che tutti facciamo di tutto per non separarci dall’Eucaristia. Ne va della nostra salvezza eterna, e prima ancora della nostra felicità in questo tempo che passa veloce.

Il digiuno eucaristico che ci è stato chiesto a causa del “corona virus COVID – 19” si concluda al più presto e serva a tutti per apprezzare infinitamente di più il Pane vivo disceso dal Cielo, a noi donato per diventare in tutto conformi a Cristo, unico Modello di umanità redenta.

Ci aiuti la Vergine Maria, Madre della Redenzione, e ci consoli nei momenti più delicati della nostra storia.

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