La sazietà spirituale è una malattia assai diffusa tra i cristiani, che fa tante vittime in ogni tempo, rende difficile la vita della Chiesa e rallenta grandemente la sua missione nel mondo.
Essa, infatti, fa sì che il cristiano viva nella mediocrità e si accontenti di galleggiare nel mare della storia, senza alcun entusiasmo né per la sua crescita in sapienza e grazia né per quella altrui.
Il sazio si sente appagato sol perché conosce “per sentito dire” il Vangelo, magari perché ha frequentato tanti anni fa il Catechismo e gli sono state annunciate a quel tempo le verità fondamentali della fede, che però ora sono relegate nel dimenticatoio del cuore. Si sente appagato, perché si considera simile al fariseo che sale al Tempio, vede il pubblicano e lo giudica peccatore e reo di morte, mentre lui si sente perfetto, non manca di nulla, poiché osserva qualche piccolo precetto inventato dagli uomini (cf. Lc 18,9-14).
È chiaro che un cristiano del genere, che nulla fa per ravvivare ogni giorno la sua fede e piantarla sempre più nel cuore di Cristo, è un cristiano che vive un’esistenza opaca, assai opaca, incapace di compiere scelte coraggiose nella testimonianza del Vangelo e prima ancora incapace di provvedere a fare ciò che è necessario per il suo più grande bene spirituale.
È bene comprendere che la sazietà spirituale rende insipida la vita, perché la svuota di quel sano entusiasmo che sempre dovrebbe animare il cristiano nel seguire Gesù, modello di umanità redenta da realizzare con determinazione e fermezza d’animo. Infatti, sentirsi arrivati, non leggere mai una pagina della Sacra Scrittura, non partecipare ad una Catechesi né ad una Santa Messa, pensare che non si potrà mai acquisire una virtù o estirpare un vizio, equivale a condannarsi ad una noiosa stasi spirituale e ad una sorta di ozio ingiustificato che apre le porte della perdizione.
Il cristiano non può sentirsi sazio! Lui deve credere con tutte le forze che il Signore vuole con lui realizzare un meraviglioso progetto di amore, che è sempre oltre. Deve credere che la sua fragilità può essere vinta, il suo “io” può essere portato nella perfetta obbedienza allo Spirito Santo, il male che sempre bussa alle porte del cuore può essere sconfitto.
Il cristiano deve credere che vale la pena ed è bello mettersi ogni giorno in cammino e passo dopo passo scalare la montagna della vita fino ad arrivare in cima. Costi quel che costi.
Solo vincendo la sazietà spirituale si può fare bene a se stessi e agli altri! Si può essere appassionati discepoli di Gesù, che prendono il largo e gettano la rete sulla Sua Parola, anelando alle vette più alte della santità che è possibile per tutti.
La sazietà spirituale è deleteria per se stessi e anche per gli altri. Infatti il sazio è incapace di missionarietà e prima ancora di testimonianza. Non alimentando la sua fede non si preoccupa neanche di generarla nei cuori e così lascia il mondo nel caos dell’ignoranza, nelle tenebre del peccato, in quel relativismo pericoloso che giustifica ogni pensiero in nome di uno sfrenato e folle soggettivismo.
Tocca a ciascuno di noi, dunque, prendere seri provvedimenti e cercare il Signore con tutte le forze. Cercarlo nella sua Parola che va sempre meditata, nell’Eucaristia che va mangiata con fede tutte le volte che si presenta l’occasione, nella Confessione che è il Sacramento del perdono e della pace, nei fratelli e nelle sorelle che ci sono stati messi accanto e che dobbiamo amare con semplicità, vedendoli sempre come compagni di viaggio e mai come nemici.
Tocca a ciascuno di noi pregare molto, anzi moltissimo, chiedendo allo Spirito Santo che accenda in noi il desiderio di conoscere Gesù e di realizzare la sua vita nella nostra vita, quel desiderio che come fuoco ardeva nel petto dei discepoli di Emmaus e che purtroppo si è spento oggi nel petto di molti cristiani.
Solo così, con questo fuoco che arde e mai si spegne, potremo non sentirci mai arrivati e potremo guardare avanti con la fiducia di chi sa che il cammino è lungo ma possibile, impegnativo ma entusiasmante, irto di ostacoli e di prove ma sempre percorribile con il sostegno della grazia di Dio.
Se siamo sazi, ci fermiamo. Se abbiamo nel cuore la fame e la sete della giustizia, camminiamo spediti verso la meta celeste e di certo riusciremo a raggiungerla.
Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, e ci protegga dalla sazietà spirituale, perché come Lei, anche noi, realizziamo in pienezza il meraviglioso progetto di amore che Dio ha su di noi.
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La parola di questa settimana è: sazietà spirituale