Il Regno di Dio si costruisce insieme. Nessuno di noi basta a se stesso né ha tutti i doni necessari perché i cuori vengano alla fede. Gesù ci chiede di vivere una perfetta comunione ecclesiale, che favorisce il sostegno reciproco e la valorizzazione di tutte le potenzialità non solo nostre, ma anche altrui.
Insieme siamo un esercito invincibile. Divisi siamo un’armata di Brancaleone, senza alcuna possibilità di vittoria sul nemico che ci assale e che non ha alcuna pietà di noi.
Le tentazioni che tendono a creare divisione e attriti tra i figli della Chiesa sono infinite. Sono sempre nuove, aggiornate, di ultimo grido. Esse hanno però un unico fine: impedire che l’uno diventi la forza dell’altro. La storia di tutti i giorni insegna che è così. Basta un pensiero inopportuno, un giudizio vago, una parola fuori luogo detta per scherzo, una pettegolezzo più o meno condiviso e l’altro diventa un mostro. Il sospetto si inocula nei cuori e la comunione diventa assai difficile, se non addirittura si spezza. Anche l’antipatia – sentimento umano che non è facile da gestire – può diventare distruttiva e radere al suolo un’intera Parrocchia o Diocesi.
Per tale motivo bisogna che ognuno di noi vigili con ogni attenzione a non lasciarsi inquinare cuore e mente, tenendo sempre lo sguardo fisso sull’unico fine che dobbiamo tutti raggiungere: l’edificazione del Regno di Dio in mezzo agli uomini. Tutti e ciascuno dobbiamo vivere la nostra missione in sintonia gli uni con gli altri, mettendo da parte ciò che può metterci in contrasto. E ciò dobbiamo fare con forza e determinazione, senza lasciare spazio a malintesi o supposizioni che sono assai pericolosi se non vengono illuminati con la potente luce dello Spirito Santo.
Il confronto degli Apostoli con Gesù aveva sempre questo meraviglioso effetto: chiariva ogni cosa e riportava i cuori nella verità:
«Giovanni gli disse: “Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva”. Ma Gesù disse: “Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi”» (Mc 9,38-40).
Probabilmente gli Apostoli rimasero un po’ male dinanzi alla risposta del loro Maestro. Loro avevano agito con retta intenzione, volevano fare un bene. Tuttavia avevano sbagliato. Stavano impedendo ad alcuni di scacciare i demoni nel nome di Gesù invece di aiutarli nella loro opera. Ma Gesù non li lasciati affondare nel loro errore. Li ha corretti con sapienza e amore e ha insegnato loro la forza e la necessità della comunione.
Il Vangelo di questa Domenica conferma che Satana è veramente astuto. Egli sa fare leva persino sulla nostra buona volontà al fine di portarci dove lui vuole. Ecco perché dobbiamo sempre verificare ogni nostro operato con lo Spirito Santo e i pastori della Chiesa, senza paura di dover correggere i nostri pensieri e i nostri atteggiamenti.
La direzione spirituale è in tal senso quanto mai utile. Camminare da soli e non confrontarsi con il Sacerdote, che noi scegliamo come guida della nostra coscienza, è cadere in trappola. La comunione infatti che Gesù chiede a noi è prima di tutto con coloro che sono stati costituiti dall’Alto pastori del gregge. Le rette intenzioni non sempre bastano. La nostra mente si confonde con estrema facilità e pertanto dobbiamo prendere la buona abitudine di dialogare con il padre spirituale, nella ricerca sincera e costante della volontà di Dio. Il Signore benedirà sempre la nostra umiltà e ci renderà capaci di custodire e alimentare la comunione ecclesiale che è la nostra forza.
Non impediamo dunque a nessuno di operare secondo la volontà di Dio! Mettiamoci anzi al servizio gli uni degli altri e camminiamo mettendo da parte tutto ciò che può farci vedere i fratelli degli estranei o addirittura dei nemici. La comunione è possibile e dobbiamo tutti impegnarci a renderla sempre più stabile e vera.
Che la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, ci aiuti in questo compito così importante e ci renda un cuor solo e un’anima sola per riuscire ad essere, insieme, luce del mondo e sale della terra.
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