La potenza della preghiera fatta con fede

La potenza della preghiera fatta con fede

Uno dei passi più belli della Sacra Scrittura è, a mio parere, il passo che ascolteremo come seconda lettura nella Liturgia di questa terza Domenica di Avvento (C).

È tratto dalla Lettera di San Paolo Apostolo ai Filippesi e così recita: «Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni circostanza fate presenti a Dio le vostre richieste con preghiere, suppliche e ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e le vostre menti in Cristo Gesù» (Fil 4,4-7).

Al centro di questa esortazione paolina vi è una certezza di fede, che tutti dobbiamo porre come fondamento stabile del nostro edificio spirituale: “Il Signore è vicino”, cioè “non siamo soli, non siamo in balia di burrasche e tempeste che pure fanno parte della nostra vita, non siamo in balia della malvagità degli uomini, non siamo in balia della storia con la sua imprevedibilità, non siamo in balia della nostra stoltezza che molte volte ci divora”.

Il Signore è vicino, vive con noi, cammina con noi, respira con noi, opera nelle vie tortuose della storia degli uomini e con la sua sapienza sa trovare sempre la via migliore di tutte per salvare quanti confidano in lui.

Per tale motivo non bisogna mai abbattersi, mai venire meno, mai sprofondare nel baratro della disperazione. Al contrario bisogna sempre custodire nel cuore la serenità che nasce dalla certezza che Dio sa far fiorire il deserto e sa aprire le acque del Mar Rosso mentre i nemici ci muovono guerra con i loro eserciti.

Bisogna alzare gli occhi al Cielo e aprirsi a quel futuro nuovo che Dio vuole realizzare con noi e attraverso di noi, anche in una storia che sembra essere impossibile da vivere e da redimere.

“Siate sempre lieti nel Signore…non angustiatevi per nulla” e rifugiatevi sempre nel cuore di Gesù, per trovare in lui pace e tanta speranza.

In fondo è questo il mistero del Natale: il Figlio dell’Altissimo, si fa Bambino per dirci che non siamo soli e abbandonati a noi stessi, per colmare l’abisso che c’era tra la creatura e il Creatore, tra noi e l’Onnipotente Dio del Cielo e della terra. Si fa Bambino per porgerci la mano, per farci sentire la sua voce, per farci sperimentare il suo amore che salva. Si fa Bambino per donarci la forza necessaria per vincere il peccato e schiacciare la testa del serpente antico che sempre vuole iniettare nella nostra anima il suo veleno di morte.

Dobbiamo essere certi: il Signore è vicino, vive in noi e accanto a noi. Anche se non lo vediamo con gli occhi della carne, possiamo sperimentare la sua presenza rassicurante che infonde pace e crea la speranza, sempre e comunque.

Una cosa però non dobbiamo dimenticare di fare: pregare. La preghiera è essenza della nostra fede, è via mirabile e obbligata per ottenere la grazia che ci sana e ci fortifica, è dimensione esistenziale da coltivare giorno per giorno perché la nostra comunione con Dio, in Cristo e nella potenza dello Spirito Santo, diventi sempre più perfetta.

In ogni circostanza, in ogni necessità, nella gioia e nel dolore, dobbiamo pregare tanto e senza stancarci, con la fiducia filiale di chi sa che ha un Padre nel Cielo che lo ama di eterno amore e non si dimentica di lui. “Preghiere, suppliche e ringraziamenti” devono accompagnare i nostri passi nel cammino della vita. Devono essere da noi modulate per redimere e santificare ogni istante della nostra storia con quella potenza di grazia e con la sapienza dello Spirito Santo che discendono dal Cielo in maniera sovrabbondante su quanti credono in Cristo e vogliono fare la sua volontà.

La preghiera che nasce da un cuore umile e disposto a fare qualsiasi cosa Gesù chiede è via di grande pace. Essa placa le tempeste impetuose di pensieri e turbamenti che potrebbero avvolgere mente e cuore, perché il Signore sgrida i venti e calma i mari, placa le forze della natura e scaccia tutti i diavoli dell’Inferno (cf. Mc 4,35-41).

Il cristiano che crede nella preghiera conosce bene la via per custodire la serenità. In virtù della sua fede e dell’amore che arde nel suo petto è affabile con gli amici e con i nemici, con quanti lo fanno gioire e con quanti lo fanno soffrire, con coloro che lo aiutano ad edificare il Regno di Dio e con quanti invece vorrebbero distruggerlo.

Il cristiano che crede nella preghiera affida tutto al Signore e a tutti mostra i frutti della grazia santificante che opera in lui.

L’Avvento sia un tempo prezioso per pregare meglio e di più, per rafforzarsi nella preghiera e imparare a smuovere con essa le fondamenta del Cielo e della terra affinché il Signore presto venga a salvarci nella sua misericordia sapiente e onnipotente.

Da soli nulla possiamo, ma con lui che è vicino a noi possiamo edificare il suo Regno ogni giorno, superando prove e difficoltà di ogni genere.

La Vergine Maria, Donna orante che per la sua fede ha schiacciato la testa del serpente antico, ci prenda per mano e interceda per noi affinché il suo Figlio Gesù ascolti il gemito del nostro cuore e presto ci conceda le grazie sperate.

Clicca sul link seguente per la Liturgia della III Domenica di Avvento (C)

 

La parola di questa settimana è: preghiera