Se leggiamo il Vangelo con attenzione, ci accorgiamo che Gesù aveva una particolare sapienza nel trasformare ogni dialogo in un dialogo di salvezza.
Con le sue parole, pronunciate nella potenza dello Spirito Santo, toccava i cuori dei suoi interlocutori e illuminava le loro coscienze affinché potessero, se lo volevano, aprirsi all’azione della grazia.
Discepoli e Apostoli, gente ricca e gente povera, farisei, scribi, sadducei e Sommi Sacerdoti, potenti della terra e gente dimenticata da tutti, incontrando lui incontravano l’amore di Dio che “non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva” (cf. Ez 18,23).
A volte le sue parole erano invito alla conversione, altre volte correzione forte e autorevole, altre volte balsamo di consolazione, altre volte ancora erano parole capaci di aprire le porte della misericordia del Padre suo ai peccatori più avviliti perché potessero rialzarsi e ricominciare a vivere.
Le parole di Gesù erano veramente Parola di Dio che crea speranza, dona vita, chiama all’esistenza il nulla della nostra pochezza. Erano parole che infondevano coraggio e forza. Erano parole che non lasciavano chi le ascoltava in un mondo fatto di terra e avvolto da fosca caligine, ma riuscivano a fare luce nelle tenebre più oscure perché l’uomo potesse imparare ad alzare gli occhi al Cielo per immergersi nel cuore del Padre celeste e percorrere la via che conduce a salvezza.
Chi dialogava con Gesù sperimentava veramente la potenza redentrice della grazia e se era di buona volontà, nasceva a vita nuova.
Al contrario le parole di scribi e farisei erano parole oscure, che ferivano il cuore, infliggevano tanto male, seminavano zizzania e inducevano alla sfiducia in Dio, in se stessi e nell’uomo. Addirittura erano parole capaci di demolire la Rivelazione e di inquinarla con la falsità del principe di questo mondo, fino a renderla detestabile e antipatica.
I farisei invece di portare pace nei cuori, portavano scompiglio. Invece di seminare amore, seminavano odio. Invece di portare luce, portavano tenebra. Invece di condurre a salvezza, conducevano a perdizione.
A loro nulla interessava dei loro interlocutori. A loro interessava solo la loro gloria umana, il loro essere riveriti dalla gente, i loro primi posti nelle sinagoghe di questa terra. A loro interessava distruggere Gesù, la sua autorità, la sua sapienza e tutta la sua missione, perché Gesù era di inciampo alla loro religione falsa e distruttrice della vera umanità.
Ecco perché, non potendo accusare il Maestro che risultava essere ineccepibile, se la prendevano con i suoi discepoli, accusandoli di non rispettare la tradizione umana che loro avevano inventato:
«Si riunirono attorno a lui i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme. Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate […] quei farisei e scribi lo interrogarono: “Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?”» (cf. Mc 7,1-5).
Dovremmo tutti riflettere sul serio e capire se le nostre parole sono parole che creano salvezza o perdizione, vita o morte, speranza o disperazione, pace o inquietudine. Dovremmo tutti chiederci se quando qualcuno dialoga con noi ascolta parole di sapienza o di stoltezza, di verità o di pettegolezzo, di luce o di tenebra, di vita o di morte.
Una cosa però dobbiamo prima di tutto comprendere e cioè che l’uomo parla dall’abbondanza del suo cuore (cf. Mt 12,33-35). Tutto infatti dipende dalla natura del nostro cuore. Se il cuore è buono, le parole sono buone. Se il cuore è cattivo, le parole sono cattive. Se il cuore è sapiente, le parole sono sapienti. Se il cuore è stolto, le parole sono stolte.
Ecco perché dobbiamo sempre chiedere al Signore la grazia di un cuore in tutto conforme al suo, con una preghiera che non si stanca e mai si distrae, e accostandoci con devozione sincera e grande fede ai Sacramenti della Confessione e dell’Eucaristia.
Che il Signore ci conceda la grazia di un cuore nuovo, oggi e sempre. Chiediamogliela tutti senza dubitare della sua onnipotenza e attraverso di noi sarà Lui a parlare, a creare speranza, a indicare a tutti la via della salvezza.
Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, affinché dalla nostra bocca escano sempre parole di Spirito Santo e mai di tenebra.
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