Gesù cerca l’uomo per salvarlo – XXXI Domenica Ord (C)

Gesù cerca l’uomo per salvarlo – XXXI Domenica Ord (C)

«Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua» (Lc 19,5). Queste parole Gesù desidera rivolgerle personalmente a ciascuno di noi.

Lui «è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto» (Lc 19,10) e ognuno di noi, lontano da lui e dal suo amore, è perduto. Siamo come il figliol prodigo che abitava una regione in cui imperversava la carestia, attorniato dai maiali, da tanta povertà, da infinita tristezza. Senza Gesù non possiamo fare nulla (cf. Gv 15). La nostra condizione umana è assai misera. Siamo tutti avvolti da fitte tenebre e pericolosamente proiettati verso il buio eterno.

Gesù ci ama e per questo ci cerca. Lui desidera ardentemente il nostro più grande bene. Egli “non prova disgusto per nessuna cosa che ha creato; se avesse odiato qualcosa, non l’avrebbe neppure formata” (cf. I Lettura – Sap 11,22-12,22), e noi non siamo creature qualsiasi. Siamo “ad immagine e somiglianza di Dio” (Gn 1,27), siamo il capolavoro stupendo del Creatore, perché Lui ci ha fatti con sapienza, per realizzare con noi un meraviglioso progetto di amore.

L’uomo, anche il peccatore – e Zaccheo lo era –, ha un valore inestimabile. Questa verità, che la Scrittura e la fede della Chiesa affermano da sempre, va tenuta in grande considerazione e va gridata oggi più che mai, perché oggi all’uomo è spesso negata ogni dignità.

Zaccheo è un uomo, non è un animale particolarmente intelligente. È persona dalla dignità altissima e portatrice di un mistero insondabile. In lui è significata l’umanità intera che va amata, cercata, salvata, redenta.

Purtroppo però, nei tempi moderni, l’umanità è da molti disprezzata. È merce di scambio in un’economia globale che non rispetta alcuna regola morale. L’uomo vale meno di paio di sandali. Si fa commercio, a sue spese, nei tuguri dimenticati dal mondo e nelle grandi agenzie di mercato che la fanno da padroni sul web e negli altri canali di informazione e di vendita.

Gesù non ha disprezzato Zaccheo. Lo ha visto bisognoso di amore, di misericordia, di perdono, di salvezza, di rispetto, e ci invita a fare lo stesso gli uni con gli altri.

Cercare l’uomo per salvarlo in Cristo, è la nostra vocazione e missione. A noi che siamo battezzati – più che agli altri – non è consentito disprezzare l’uomo e fomentare in modo diretto o indiretto tutte le attività e le teorie che lo denigrano e favoriscono la sua commercializzazione. Se facciamo una cosa del genere siamo scribi e farisei che non hanno capito nulla del Vangelo.

Gesù vuole oggi attraverso ciascun cristiano cercare l’uomo per salvarlo. E noi dobbiamo aiutare Gesù. Dobbiamo lasciarci trovare da Lui per divenire capaci di redimere i tanti Zaccheo sparsi nel mondo.

Una cosa però va detta: dobbiamo cercare l’uomo per salvarlo, non per lasciarlo nel suo mondo di peccato. Il nostro compito è fare di ogni uomo un figlio di Dio in Cristo Redentore, un suo fedele discepolo e testimone coraggioso.

In una parola dobbiamo far sì che ogni uomo da pagano diventi cristiano.

Gesù non ha lasciato Zaccheo sul sicomoro, né è andato a casa sua per mangiare un piatto di lasagne e poi continuare il viaggio. Gesù dice: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo» (Lc 19,9). Queste parole dicono un prima e un dopo. Zaccheo, prima di incontrare Gesù e dopo averlo incontrato, non è lo stesso Zaccheo. In lui tutto è cambiato. È cambiato il suo cuore, sono cambiati i suoi pensieri, è cambiata la sua vita. E le opere che lui fa e farà dicono questo cambiamento radicale.

La missione della Chiesa è su questa lunghezza d’onda. Il prima e il dopo dell’uomo che incontra la Chiesa devono essere diversi. Cercare l’uomo e lasciarlo nel suo mondo, nell’ignoranza di Cristo e nella sua vecchia natura, è tradire la fiducia che Gesù ripone in noi. È fallire la missione. È illudere se stessi e i propri interlocutori.

Che la Vergine Maria, Stella dell’evangelizzazione, ci aiuti ad essere capaci di cercare ciò che era perduto per salvarlo e redimerlo nella grazia e nella verità.

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