La Vigna del Signore

La Vigna del Signore

La vigna è una delle più belle immagini che la Sacra Scrittura e la teologia utilizzano per indicare il popolo di Dio e, alla luce della rivelazione neotestamentaria, la Chiesa.

Essa dice a noi molte verità che ci aiutano a vivere l’esistenza cristiana in modo autentico. In questa sede ne poniamo in evidenza due.

La prima è che si fa parte della Vigna del Signore per questioni di essenza, di natura nuova ricevuta dall’Alto. Lo dice Gesù nel Cenacolo con parole chiare e assai esplicite: « Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5).

Non apparteniamo alla Chiesa per motivi culturali o semplicemente giuridici. Siamo membra vive del corpo di Cristo perché il giorno del nostro Battesimo siamo stati innestati in lui e resi partecipi della vita divina. Lo Spirito Santo ci ha donato una natura da redenti dotata di infinite potenzialità che hanno una radice soprannaturale.

Si è Vigna del Signore per natura redenta, per grazia e per dono dall’Alto, e lo si deve rimanere per volontà e per scelta.

La Chiesa non è un concetto astratto. È una realtà viva fatta di molte membra, di molti tralci che seppure sono innestati nell’unica Vite che è Cristo portano con sé una ricchezza stupenda e quanto mai differenziata. La Chiesa è fatta di persone prima che di strutture, di singoli battezzati prima che di costruzioni più o meno imponenti, di gente chiamata alla sequela di Cristo prima che di nomi scritti su un registro o un elenco.

È assai triste quando un cristiano parla della Chiesa come qualcosa che è fuori di lui o che compete a chi riveste un ruolo di particolare responsabilità in forza del suo ministero. Il Papa, i Cardinali, i Vescovi e i Sacerdoti sono protagonisti necessari e insostituibili della Chiesa, ma non sono tutta la Chiesa. Con loro vi sono religiosi e laici che sono ugualmente chiamati ad andare in tutto il mondo a predicare il Vangelo e a mostrarne a tutti la potenza salvifica.

Sentirsi un’unica Vigna è quanto mai necessario. Se questo non si fa, significa che non si comprende appieno ciò che è accaduto il giorno del Battesimo. Si ha una visione della propria vita molto limitata, se non addirittura totalmente distante dalla realtà.

La seconda verità che merita di essere posta in evidenza in questo contesto è semplice: ogni cristiano non è solo tralcio della Vigna, è anche operaio:

«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.  Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati,  e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”» (Mt 20,1-4). 

Non si è Chiesa solo per ricevere la linfa vitale necessaria per vivere e produrre frutto. Si è Chiesa anche per aiutare gli altri nel loro cammino di santificazione.

Ogni tralcio ha bisogno di essere curato da esperti vignaiuoli ed è per questa ragione che il Padrone della Vigna si preoccupa di invitare tutti a rimboccarsi le maniche. In ogni ora del giorno lui cerca qualcuno che possa compiere tutta quella serie di operazioni che tengono in vita le viti e le rendono sempre più perfette.

La Vigna va innestata, zappata, potata e legata. Su di essa bisogna vigilare perché nessuna malattia la intacchi e i cinghiali selvatici non la devastino con la loro superba tracotanza. E quando viene il tempo della vendemmia ci vuole un folto numero di operai che raccolgano l’uva nei canestri e procedano nel fare il necessario perché gli acini producano un ottimo vino.

Essere chiamati a coltivare la Vigna del Signore è un grande privilegio! È un dono stupendo che il Padrone fa nella sua misericordia a chiunque voglia rispondere al suo invito. Ecco perché ognuno di noi dovrebbe sentirsi onorato di una tale fiducia.

Se noi abbiamo ricevuto qualche dono di grazia, è perché c’è stato qualcuno che ha lavorato nella Vigna per noi. Ha incrociato il nostro sguardo, ha intercettato la nostra fragile esistenza e si è fatto strumento dello Spirito Santo perché anche noi divenissimo tralci innestati in Cristo vera Vite.

Ora tocca a noi fare lo stesso. Non possiamo starcene con le mani in mano, seduti nelle piazze ad oziare o peggio ancora a pettegolare, a lamentarci che le cose vanno male e che nella Chiesa non funziona nulla. Bisogna che diveniamo tutti protagonisti della storia della salvezza consapevoli che la Chiesa siamo noi, ma anche che la Chiesa ha bisogno di noi. Non dimentichiamolo mai: dalla nostra risposta all’invito del Padrone della Vigna dipende la salvezza di molte anime.

La Vergine Maria, Madre amorevole che ha a cuore la vita della Chiesa, ci aiuti e ci prenda per mano affinché come Lei possiamo collaborare fedelmente al mistero della Redenzione.

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