L’amore che Dio ha per l’uomo è immenso, sconfinato, eterno. Non ha eguali e né mai ne avrà.
Nella Sua sapienza lo ha creato «a Sua immagine e somiglianza» (cf. Gn 1,26-27), dotandolo di tutte quelle facoltà e abilità che lo rendono capace di vivere in comunione con Lui. Lo ha pensato come suo capolavoro, come un altro “sé” affinché assaporasse e manifestasse nella storia lo splendore e la bellezza della Sua santità fino alla fine dei tempi.
All’uomo e alla donna Dio ha affidato l’intero creato per coltivarlo e custodirlo (cf. Gn 2,15), per vivere con esso in armonia senza che nulla gli venisse a mancare, per realizzarsi in esso e con esso verso la perfetta felicità. Tutto Dio ha fatto in modo sapiente senza alcuna imperfezione. Tutto ha fatto con ordine, nella verità e nell’amore.
E quando l’uomo, nella sua stoltezza, si è lasciato tentare dal serpente antico e si è fatto arbitro del bene e del male, attirando su di sé il giudizio e la condanna (cf. Gn 3,1ss.), il Creatore gli è venuto incontro nella sua misericordia, e nella pienezza dei tempi lo ha redento nel Figlio suo Gesù, Agnello immolato sull’altare della croce.
L’amore eterno e sconfinato che Dio ha per ciascuno di noi è il messaggio centrale di tutta la Rivelazione dal quale bisogna partire per evangelizzare tutte le genti fino agli estremi confini della terra e prima ancora per collaborare personalmente con la grazia di Dio senza opporre resistenza.
Oggi più che mai, nel clima culturale ateo e miscredente che avanza, va detto con forza che Dio non è nemico dell’uomo. Non lo è mai stato né mai lo sarà. Dio vuole per l’umanità intera il sommo bene e niente di più, perché Dio non è capace di fare il male, anzi lo aborrisce e lo combatte. Egli infatti “ama tutte le cose esistenti e nulla disprezza di quanto ha creato; se avesse odiato qualcosa – e tanto più l’uomo – non l’avrebbe neppure creata” (cf. Sap 11,24).
Affermare e insegnare questa verità a piccoli e grandi è quanto mai necessario, perché è quando si accoglie questa verità che si inizia ad entrare in dialogo con lo Spirito Santo per lasciarsi istruire da Lui. È allora che il cuore si apre alla vera sapienza e non si lascia più stordire dalle mille voci false e ingannevoli che vorrebbero fargli pensare che “Dio è geloso dell’uomo e vuole la sua rovina” (cf. Gn 3,4-5). È allora che la luce inizia a diradare le tenebre e che si inizia ad assaporare la verità eterna a cui l’uomo è ontologicamente orientato.
Dio ama l’uomo e sempre lo cerca per salvarlo. Ha cercato Adamo ed Eva che dopo il peccato si erano nascosti tra i cespugli nel Giardino dell’Eden. Ha cercato il suo popolo pur sapendo che era di dura cervice e spesso mormorava e desiderava la schiavitù di un tempo. Ha cercato Pietro che l’ha rinnegato per tre volte dinanzi ad un fuocherello acceso in un cortile di Gerusalemme. Ha cercato Paolo di Tarso e da strenuo persecutore della Chiesa ne ha fatto l’Apostolo dei Gentili. Ha cercato e cerca ciascuno di noi affinché non ci lasciamo vincere dal male e diventiamo anche noi protagonisti coraggiosi ed entusiasti della storia della salvezza.
Da questo amore, che mai si stanca, dobbiamo farci tutti trovare. Senza fare storie, senza dubitare neanche per un istante, senza lasciare trionfare i nostri pensieri e quelli del mondo. Questo amore dobbiamo accogliere nel nostro cuore, ed entrando in sintonia con esso dobbiamo svilupparne le innumerevoli potenzialità affinché un fiume di grazia sgorghi dal nostro seno per la conversione di tanti nostri fratelli e sorelle sparsi nel mondo.
Questo amore dobbiamo anche difendere, con determinazione e onestà intellettuale, dinanzi a tanti che accusano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo di essere la causa dei mali del mondo, continuando a gridare “crocifiggilo” contro un Innocente che ha dato la vita per l’uomo di ogni tempo, peccatore ingrato e presuntuoso, superbo e accecato dalla propria malizia.
Tutto il Signore ha fatto con sapienza e amore, e ancora oggi, fino alla fine dei tempi, lo farà. Lui non ci lascerà mai soli. Continuerà a cercarci e a pensare vie sempre nuove per liberarci dalle catene e dalle prigioni che noi stessi ci costruiamo perché ancora troppo innamorati del peccato e assai poco innamorati dell’Amore eterno che muore per noi.
Ma l’amore di Dio da solo non basta. Ha bisogno del nostro “eccomi”, un “eccomi” personale che nessun altro potrà pronunciare al nostro posto, un “eccomi” che deve nascere dal profondo del nostro cuore, perché è da lì che nasce l’amore vero come risposta generosa all’Amore eterno che sempre ci cerca.
Che la Vergine Maria, nostra celeste Regina, interceda per noi e ci ottenga la grazia di poterla imitare nel dono incondizionato che ha fatto di sé alla Beata Trinità e che ha fatto di Lei la Madre dell’umanità nuova e redenta.