Ascensione

Ascensione

Il giorno dell’Ascensione, salendo al Cielo, Gesù invita i suoi discepoli ad essere testimoni coraggiosi del suo amore nel mondo. Egli vuole che quanti scelgono di seguirlo siano sua presenza visibile in mezzo agli uomini, con le parole e con le opere. Non in un luogo particolare, ma dovunque essi vivono e operano, da soli o in compagnia, in maniera pubblica quanto privata.

Veramente grande è la fiducia che Gesù ha dei suoi discepoli, e in particolare degli Apostoli che lui sceglie e chiama per una missione di salvezza quanto mai delicata. Ognuno che vorrà accogliere il suo invito dovrà:…predicare a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati… (Lc 24,47)

Gesù chiede ai suoi di annunciare a tutti che Dio è misericordioso e vuole la salvezza dei suoi figli e dell’umanità intera. Vuole che si dica ad ogni cuore che Egli non è un nemico per l’uomo, ma il suo Creatore, il suo Salvatore, la sua Provvidenza, il Padre amorevole che ha dato il suo Figlio unigenito perché tutti possano essere salvati e redenti.

Pensare che Dio sia nemico dell’uomo e voglia la sua morte è cadere nel tranello, antico e sempre nuovo, di satana che è sempre pronto a inoculare il suo veleno di falsità nelle menti e nei cuori.

Il desiderio di salvezza che Dio Padre ha sull’umanità intera va gridato ad tutti, senza paura, senza timidezza, senza titubanza alcuna. Questo lieto annuncio non può rimanere rinchiuso nelle Chiese. Deve sfondare i portoni e squarciare i confini dello spazio e del tempo perché ogni uomo possa divenire partecipe dei benefici della Redenzione che Cristo Gesù ha operato con la sua Pasqua di morte e resurrezione.

La salvezza, però, non è rimanere quelli che si è. Bisogna convertirsi al Vangelo, Parola di vita che è uscita dal cuore di Dio e deve entrare nel cuore di coloro che vogliono essere con lui per tutta l’eternità. La conversione non è un accessorio. Non è qualcosa che è riservato ad alcuni eletti. Essa è condizione necessaria per entrare nel Regno dei cieli, porta d’ingresso unica e sola che tutti devono oltrepassare. La conversione è acquisizione di una mentalità nuova che non pensa più secondo il mondo ma secondo lo Spirito Santo di Dio, unico criterio con cui discernere il bene dal male, la luce dalle tenebre.

La misericordia di Dio e la conversione del cuore al Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo sono inscindibili, inseparabili, indivisibili. L’una non esiste senza l’altra perché l’una esiste in funzione dell’altra. Dio è misericordioso e per questo non ci lascia con i nostri pensieri di morte. Ci dona la sua luce di verità che ci risuscita a vita nuova nei pensieri del cuore e nel modo di interpretare la storia e la nostra stessa esistenza. La conversione d’altro canto ci rende destinatari della misericordia di Dio perché è la conversione che permette alla sua grazia di fare di noi ciò che desidera, sempre e comunque.

La conversione, se autentica, diventa pentimento del cuore e richiesta accorata di perdono di ogni peccato commesso. Ci si accorge che si è agito stoltamente, che si è tradito l’eterno Amore e si fa ammenda delle proprie colpe per essere lavati da ogni male che è ha inquinato l’anima e il corpo. Il perdono che la Chiesa annuncia non è tuttavia solo questo. Non è per intenderci un perdono forense. È perdono ontologico, rigenerazione della natura di chi lo riceve e graduale divinizzazione dell’esistenza umana nella sua interezza. È questa la potenza della Redenzione operata da Gesù Signore, l’opera mirabile dello Spirito Santo che tutti devono conoscere per l’annuncio gioioso e la testimonianza coraggiosa dei figli della Chiesa.

La Vergine Maria, Immacolata Concezione di Dio e Donna vittoriosa che ha schiacciato la testa del serpente antico, aiuti ogni discepolo di Gesù a manifestare a tutti il grande prodigio della Redenzione affinché ogni uomo si lasci avvolgere e conquistare dalla misericordia del Padre nostro celeste.