Da sempre il Signore ha posto la famiglia al centro della storia della salvezza e ha chiesto a ciascuno dei suoi membri di collaborare generosamente con lui per il bene di tutto l’universo creato.
«Dio li benedisse e Dio disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra”» (Gn 1,28).
La famiglia, nel progetto di Dio, è assai importante. Senza di essa non è possibile pensare la vita umana sulla terra, e di fatto neanche la vita in genere. Tutto il creato infatti è affidato alle cure e alla sapienza dell’uomo e della donna, che insieme, amandosi di vero cuore, nella purezza e nella fedeltà, diventano protagonisti privilegiati dell’opera salvifica che Dio vuole realizzare in ogni tempo.
Veramente grande è il mistero della famiglia e nessuno di noi dovrebbe svilirlo, offenderlo, banalizzarlo!
Tuttavia sappiamo che oggi molti non vedono più la famiglia con gli occhi della fede. La denigrano nella sua celeste bellezza, equiparandola ad altre forme di convivenza che nulla hanno di evangelico, la considerano un accessorio inutile nella vita dell’uomo, la separano da Dio, da Cristo, dallo Spirito Santo e dalla Chiesa.
Le conseguenze nefaste di tale mentalità sono gli occhi di tutti, se con occhi aperti si vuole leggere la storia: inquietudine, aggressività, instabilità esistenziale, smarrimento, omicidi, femminicidi, adulteri, tristezza, figli che sono ostaggio dei tribunali, lotte legali, calunnie, falsità, accuse gratuite per giustificare il proprio punto di vista, impurità e cose del genere.
Pensiamoci un istante. Probabilmente non è casuale che in questi tempi particolari che stiamo vivendo si sia costretti a vivere chiusi nelle proprie case, con le proprie famiglie.
Una società che ha smembrato il nucleo familiare in nome di una vita frenetica, stressante, fatta di corse affannose verso l’effimero, è ora costretta dalla storia a fermarsi per riflettere sulla vera essenza della famiglia, e non solo della vita.
Finalmente – paradossalmente qualcuno dice a ragione – i figli e le figlie possono trascorrere del tempo con il papà e la mamma. Tutti insieme si pranza, tutti insieme si cena, tutti insieme si vive.
Anche questo è un messaggio da accogliere, un linguaggio misterioso che invita ciascuno a guardare la famiglia nella sua vocazione altissima, nel suo ruolo insostituibile, nella sua missione che le viene da Dio.
La storia sta dicendo a ciascuno di noi che la vita deve essere ripensata, per mettere al centro la famiglia per il bene di tutti. Cosa questo significhi ognuno dovrà comprenderlo nel suo contesto specifico, così come sarà compito dei legislatori, degli economisti, dei manager, dei politici e di chi ha responsabilità di governo, stabilire condizioni ideali perché la famiglia possa vivere la sua altissima missione salvifica secondo verità. Ma qualcosa bisognerà fare, se non si vuole sciupare questo tempo di riflessione che è dato a tutti.
Anche la fede dovrà nascere, crescere e svilupparsi ogni giorno di più in famiglia e attraverso la famiglia. È questa la perenne volontà di Dio: che ognuno sia testimone del Vangelo ed evangelizzatore per i suoi cari, e da essi si lasci aiutare nel cammino della perfetta santificazione.
Il funzionario regio andò da Cristo da solo, credette in lui e poi a Cristo portò tutta la sua famiglia. La sua fede aiutò la moglie e i figli. E la stessa cosa dovrebbe accadere in ogni casa.
Si può fare tanto. Si può fare molto di più.
Riportiamo tutti al centro della storia la famiglia, che vive nella fede il suo rapporto privilegiato con l’Onnipotente Signore del Cielo e della terra, e le cose andranno molto meglio.
Lasceremo da parte ciò che è effimero, superfluo, peccaminoso, inutile e portatore di inquietudine e vivremo di ciò che conta veramente: l’amore che Cristo ci ha insegnato e che dona senso alla nostra vita.
Ci aiuti la Vergine Maria, insieme a San Giuseppe suo castissimo Sposo, con la sua potente intercessione presso il suo divin Figlio Gesù.