Strutture invisibili di comunione

Strutture invisibili di comunione

La solitudine è un pericolo da cui tutti dobbiamo custodirci, secondo l’insegnamento che il Creatore stesso ci ha donato sin dagli inizi della storia dell’umanità. Queste le sue parole: «Non è bene che l’uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (Gn 2,18).

Adamo, da solo, è triste, angosciato, incompiuto nel suo essere che è creato ad immagine e somiglianza di Dio e dunque aperto ontologicamente alla relazione. Non gli basta avere il dominio su tutto il creato. Non gli bastano gli uccelli del cielo e i pesci del mare. Non gli bastano la luna, il sole e le stelle, né gli animali selvaggi e domestici.

Adamo ha bisogno di qualcuno che gli corrisponda, che cioè abbia la sua stessa natura, possa entrare in dialogo con lui, gli permetta di realizzare tutte le potenzialità scritte nel suo essere, lo completi nella sua incompletezza, lo aiuti nel suo quotidiano cammino per le strade del mondo con la sua presenza rassicurante.

Adamo ha bisogno di amare e di sentirsi amato, secondo verità e nella perfetta osservanza della legge del Signore, realizzando così la sua vocazione. Egli di questo ha bisogno e lo sente fortemente come una esigenza scritta nelle profondità della sua anima, del suo cuore, del suo essere. Il Creatore lo sa e interviene prontamente, creando Eva come dono meraviglioso e stupendo capolavoro.

Adamo ora è felice, riconosce l’amore che Dio ha per lui, vede Eva e ne rimane incantato tanto da pronunciare quelle parole stupende che qualcuno definisce la prima poesia della storia: «Questa volta è osso dalle mie ossa, carne della mia carne. La si chiamerà donna, perché dall’uomo è stata tolta» (Gn 2,23).

Da ora in poi Adamo ed Eva non saranno più soli, saranno una sola vita, un unico respiro, un unico mistero di amore, seppure in una storia che poco dopo sarà segnata dal peccato e diventerà perciò difficile e aspra, ma comunque degna di essere vissuta insieme, in comunione vicendevole tra loro e con il Creatore e Redentore dell’uomo.

La vicenda di Adamo ed Eva, e quanto riporta il libro della Genesi mentre ce la narra, deve essere per noi paradigmatica.

Anche noi, come il Creatore ha fatto, e facendoci strumenti docili alla sua volontà, dobbiamo contrastare ogni forma di solitudine che può ferire noi e gli altri. Anche noi dobbiamo diventare partecipi dell’onnipotenza creatrice di Dio e creare e custodire strutture di comunione. 

Non tanto visibili e stigmatizzate in uno Statuto scritto sulla carta, quanto invisibili e scritte nell’anima e nel cuore di ciascuno di noi.

La comunione è la nostra forza e sempre lo sarà. Non però una comunione qualsiasi, ma quella che si fonda sull’amicizia sincera con Cristo Gesù, unico nostro Maestro e Salvatore. Una comunione che mette al centro il Vangelo e serve per conoscerlo e viverlo sempre di più in ogni tempo e in ogni luogo.

Le strutture visibili passano, ma i legami in Cristo non possono essere distrutti, se sono veramente tali, da niente e da nessuno. Anzi, la storia con le sue prove innumerevoli li rafforza, li purifica, li perfeziona, li eleva e li proietta in una dimensione soprannaturale.

Questi legami ci fanno essere veri discepoli di Gesù, fratelli e sorelle in lui che hanno un solo Padre celeste e una Madre premurosa che si prendono cura dei loro figli e delle loro figlie.

La solitudine non è cosa buona per noi e tutti possiamo e dobbiamo fare tanto per contrastarla.

Se tutti ci impegneremo a creare di queste strutture invisibili di comunione ci riusciremo. Se ci sforzeremo di stimarci a vicenda nonostante i mille difetti che tutti abbiamo, se avremo il coraggio di portare i pesi gli uni degli altri, se faremo trionfare l’umiltà contro ogni forma di egoismo e arroganza, se ci laveremo i piedi gli uni gli altri invece di creare divisioni e fomentando gelosie e invidie, se avremo pazienza, aspettando che ognuno si lasci conquistare dalla grazia di Dio che guarisce e converte, se metteremo a frutto i nostri carismi invece di dire che “niente può cambiare”, se ci ameremo dal profondo del cuore e ci impegneremo a convertirci ogni giorno e a credere nel Vangelo, nulla dovremo temere.

Il Signore ci benedirà e anche noi, come Adamo, potremo cantare la sua grande misericordia che ci chiama ad essere vita gli uni per gli altri e famiglia dei figli di Dio che spargono ovunque il profumo della sua santità.

Ci aiuti a realizzare questo importante progetto la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, e ci consoli quando la solitudine vorrebbe prendere il sopravvento su di noi per farci dubitare dell’amore che Lei e il suo Figlio hanno per noi.

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