Il coraggio di pentirsi per cambiare vita

Il coraggio di pentirsi per cambiare vita

La parabola del figliol prodigo è un vero capolavoro di Spirito Santo, che traccia in poche battute la storia dell’umanità di ogni tempo.

Creato da Dio nella santità e giustizia originali l’uomo si lascia vincere dal male e sceglie di fuggire lontano dal suo Creatore, di vivere nella disobbedienza al Suo comando di amore, di farsi da se stesso.

Preferisce le tenebre alla luce, la gioia effimera di un istante alla gioia eterna del Cielo, i suoi pensieri a quelli di Dio. E questo accade attimo dopo attimo, giorno per giorno, mese dopo mese, anno dopo anno. Sempre di più, in un crescendo di stoltezza che diventa una voragine assai pericolosa nella quale si sprofonda miseramente.

Tutto in apparenza è bello, mentre in realtà è tristemente orrendo.

Infatti le conseguenze della lontananza da Dio non tardano a venire, perché la storia non fa sconti a nessuno: presto il peccato prende il sopravvento, rende sempre più fragile e vulnerabile la natura, crea disarmonia, annebbia la vista, innesca un processo di lenta ma inesorabile decomposizione dello spirito e del corpo.

Il cuore perde la pace, si sciupa la propria vita rincorrendo false illusioni e ci si trova schiavi del mondo e delle sue dinamiche di morte, che considera un maiale superiore ad un uomo. Il maiale può mangiare le carrube. L’uomo no. Il maiale può e deve essere rispettato, riverito, osannato. L’uomo deve essere umiliato, annientato, dichiarato un fallito. Il maiale deve essere custodito. L’uomo deve essere usato perché il sistema economico non si inceppi e i grandi magnati della finanza possano continuare ad arricchirsi.

Ma il Signore vede dall’Alto e poiché ama l’uomo alla follia non permette che tutto precipiti per sempre. E così, in modo assai misterioso, interviene e fa in modo che la sua luce trionfi e diradi le tenebre.

Quel figlio cocciuto e testardo sembrava finito per sempre e invece anche per lui l’Onnipotente trova una via di salvezza.

Per un grande atto di misericordia Egli tocca il cuore di quel giovane con la sua grazia e lo guarisce dalla superbia e finalmente, dopo tanta sofferenza dovuta alla caparbietà di chi non vuole fidarsi di Dio, il giovane si ravvede e decide di tornare dal Padre suo.

Il Padre lo vede da lontano e gli corre incontro. Lo abbraccia, lo bacia, si commuove con lui e ordina ai suoi servi di fare festa, perché il figlio perduto è stato ritrovato.

Le tenebre non possono sopraffare la luce. L’amore di Dio vince sulla malvagità del principe di questo mondo e di quanti, suoi alleati, vorrebbero chiudere le porte della salvezza per riempire i cuori di disperazione e l’Inferno di anime dannate.

La parabola del figliol prodigo – che com’è noto è chiamata anche parabola del Padre misericordioso – è la nostra storia, ma solo se lo vogliamo.

Il Signore infatti non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva, che ritorni pentito alla Sua Casa e che decida fermamente di abbandonare il regno delle tenebre con una degna condotta di vita. Ma questa volontà salvifica da sola non basta. Bisogna che essa si “allei” con la volontà dell’uomo e con il fermo proposito di non peccare più.

Bisogna che ognuno di noi, che purtroppo manchiamo in molte cose, ci rifugiamo come bambini tra le braccia del Padre nostro celeste e abbiamo il coraggio di dire: “Padre santo e misericordioso, ho sbagliato, sono stato uno stolto, non mi sono fidato di te, ho dubitato del tuo amore. Ma ora basta. Voglio cambiare vita e fare quel che tu mi chiedi di fare. Perdonami, e abbi misericordia di me! Aiutami con la tua grazia e da questo istante il mio cuore sarà tuo per sempre.

Sbagliare è umano, purtroppo. Si è fragili e spesso ci si lascia vincere dalla tentazione che non dà tregua. Ma Gesù è morto per la nostra salvezza ed per questo che dobbiamo essere forti e con coraggio ricominciare daccapo.

Non per rimanere quelli che siamo, ma per diventare in Lui uomini e donne nuovi, redenti dal suo Sangue e fortificati dalla sua grazia.

Se al contrario ci nascondiamo dietro mille giustificazioni e continuiamo a rimanere nella palude del peccato, allora poveri noi. Il Signore vorrebbe salvarci, ma non può, perché noi non lo vogliamo. Lui i mezzi ce li dona, ma noi li rifiutiamo. Lui ci tende la mano, ma noi non l’afferriamo. Lui ci corre incontro, ma noi ci nascondiamo dietro le rocce del nostro cuore indurito.

Che la Vergine Maria ci assista con la sua materna intercessione. Ella ci aiuti perché vinciamo ogni tentazione, ma se pecchiamo ci ottenga la grazia e il coraggio del pentimento sincero per ritornare al Padre nostro celeste e lasciarci abbracciare dalla sua misericordia che salva e redime.

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