La terza apparizione del Risorto ai suoi discepoli, sul lago di Tiberiade, dice quanto preziosa sia la vita di ciascuno di noi agli occhi di Gesù.
Egli non smette di pensare alla nostra salvezza e attraverso vie assai misteriose sempre si prende cura di noi. Nel suo cuore vi è come una preoccupazione costante, che non conosce pause, che non gli dà pace: lui vuole ardentemente il nostro più grande bene, la nostra felicità, la nostra perfetta realizzazione esistenziale.
È questo il significato della pesca miracolosa: Gesù non sopporta che le nostre reti rimangano vuote, che cioè la nostra vita sia senza senso, opaca, divorata dalla vanità e schiava dell’effimero.
Pietro e gli altri discepoli sono immagine della nostra umanità che facilmente cade in una sorta di abitudinarietà esistenziale svuotata di ogni anelito alla trascendenza e che ci fa dimenticare il fine vero della nostra breve esistenza terrena.
«Io vado a pescare…veniamo anche noi con te…» (cf. Gv 21,1-14). Nulla di nuovo sotto il cielo (cf. Qo 1,9-10). Una vita ordinaria avvolta dalle preoccupazioni e dagli affanni della terra, che pensa ai pesci del mare ma non alla salvezza delle anime, né a quella propria, quella salvezza per cui conta veramente faticare e spendersi fino alla fine dei propri giorni.
Una vita ordinaria, fatta di piccole mille cose che lasciano noi e gli altri prigionieri dell’immanenza e appesantiscono la nostra anima, impedendole di elevarsi in Dio, nella sua sapienza, nella sua soprannaturale bellezza che conquista l’anima e il cuore.
Il Risorto si prende cura della nostra vita e perciò si adopera giorno per giorno per insegnarci a non perdere di vista l’orizzonte eterno a cui siamo chiamati.
Si fa nostro compagno di viaggio e sempre ci invita a gettare le reti sulla sua Parola e non su quella degli uomini, ingannevole e creatrice di infinite schiavitù.
La sua è una pedagogia particolarissima che sa fare breccia anche nei cuori più testardi. Conosce tempi e modalità per intervenire e fare luce nelle tenebre della nostra storia che spesso ci confonde e ci stordisce.
Lui vuole che tutti, nessuno escluso, realizziamo il meraviglioso progetto che nella sua sapienza eterna ha pensato per ciascuno di noi, quel progetto che ci rende partecipi del suo amore salvifico e ci procura la vita eterna. Perciò prende l’iniziativa e ci viene incontro in mille modi per entrare in dialogo con noi e condurci, pian piano, alla verità tutta intera.
Entra in dialogo con noi per farci comprendere che la vita terrena è un susseguirsi di istanti che dobbiamo, nello Spirito Santo, trasformare in occasioni preziose per diventare sempre più ad immagine di Cristo e così riuscire ad amare il Padre celeste e l’umanità intera con il suo cuore.
L’amore infatti, quello vero e perfetto che Gesù ci ha insegnato, è la chiave del Paradiso. Una chiave che deve essere forgiata dallo Spirito Santo in noi e costa sudore di sangue, abnegazione, rinnegamento di se stessi, lotta costante contro il peccato che vuole conquistarci, ma che vale la pena “procurarsi” perché essa è capace di aprire le porte del Paradiso, e il Paradiso è gioia eterna che non ha fine, è pienezza dell’essere per sempre.
Ecco allora che mentre impariamo a tenere fisso lo sguardo verso l’orizzonte eterno che Cristo ci indica dobbiamo anche gettare le reti sulla sua Parola per aiutare tutti coloro che vivono accanto a noi a credere in Lui e a lasciarsi avvolgere dalla sua luce.
Dobbiamo cioè lavorare con zelo nel mare del mondo, senza paura, con coraggio ed entusiasmo, perché tutti si lascino catturare dalla rete del Vangelo, salgano sulla barca della Chiesa e giungano un giorno al porto sicuro del Paradiso.
Svolgere questa missione rende bella la nostra vita terrena. La ricolma di trascendenza e di eternità, la sottrae alla monotonia esistenziale che tante volte l’attanaglia e la rende misera, perché ripiegata su se stessa.
Il Signore risorto non mancherà di essere il nostro Scudo e la nostra Forza. Egli sempre sarà la nostra Provvidenza e ci concederà tutte le grazie necessarie per fare tutto in santità e giustizia. In lui dobbiamo confidare, lui dobbiamo contemplare, lui dobbiamo amare e molte anime per mezzo nostro si salveranno.
Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, e interceda per noi presso il suo divin Figlio oggi e sempre.
Clicca sul link seguente per la Liturgia della III Domenica di Pasqua (C)