Se l’uomo vuole realizzare se stesso, sia come singolo che come membro di una comunità familiare, ecclesiale e sociale, deve necessariamente essere un esperto conoscitore del Vangelo.
È infatti in questo testo meraviglioso, eppure tanto sconosciuto a moltissimi battezzati, che l’uomo può conoscere la verità di cui è impastato il suo essere, fino a contemplarla nella sua celeste bellezza, per innamorarsene ed essere spinto da questo amore a farla diventare sua vita.
Il Vangelo non è un libro di favole né è un testo di storia sacra. È il libro che insieme a tutta la Sacra Scrittura delinea i contorni del mistero dell’uomo di ogni tempo e gli indica la via della vera felicità.
Il Vangelo parla di noi, di ciò che siamo nelle profondità della nostra natura, del peccato che ci ha ferito, ci ferisce e ci devasta, del nostro essere capax Dei, intimamente e ontologicamente orientati a Lui, del nostro avere disperato bisogno della grazia che discende dall’Alto e di quella sapienza eterna che dirada le tenebre dei molti errori che il principe di questo mondo da sempre semina qua e là.
Il Vangelo parla di quanto difficile e delicato sia il nostro pellegrinare nel tempo per giungere un giorno alle rive dell’eternità, dove ognuno verrà giudicato dal Giudice supremo e riceverà il suo salario: la luce beata del Paradiso, se avremo fatto la volontà di Dio e avremo amato Dio e i fratelli con il cuore di Cristo; il buio dell’Inferno che non ha fine, se avremo chiuso il nostro cuore al Redentore di ogni uomo e al suo Santo Spirito che ci sono stati dati per la nostra salvezza.
Il Vangelo parla del mistero che ci avvolge e che noi dobbiamo conoscere, scandagliare sempre più, amare, custodire e realizzare giorno per giorno, senza mai banalizzare la nostra esistenza, fragile ma tanto preziosa agli occhi di Dio.
È triste che oggi il cristiano abbia smarrito la sua grandezza, di creatura fatta ad immagine di Dio e di figlio di Dio in Cristo Gesù. È triste pensare che tanti giovani e meno giovani rincorrano le vanità, siano vinti dal male, si lascino ingannare dal demonio e dai suoi alleati, vivano nella schiavitù delle passioni disordinate e non conoscano l’amore vero, quello che Gesù ci ha insegnato e che lui ci chiede di vivere. È triste che molti battezzati abbiamo smesso di pregare, di alzare gli occhi al Cielo per implorare pietà e misericordia, di immergersi nell’oceano della grazia che scaturisce dalla Confessione e dall’Eucaristia, di credere che è possibile diventare uomini e donne nuove, in tutto ad immagine di Gesù crocifisso e risorto.
La Solennità della Santissima Trinità dovrebbe scuotere le nostre coscienze e spronarci a riprendere il nostro cammino verso quella perfetta santificazione in Cristo che è la nostra vocazione, e che è possibile, per grazia e per volontà.
L’uomo non può essere felice se rinnega la sua verità, quella scritta nella sua natura dal Creatore; se cioè considera se stesso come un animale intelligente o un prodotto di un’evoluzione cieca, che esclude il Dio creatore e provvidente o peggio ancora si vede come un essere che si incammina verso il nulla, perché quando si esala l’ultimo respiro tutto finisce per sempre.
L’uomo – prima che il cristiano – è la creatura più bella che il Creatore ha fatto con quella Sapienza eterna e indefettibile che lo ha sempre accompagnato in questa opera meravigliosa “come artefice e sua delizia di ogni giorno, mentre giocava sul globo terrestre, ponendo le sue delizie tra i figli dell’uomo” (cf. Pr 8,30-31). L’uomo è il capolavoro dell’Onnipotente, pensato sin dall’eternità in Cristo Gesù e chiamato a scegliere di diventare con Lui un unico mistero di vita, morte e resurrezione nella potenza dello Spirito Santo.
Il mistero della Santissima Trinità è per noi incomprensibile a livello razionale, ma diventa comprensibile, per quanto ci è concesso per grazia, a livello esistenziale. Questo mistero infatti non è lontano da noi. È al contrario impresso nella nostra natura come immagine ed è al tempo stesso il mistero che siamo chiamati a realizzare nella sua essenza di comunione perfetta di amore, nel tempo e nell’eternità.
È compito di ciascuno di noi che abbiamo ricevuto il grande dono della figliolanza divina con il santo Battesimo e abbiamo la grazia di poterci immergere con il cuore e con la mente nel cuore di Gesù Signore, aiutare ogni uomo che vive sotto il Cielo a scoprire il grande mistero che lo avvolge, e lo dobbiamo fare, con coraggio e sapienza, senza temere nulla, nonostante questa nostra società cammini per molti versi nelle tenebre più fitte.
La Vergine Maria, nostra Madre e Regina, ci aiuti, ci assista, ci consoli nei momenti più difficili, ci faccia amare la nostra verità e ci ottenga la grazia di realizzarla in pienezza in Cristo Gesù, unico Redentore dell’uomo.
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