Dalla pura filantropia alla carità cristiana

Dalla pura filantropia alla carità cristiana

La carità cristiana non è filantropia, ma dono di Cristo Redentore e Salvatore dell’uomo.

Essa cioè non può essere ridotta ad un’opera di volontariato fine a se stessa o ad un pacco regalo e neanche ad un gesto di affetto. Essa è tutto questo, e molto di più, perché è vissuta da un cuore che è mosso dallo Spirito Santo e da quella sapienza celeste che sa trovare le vie per far sì che chi si ha dinanzi incontri Cristo e si lasci da lui attrarre e conquistare.

Il Natale, dunque, non può essere ridotto ad un’opera di beneficienza. Esso è dono di Cristo, perché è Cristo che nasce e lui non può essere dimenticato né tantomeno sostituito con niente e nessuno.

Chi ama veramente, in altre parole, non scalza il Redentore dal suo ruolo di protagonista, ma lo aiuta affinché Lui possa parlare ai cuori e li possa sanare, consolare, rigenerare con la sua grazia, perdonare ed elevare in Dio. 

Se noi non doniamo Cristo, non parliamo di lui, non facciamo sì che Egli entri in dialogo con il cuore di chi abbiamo dinanzi, non facciamo altro che lasciare amici e parenti nella solitudine più grigia, nella miseria e nello sconforto, nella incompiutezza esistenziale. Li lasciamo senza il Redentore, nella loro natura vecchia ereditata da Adamo e incapace di assaporare la gioia del Vangelo.

Chi ama veramente, a Natale più che mai, si fa strumento nelle mani di Cristo Gesù e a lui si consegna, nell’umile consapevolezza che solo lui ha le parole giuste da dire e sa come dare vita al deserto dell’anima e gioia agli spiriti affranti. 

Se riduciamo la carità cristiana, e con essa il Natale, a pura filantropia, ad un agire rinchiuso nell’immanenza che non sa mettere in comunione con Cristo Gesù e il Padre celeste nello Spirito Santo, abbiamo perso di vista lo specifico della Chiesa e di essa ne abbiamo fatto un’associazione umana che non ha nulla di più rispetto a tutte le altre associazioni che giustamente, ma con altre specificità, operano nell’ambito sociale e civile.

Il compito di noi cristiani è unico ed insostituibile ed è quello di far sì che il Cielo e la Terra si congiungano, che la nostra umanità bisognosa di Redenzione diventi in Cristo partecipe della natura divina e capace di produrre i frutti dello Spirito Santo.

L’icona meravigliosa della Vergine Maria che si reca in fretta dalla cugina Elisabetta è in tal senso assai illuminante, se la comprendiamo nel suo significato meraviglioso e sempre attuale.

Maria non si recò da Elisabetta per ragioni umane, filantropiche. Non andò per fare una visita di cortesia né tantomeno per curiosare in quella casa e vedere se veramente l’Angelo Gabriele aveva ragione. Andò da Elisabetta e da Giovanni, che viveva già nel suo grembo, per effondere su di loro lo Spirito Santo, per far incontrare Elisabetta e Giovanni con il loro Signore.

L’incontro tra Maria ed Elisabetta fu incontro di salvezza, che cambiò la storia di quella madre avanzata in età e del suo figlioletto.

In Maria contempliamo la nostra vocazione ad essere datori di Cristo gli uni per gli altri, effusori di Spirito Santo, strumenti e mediatori dell’onnipotenza celeste affiinché quanti incontriamo non rimangano nelle tenebre dell’ignoranza e nelle paludi di una natura senza grazia e senza vita.

Possiamo noi imitare Maria? Possiamo, ma a condizione che come Lei cresciamo ogni giorno in sapienza e grazia, fino a diventare perennemente mossi dallo Spirito Santo. 

La differenza tra la carità cristiana e la filantropia è qui: nello Spirito Santo. 

Se Lui opera in noi e attraverso di noi, la nostra carità è soprannaturale, salvifica e salutare per chi la riceve. Se Lui non opera in noi e attraverso di noi, perdiamo tempo, perché lasciamo affogare nelle vanità di questo mondo quanti incontriamo nel nostro cammino di ogni giorno.

Che la Vergine Maria ci conceda di vivere secondo verità e autentica carità questo Natale, donando Cristo al mondo come Lei l’ha donato e facendo sì che Lui possa regnare in ogni cuore per portare vita, pace, speranza e amore.

Clicca sul link seguente per la Liturgia della IV Domenica di Avvento (C)

 

La parola di questa settimana è: carità cristiana