La competenza sapienziale del cristiano

La competenza sapienziale del cristiano

La Parola di Dio è luce che deve sempre illuminare i nostri passi. Essa dirada le tenebre dell’errore e indica con precisione ciò che è conforme alla volontà di Dio e ciò che non lo è, rasserena la spirito e rende stabile la nostra esistenza contro ogni vento che soffia impetuoso o fiume che straripa (cf. Mt 7,24-27).

Essa deve risuonare costantemente in ogni luogo in cui l’uomo vive, soffre e spera, e in particolare nelle Parrocchie, nelle famiglie e laddove si forma la persona umana sin dalla più tenera età.

Se oggi vi è una grande confusione a tutti i livelli, che crea inquietudine e conduce a fare scelte che si rivelano dannose per tutta la società, è perché noi cristiani non sempre facciamo ciò che Gesù ci ha chiesto e ci chiede di fare: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato» (Mc 16,15-16).

La nostra missione è grande e dobbiamo impegnarci con tanto zelo per svolgerla in pienezza. Dobbiamo tutti avere la stessa fede di Giovanni Battista che senza timore alcuno ha preparato i cuori ad accogliere Gesù Signore.

Dalla nostra fede, che diventa testimonianza di vita e annuncio sapiente del Vangelo, nasce la salvezza per il mondo intero. Si tratta di credere con più vigore in ciò che in diversi modi Gesù dice ai suoi discepoli: “Ho bisogno di voi, aiutatemi a far sì che tutti credano che Io sono Via, Verità e Vita, il vostro Creatore e Redentore. Aiutatemi a far sì che tutti credano che Io vi amo e desidero il bene più grande per ciascuno di voi. Aiutatemi affinché il mondo creda che sono nato a Betlemme per dare senso alla vostra vita e avvolgervi con la luce radiosa della mia sapienza”.

Il periodo di Avvento deve essere per noi utile per meditare con maggiore cura la Parola di Dio, in modo tale da far sì che i nostri pensieri, i nostri desideri e le nostre opere siano conformi al cuore di Cristo.

A nulla serve parlare di pace, speranza, bontà e amore a Natale se si mette da parte la Parola di Dio. Se nulla si fa per conoscerla, per piantarla nel proprio e altrui cuore, se la si separa dal Bambino che nasce a Betlemme.

Senza la fede in Cristo e nella sua Parola non vi è pace né speranza né bontà o amore possibili.

Al Natale del commercio e delle atmosfere magiche bisogna sostituire il Natale del Figlio dell’Altissimo. È lui che nasce ed è lui che deve essere accolto, non come un folletto o un pacco regalo, ma come il Dio vivo e vero che vuole vivere in noi ed ha tante cose da dirci.

Far risuonare in Vangelo nel deserto del mondo è quanto mai necessario in questi nostri tempi particolari in cui si vorrebbe persino abolire il Presepe e far cadere nell’oblio il mistero meraviglioso della Santa Famiglia di Nazareth in cui contempliamo le virtù dell’obbedienza allo Spirito Santo, della mitezza, dell’umiltà, dell’essenzialità, della fede autentica, dell’amore vero.

Tutti possiamo e dobbiamo fare tanto.

C’è tuttavia un elemento importante da sottolineare a questo punto: la competenza sapienziale nelle cose che riguardano Dio è necessaria al cristiano che vuole essere missionario di Cristo per il bene dell’umanità.

Infatti nessuno può oggi contrastare la miriade di errori teologici, antropologici, morali e di qualsiasi altra natura che sono diffusi in maniera pervasiva nella cultura dominante. Questi errori sono carie nascoste, mine antiuomo, tumori silenti che avanzano e corrompono piano piano le menti e i cuori di piccoli e grandi.

Ogni cristiano deve perciò crescere in sapienza e chiedere allo Spirito Santo che gli dia i suoi occhi per vedere oltre ogni apparenza e inganno.

Fermarsi ad una conoscenza per sentito dire non serve. Pensare che possa bastare ciò che si è imparato al Catechismo dell’Iniziazione cristiana di tanti anni fa è grande illusione. Non sfogliare neanche per caso la Sacra Scrittura e disertare la Santa Messa e la Catechesi con “incredibile naturalezza” è rimanere insabbiati in quell’ignoranza di Cristo che non produce nulla di buono.

Il male andrà avanti e sarà troppo tardi. Molte anime si perderanno e noi ne saremo responsabili in eterno.

Veramente è necessario mettere mano all’aratro e fare di tutto perché la Parola di Dio risuoni nei nostri e altrui cuori. Innamoriamoci di essa. Meditiamola giorno e notte. Lasciamoci conquistare dalla sua bellezza e illuminare dalla sapienza che contiene. Chiediamo ai Parroci e a tutta la Chiesa che ci rivelino le profondità di questo tesoro dal valore inestimabile che ci è stato dato in dono.

Ci aiuti la Vergine Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, e renda ciascuno di noi capace di diradare le tenebre dell’errore che avvolgono il mondo contemporaneo.

Clicca sul link seguente per la Liturgia della II Domenica di Avvento (C)

 

La parola di questa settimana è: competenza sapienziale