L’Eucaristia è per noi sorgente inesauribile di vita eterna. Essa è il mistero del Figlio di Dio che si è fatto carne nel seno purissimo della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, è morto in croce per amore nostro, è risorto al terzo giorno e per lo stesso Spirito Santo è presente in mezzo a noi, nel suo Corpo e nel suo Sangue offerti sull’altare, per la nostra salvezza.
L’Eucaristia è mistero che squarcia i confini del tempo e dello spazio, è respiro di eternità che avvolge coloro che credono in essa e la mangiano con cuore pentito e desiderio altissimo di santificazione.
L’Eucaristia non è un pane come tutti gli altri. È Pane vivo disceso dal Cielo che eleva la nostra umanità impastata di polvere del suolo a umanità divinizzata in Cristo Gesù, nostro Redentore e unico Salvatore del mondo.
Chi mangia l’Eucaristia con fede, e secondo le giuste disposizioni, non è più lo stesso. È trasformato dalla grazia di Dio, è reso uomo spirituale dall’onnipotenza creatrice dell’Altissimo e persona capace di amare secondo il cuore del Padre celeste.
È nell’Eucaristia che mangiamo la carità crocifissa di Cristo per vivere di carità crocifissa. Quella carità che non si stanca, non viene meno, non si lascia vincere dal peccato dell’uomo, dal suo egoismo, dal suo odio contro la verità, dalla sua stolta superbia che lo spinge a vivere nella solitudine da Dio e dai fratelli.
L’Eucaristia è per noi fonte inesauribile di vita eterna, fonte unica che non ha eguali. È questa la verità che dovremmo tutti gridare all’uomo contemporaneo, che si abbevera a sorgenti avvelenate che non possono dissetare la sete di Dio, insita nel cuore di ogni uomo. Sbagliare sorgente è errore gravissimo che produce in noi solo morte. Da qui la necessità di mangiare l’Eucaristia:
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Gesù è chiaro. Non vuole che ci siano fraintendimenti né che l’uomo si illuda. Chi rimane digiuno dell’Eucaristia non può avere la vita, non ha cioè nessuna possibilità di vivere, è nella morte dell’anima perché il male lo vince.
Recuperare la fede in questa parola di Gesù, e crearla laddove mai vi è stata, è più che mai necessario ai nostri giorni. Queste parole non sono dette a caso. Sono parole di verità che si compiono in modo infallibile. Crediamo o non crediamo è così. Non possiamo noi cambiare ciò che Dio ha stabilito per noi, creati a sua immagine e redenti nel suo Figlio.
Se la tentazione fa strage, se molte famiglie sono dilaniate, se molti giovani sono dispersi, se l’uomo oggi è vinto dalla legge della carne che lo fa schiavo e gli toglie la pace, è perché ci si è allontanati dalla Mensa eucaristica. Si svuotano le Chiese, gli effetti di morte spirituale, esistenziale e sociale sono innumerevoli.
Da quanto Gesù afferma questa Domenica, si deduce con facilità che partecipare alla Santa Messa è essenza della vita cristiana. Non solo. Bisogna anche che ci si cibi del suo Corpo e del suo Sangue, accostandosi al Sacramento della Riconciliazione quando necessario.
Ogni cristiano deve innamorarsi dell’Eucaristia. È in essa che noi diventiamo ad immagine di Gesù, che assaporiamo la sua misericordia, che ci lasciamo accarezzare dalla sua mano che consola e dona forza. Questo comporta una decisione ferma di rompere con il peccato e iniziare ogni giorno un cammino di conversione sincera al Vangelo. È una decisione esigente, che richiede sacrificio e impegno, rinnegamento di sé e dei pensieri del mondo. Ma è in questa decisione che si compie la salvezza, per noi e per l’umanità intera.
La Vergine Maria, Donna eucaristica per eccellenza, metta nel nostro cuore l’amore per l’Eucaristia e il desiderio di servire Gesù in santità e giustizia per tutti i singoli istanti della nostra vita.
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