La fede nel Vangelo salva – VIII Domenica Ord (C)

La fede nel Vangelo salva – VIII Domenica Ord (C)

Il cristiano è chiamato a condurre a salvezza l’umanità. Egli non è stato battezzato per ostentare la sua grandezza di figlio di Dio, ma per far sì che altri diventino partecipi della natura divina e conoscano Gesù, per amarlo e servirlo in santità di vita.

«Disse loro anche una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro”» (Lc 6,39-40).

Tale missione, tuttavia, ha bisogno di sapienza, di luce, di verità. Non una sapienza imparata a memoria, ma che si rivela essere Parola di Dio accolta nella fede e vissuta nella quotidianità dell’esistenza concreta.

In altre parole, il cristiano può essere guida sicura per i tanti ciechi spirituali che oggi ci sono nel mondo, se possiede una fede invincibile nella Parola del suo divin Maestro e si impegna a viverla sempre più pienamente. È la sua fede convinta che vince il mondo e impedisce che si cada nelle trappole che sempre Satana prepara lungo il cammino.

La Parola di Dio apre i nostri occhi e quelli dei nostri familiari, parenti, amici, colleghi, concittadini. Per conoscerla, viverla e annunciarla dobbiamo spendere le energie migliori, senza cedere alla tentazione di pensare che ci siano altre vie per giungere alla salvezza.

Nel deserto Gesù fu tentato a non annunciare e vivere la Parola del Padre suo e a compiere gesti eclatanti, lasciando l’uomo nell’inconversione del cuore. La stessa tentazione è sempre in agguato sul nostro cammino, e da essa dobbiamo guardarci con somma attenzione.

Un cristiano che non conosce e non vive il Vangelo è una guida cieca, come lo erano gli scribi e i farisei. Costui non potrà aiutare gli smarriti di cuore a trovare la via della vita e facilmente finirà per giustificare il peccato del mondo, rinunciando a vivere secondo la santa Legge del Signore. Bisogna pertanto che tutti, nella Chiesa, ci adoperiamo perché la Parola di Dio venga insegnata con ogni sapienza, nella Parrocchia, a catechismo, nella catechesi, nelle famiglie, nelle Università teologiche e in ogni altro luogo in cui è possibile farla risuonare nei cuori. È questa la scelta saggia da fare e che porterà senza dubbio frutti abbondanti di conversione.

Prima di chiudere un breve pensiero sulla pagliuzza e la trave:

«Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”» (Lc 6,41-42).

Con questa immagine Gesù ci invita a tenere presente che mai potremo aiutare gli altri a vivere il Vangelo se noi per primi non lo viviamo. La nostra parola deve essere scolpita nel nostro essere e allora sarà efficace quando viene preferita. Non è questa una via indolore, perché richiede da parte nostra tanto impegno e tanta buona volontà. Richiede tempo e costanza, perché la nostra natura è impastata di fragilità e le tentazioni non mancano. Ma è questa la via che ci ottiene la benedizione del Cielo e la conversione dei cuori.

La Vergine Maria, Donna forte e colma di ogni virtù, ci assista oggi e sempre con la sua potente intercessione materna.

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