Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? (Gv 14,9-10).
Perché il mondo si apra alla fede in Cristo e lo riconosca come unico Salvatore dell’uomo è necessario che il cristiano manifesti Cristo al vivo nella sua vita quotidiana. La visione infatti non può essere esclusa dal processo salvifico perché l’uomo vuole “vedere con i suoi occhi e toccare con le sue mani” per credere alle parole che ascolta. Questo vale ancor di più oggi nella nostra società in cui l’immagine conta più di mille parole, o per lo meno attrae e conquista con maggiore facilità.
Se annunciamo il Vangelo ma non lo viviamo, lavoriamo invano. L’altro non ci ascolterà perché ci considererà persone non credibili che “predicano bene e razzolano male”. Dirà che siamo incoerenti perché annunciamo una parola ma poi non crediamo in essa perché su di essa non fondiamo la nostra vita e le nostre scelte. Come possiamo pretendere che gli altri vivano il Vangelo se noi camminiamo con i nostri pensieri spesso pagani?
Dire la Parola di Dio e trasformarla in opera sono un’unica modalità di annuncio. L’una ha bisogno dell’altra e al tempo stesso ne è il suo completamento. La Parola detta illumina e dona significato al nostro comportamento. La vita conforme alla Parola detta testimonia che non si tratta di una Parola utopica, bensì vivibile nell’oggi della storia tanto travagliata e confusa.
Certo, mostrare al vivo Gesù non è affatto semplice. Si tratta di un’opera quanto mai impegnativa che richiede il totale rinnegamento dei pensieri che oggi vanno di moda e che indicano un modello di umanità assai difforme da quanto Gesù ha fatto e insegnato. Parlare di perdono, di fedeltà coniugale, di purezza del cuore, di responsabilità, di conversione, di dono della propria vita per i propri nemici e cose del genere, significa essere visti come extraterrestri o per lo meno gente con la testa tra le nuvole. Significa persino essere derisi e a volte messi da parte perché oggi tutto si vuole, tranne che Cristo Gesù e il suo Vangelo. Verrebbe la voglia di tirare i remi in barca, lasciare il campo e cambiare strategia.
Tuttavia non dobbiamo scoraggiarci. Ciò che è impossibile umanamente, è possibile per grazia. Con le nostre forze non andiamo lontano. Ci stanchiamo, ci scoraggiamo, ci accorgiamo che la nostra volontà spesso non basta poiché sperimentiamo la fragilità della nostra condizione umana, ci lasciamo prendere dall’ira, dallo sconforto e dall’inquietudine. Ma in questo cammino di santificazione non siamo soli! Con noi c’è lo Spirito Santo, il Paraclito, che ci è stato dato in dono perché gradualmente plasmi il nostro essere e lo renda in tutto cristiforme. Di lui ci dobbiamo ricordare. Lui dobbiamo invocare con fiducia e tanta serenità.
Mostrare al mondo Cristo al vivo è possibile se noi riceviamo con fede il perdono dei peccati nel Sacramento della Confessione; se mangiamo l’Eucaristia con nel cuore il desiderio vivo di diventare noi in Cristo “agnelli di Dio che tolgono il peccato del mondo”; se camminiamo gli uni con gli altri nella Chiesa che è una, santa, cattolica e apostolica; se preghiamo con costanza la Vergine Maria, Madre della Redenzione, che sa come partorirci a vita nuova nel suo divin Figlio. Tutto dipende dalla nostra fede. Il Cielo è con noi ed è disposto a venire in nostro aiuto. Ma noi lo invochiamo senza stancarci? Ci rifugiamo nel cuore di Gesù nei momenti più difficili quando tutto sembra vacillare? Ci facciamo sordi dinanzi alle parole bugiarde di coloro che vorrebbero farci volgere indietro per abbandonare l’aratro?
Ripeto. Dipende da noi. Certo dobbiamo sapere che quel che Filippo disse a Gesù lo dice anche noi l’uomo di oggi: “Signore, mostraci il Padre e ci basta”…”amico mio, mostrami Cristo Gesù e mi basta”. La richiesta non è certo da poco. È assai esigente. Però ciò che conta è che è possibile esaudirla. Non con le nostre forze, ma con la grazia di Dio. Se avremo fede potremo rispondere dicendo: “Chi ha visto me, ha visto Cristo Gesù”. San Paolo ci è riuscito tanto che poteva dire: “Non sono io più che vivo, ma è Cristo che vive in me”. I Santi ci sono riusciti e ci riescono. Noi perché non dovremmo riuscirci? Che forse il Signore fa preferenze di persone? Certamente no. Dipende dalla nostra fede che è fede personale, di ciascuno.
La Vergine Maria, nostra Regina e Signora degli Angeli, ci aiuti, ci soccorra, ci prenda per mano. Soprattutto aumenti la nostra fede perché solo nella fede lo Spirito Santo può operare in noi le sue meraviglie.