Signore della vita di Gesù è solo il Padre. Sua è ogni potestà e a Lui è dovuta ogni obbedienza. Il “sì” di Gesù è nell’eternità e nel tempo: «Ecco io vengo, o Dio, per fare la tua volontà» (cfr. Eb 10,1-10).
Questa è l’unica legge che governa per intero l’esistenza di Gesù. Non ve ne sono altre. In questa luce si comprendono le parole rivolte a Maria Santissima nel tempio: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?» (Lc 2,49). Non sono parole scortesi, né tanto meno offensive. Esse manifestano al contrario che Gesù già a dodici anni è Maestro anche della Madre sua e di San Giuseppe. Egli insegna a tutti noi che ogni relazione va vissuta secondo la volontà del Padre celeste, ricondotta nella sua verità senza alcuna discrepanza persino infinitesimale.
Solo nella misura in cui il cristiano si “occupa delle cose del Padre suo”, cioè si consuma per fare tutta la Sua volontà, trova pace e realizza pienamente la sua esistenza. Pensarsi senza Dio, a prescindere dai suoi desideri su di noi e dalla sua volontà è somma stoltezza, sciupio di forze e causa di insoddisfazione del cuore.
Qual è allora il ruolo dei genitori nei confronti dei figli? È il ruolo di chi deve aiutarli a scoprire e a realizzare la loro particolare vocazione che ha nel cuore del Padre la sua origine e il suo compimento. Il genitore non è signore del figlio, né padrone. È custode della sua esistenza. Deve perciò farsi servo dello Spirito Santo perché sia Lui a parlare al cuore dei figli per orientarli nella perfetta obbedienza al Padre sul modello di Cristo Gesù.
La Vergine Maria anche in questo è esemplare. Ella non ha avuto progetti sul Figlio suo. Ha accolto costantemente la volontà del Padre, sia a Nazareth nella gioia dell’annuncio del suo immacolato concepimento, sia ai piedi della croce quando sul Calvario ha offerto Gesù per la nostra salvezza nel martirio dell’anima. Anche per Maria la volontà del Padre è stata l’unica legge a cui sottomettersi pur non sempre comprendendo il mistero che vedeva realizzarsi dinanzi ai suoi occhi.
Oggi manca questa visione di fede in molti genitori e le nuove generazioni sono sballottate in mezzo ai venti burrascosi delle opinioni umane frutto del peccato di molti. Bambini, adolescenti e giovani sono spesso lasciati soli nei momenti importanti della loro crescita e così cadono in tentazione commettendo a volte sbagli anche molto gravi. Urge un cambiamento di mentalità, una vera e propria conversione al Vangelo.
La persona umana necessita di una crescita integrale. L’uomo è corpo, spirito e anima. Deve crescere in età, sapienza e grazia, come Gesù (cfr. Lc 2,52). Trascurare anche una sola di queste dimensioni significa impedire all’uomo di potersi realizzare pienamente. Il corpo va nutrito con la giusta alimentazione, curato con accortezza, rispettato nei suoi ritmi naturali e non maltrattato per inseguire i propri istinti. Lo spirito deve crescere in conoscenza ma anche in sapienza, cioè nella capacità di discernere il bene dal male e di leggere tutto alla luce della verità del Vangelo. L’anima si deve irrobustire attraverso un contatto costante con la grazia di Dio e con lo Spirito Santo.
Oggi purtroppo l’uomo sta perdendo questa sua verità. Molti si considerano solo corpo, materia, istinto, passionalità, carnalità. L’anima è dimenticata e lo spirito nutrito di falsità. Mettere al centro l’uomo-persona creato ad immagine di Dio e redento in Cristo Gesù è la via obbligata da seguire per risollevare le sorti dell’umanità.
Domande di riflessione:
Conosci la tua particolare vocazione? Ti occupi delle cose del Padre celeste con zelo e tanto amore? Dio è Signore all’interno della tua famiglia? Come può diventarlo? Sei servo dello Spirito Santo nei confronti dei tuoi figli o di chi ti è accanto? Cresci in età, sapienza e grazia? Come tratti il tuo corpo? Di cosa si nutre il tuo spirito? La tua anima si irrobustisce nella grazia di Dio?