Il divino Vasaio e la nostra fragile umanità

Il divino Vasaio e la nostra fragile umanità

Nessuno di noi è perfetto, anzi manchiamo tutti in molte cose e se ci facciamo un esame di coscienza, ci accorgiamo anche che di difetti ne abbiamo, e non pochi.

La perfezione infatti è sempre oltre, se per perfezione intendiamo la piena conformazione a Cristo Gesù, prototipo dell’umanità nuova e redenta.

Per tale motivo, con grande umiltà, è quanto mai opportuno consegnare la nostra fragile umanità al divino Vasaio e chiedergli che abbia pazienza con noi e giorno dopo giorno ci modelli secondo la sua volontà.

In fondo, se ci pensiamo, è questa la via maestra per imitare la Vergine Maria – e con Lei tutti i Santi e le Sante – che ha pronunciato il suo “Eccomi!” in ogni istante, senza opporre resistenza all’azione della grazia, con tanta buona volontà e grande determinazione. Ella non si è modellata da se stessa, non ha confidato nelle sue forze, nella sua intelligenza o nella sua esperienza. Si è abbandonata nelle mani dello Spirito Santo, lasciando a lui ogni decisione e iniziativa. Sua è stata solo l’obbedienza puntuale e perfetta.

Se partiamo da questa visione esistenziale che è vera e propria povertà in spirito, se avremo il coraggio di rinunciare a tutti i pensieri, i desideri e i progetti che possono essere di ostacolo nella consegna di noi stessi al divino Vasaio, faremo grandi progressi in poco tempo. Giorno dopo giorno sperimenteremo quanto può fare la grazia di Dio in noi e resteremo meravigliati di quel che diventeremo.

Se invece opponiamo resistenza allo Spirito Santo, se non ci fideremo della sua sapienza creatrice e modellatrice, non solo non cresceremo in santità, ma anche ci abbrutiremo sempre più. Prima o poi il male farà breccia nel nostro cuore e il mondo ci conquisterà con le sue false illusioni.

La scelta che dobbiamo fare è una sola: a quale sapienza affidare la nostra vita, il nostro presente e il nostro futuro. Se affidarla alla sapienza terrena, carnale, diabolica (cf. Gc 3,15) che altro non può fare se non generare in noi e fuori di noi morte e devastazione; oppure affidarla alla sapienza celeste che ha in serbo per noi grandi progetti che diventano possibili quando si sposano l’onnipotenza divina e la volontà dell’uomo.

Anche in questo caso la scelta è personale, del singolo e non della comunità.

È vero, il processo di modellamento non è facile né immediato né esente da dolore. È processo che richiede lungo tempo, impegno, sacrificio, abnegazione, rinnegamento di se stessi, pazienza, costanza, perseveranza e mille altre virtù che spesso non abbiamo. Richiede anche tanta sofferenza, perché la porta è stretta e ogni colpo di mano del divino Vasaio si sente.

Ma questo non deve spaventarci, perché sempre il Signore ci assisterà con la sua grazia e renderà possibile ciò che per natura è impossibile.

Da qui l’incoraggiamento che ci viene dalla Parola di Dio e che infonde in noi, se letto con sapienza evangelica, tanta speranza:   

«Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato e avete già dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e percuote chiunque riconosce come figlio. Perciò, rinfrancate le mani inerti e le ginocchia fiacche e camminate diritti con i vostri piedi, perché il piede che zoppica non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire» (Eb 12,4-6.12-13).

Perdersi d’animo quando si comprende che bisogna convertirsi e cambiare vita, non è saggezza. Dire “sono fatto così e non potrò mai cambiare” non è dare spazio all’onnipotenza divina. Scegliere di non voler collaborare con la grazia di Dio per cattiva volontà è quanto mai pericoloso.

Tutti siamo in cammino. Tutti dobbiamo emendare la nostra condotta. Tutti abbiamo bisogno di essere plasmati dallo Spirito Santo che usa molte vie per far sì che il Vangelo diventi nostra vita e nostro cuore.

Se il Signore non ci amasse, si disinteresserebbe di noi e ci lascerebbe morire nel nostro peccato. Ma lui muore per noi, vuole, pensa e crea solo il nostro più grande bene. Ma ha bisogno del nostro “Eccomi!”, della nostra fede, del nostro abbandonarci tra le sue braccia come un bimbo piccolo che si lascia amare dai suoi genitori senza farsi troppe domande, perché si fida della loro sapienza.

Che la correzione non ci piaccia, è un fatto. Che sia medicina necessaria per la nostra salvezza e per il nostro perfezionamento graduale in Cristo, è un altro.

Che la Vergine Maria tocchi il nostro cuore e aumenti la nostra fede affinché la possiamo imitare nella consegna totale che ha fatto di sé al divino Vasaio, alla sua sapienza, al suo amore senza confini.

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