Il discernimento tra bene e male è un dono assai prezioso che va chiesto al Signore ogni giorno, senza stancarsi e senza cedere alle mille distrazioni che non di rado affollano mente e cuore.
Da esso dipende tutta la nostra vita. Il nostro presente e il nostro futuro, non solo quello nel tempo, ma anche quello eterno. Non solo il nostro, anche quello di molti con cui siamo legati inscindibilmente da vincoli familiari, ecclesiali, sociali o di altra natura.
Lo aveva capito bene Salomone, scelto da Dio come Re di Israele ma ancora molto giovane e dunque senza alcuna esperienza di governo. Egli si accorse che era umanamente impossibile compiere in santità una missione delicata come la sua. Il popolo era numeroso, le questioni che sempre nascono nel suo seno complicate e difficili da risolvere, le richieste e le esigenze di ogni suddito quanto mai svariate. E lui, nel santo timore di Dio, non voleva sbagliare, perché un solo errore di un Re manda in rovina un popolo. Grande, assai pesante, indicibile diventa la sofferenza di una quantità smisurata di anime innocenti.
Da qui la preghiera che egli fece all’inizio del suo regno, tanto famosa, che leggiamo anche nella Liturgia:
«Ora, Signore, mio Dio, tu hai fatto regnare il tuo servo al posto di Davide, mio padre. Ebbene io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi. Il tuo servo è in mezzo al tuo popolo che hai scelto, popolo numeroso che per quantità non si può calcolare né contare. Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male; infatti chi può governare questo tuo popolo così numeroso?» (1 Re 3,7-9).
Cosa chiese Salomone? Chiese un cuore docile. Questo è un particolare importante.
Il discernimento infatti nasce dal perenne ascolto dello Spirito Santo. Non solo dall’ascolto, anche dall’obbedienza pronta ed immediata ad ogni sua mozione. È dono attuale, che non può pensarsi a mo’ di ricetta prestabilita che va realizzata in ogni sua parte quando si presenta una determinata occasione. A volte funziona anche così, ma nella stragrande maggioranza dei casi gli elementi che entrano in gioco sono imprevedibili e quanto mai differenti l’uno dall’altro.
Basti pensare al mistero che avvolge ciascuno. Nella stessa situazione, poiché le persone che si hanno dinanzi sono diverse, a volte bisogna tacere, altre volte bisogna parlare; e le parole non possono essere le stesse in un caso o in un altro. Persino in famiglia, con i figli nati dallo stesso grembo, un genitore non può agire in modo predeterminato. Deve lasciarsi sempre illuminare, guidare, muovere dallo Spirito Santo in ogni gesto, parola, opera, atteggiamento.
Il cuore docile è perciò necessario. I ribelli, i superbi, i caparbi e quanti non vogliono ascoltare e alzare gli occhi al Cielo perché sanno già cosa fare, non possono discernere il bene dal male da compiersi qui ed ora. Se poi si sceglie come stile di vita il peccato, l’immoralità e l’impudicizia, allora le possibilità di ricevere dal Cielo un così grande dono diventano veramente infinitesimali.
Il discernimento tra bene e male vale più di ogni altra ricchezza. Avere tutto l’oro del mondo e non essere mossi e illuminati dallo Spirito Santo, è grande tragedia. È preferibile un povero saggio, anziché un ricco stolto. I beni terreni, senza il discernimento tra bene e male, diventano una trappola in alto mare, che non lascia scampo a nessuno. Sono ricchezze effimere che risucchiano la nave nel vortice della tempesta e ogni suo passeggero muore affogato, senza respiro.
Un’ultima cosa va detta prima di chiudere. Il discernimento è dono da chiedere a Dio, ma anche richiesta accorata da fare al Sacerdote. Nella Scrittura è lui l’uomo a cui il Signore affida le chiavi della sapienza. È lui la presenza sacramentale di Cristo Maestro e pertanto a lui bisogna rivolgersi di tanto in tanto – e quando necessario – per verificare il proprio cammino e per ascoltare la voce dello Spirito Santo nella carne umana.
Se oggi molti dilapidano la propria vita nella confusione più grigia e finiscono di consegnarsi al male, è perché ci si è sganciati dal Sacerdote. Non lo si vede più come l’uomo del discernimento tra ciò che è volontà di Dio e ciò che non lo è. Si cammina in autonomia da lui e dunque dalla Chiesa, e il pensiero del mondo ha la meglio. Satana convince molti che il bene è male e il male è bene. La Parola di Dio è ridotta a menzogna e così molte anime si perdono.
Il Sacerdote è quanto mai necessario per coloro che vogliono discernere il bene dal male, secondo il cuore di Cristo e nella perenne mozione dello Spirito Santo.
La Vergine Maria, Regina degli Apostoli, santifichi i presbiteri, in ogni ordine e grado, e convinca i fedeli laici che per una precisa volontà di Cristo Gesù non possono camminare da soli se vogliono giungere ai pascoli erbosi della vita eterna.
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