«A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati» (Gv 1,13).
Il Prologo del Vangelo secondo Giovanni afferma a chiare lettere che il cristiano ha una particolare ontologia che lo caratterizza: l’essere stato generato da Dio.
Il giorno del Battesimo è accaduto infatti qualcosa di grande, si è compiuto un mistero che va oltre ogni immaginazione umana. Dal grembo della Chiesa, per opera dello Spirito Santo, è nato in Cristo un figlio di Dio. La natura umana, creata ad immagine e somiglianza del Creatore, è stata resa partecipe della natura divina e ricolmata di grazia, resa capace di compiere le opere della fede.
Il Battesimo è un cambiamento radicale dell’essere dell’uomo, è l’inizio di una vita nuova. Non perché si è venuti a conoscenza di un misterioso progetto riservato ad alcuni eletti per via teorica, ma perché si è divenuti per natura parte del mistero della Redenzione operata da Gesù Cristo. Il legame con tale mistero si è compiuto per generazione sacramentale, per nascita da acqua e da Spirito Santo (cf. Gv 3,1-21).
Tutto questo dovrebbe farci riflettere, perché veramente grande è il dono che abbiamo ricevuto!
Il Signore ha avuto pietà di noi e ci ha sanati dalla nostra infermità. La sua grazia è stata per noi più che milioni di dosi del farmaco più potente contro ogni genere di virus. Siamo stati liberati dal veleno di morte che il serpente antico ha iniettato in noi e siamo divenuti nuove creature (cf. 2 Cor 5,17).
Per tale motivo non possiamo più chiuderci in una mentalità rinunciataria e disfattista. Non possiamo più dire che la storia è destinata al fallimento e che nulla può cambiare. Piuttosto dobbiamo mettere ogni impegno a collaborare con la grazia di Dio affinché essa operi ogni giorno in noi e ci renda via via perfetti com’è perfetto il Padre nostro celeste (cf. Mt 5,48).
Il Battesimo è il giorno dell’inizio. Poi c’è tutto un cammino che si apre dinanzi a noi e che tutti possiamo percorrere fino in fondo.
Se diciamo di essere discepoli di Gesù, dobbiamo avere una visione alta della nostra vita. Dobbiamo convincerci che è possibile sconfiggere il male, dentro e fuori di noi. È possibile perché siamo figli di Dio, e non stranieri o suoi nemici. Ciò che mancava ai grandi personaggi dell’Antico Testamento, noi lo abbiamo. Per grazia infatti, ogni giorno di più, possiamo diventare capaci di vivere «secondo verità nella carità, crescendo in ogni cosa tendendo al Capo del corpo che è Cristo, nostra forza e nostra potente salvezza» (cf. Ef 4,15).
Cresciamo dunque nella fede, e anche se non di rado sperimentiamo la difficoltà del cammino della nostra santificazione, non dimentichiamo mai che lo Spirito Santo ha particolari abilità che superano ogni nostra aspettativa. Egli è un ottimo scultore munito di martelli potenti, un artista che sa lavorare bene anche il marmo più duro, un fabbro con braccia forti che non teme di modellare i cuori e le menti più resistenti.
Lo Spirito Santo porterà di certo a compimento la sua opera, se noi glielo permetteremo e glielo chiederemo ogni giorno con preghiera accorata e fiduciosa.
Ci aiuti la Vergine Maria, Madre della Redenzione, ci prenda per mano e interceda per noi giorno e notte.
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