L’Eucaristia è necessaria e insostituibile – Corpus Domini (C)

L’Eucaristia è necessaria e insostituibile – Corpus Domini (C)

Nella Solennità del Corpus Domini ognuno di noi è chiamato a rinsaldare la sua fede nell’Eucaristia, perché da tale fede dipende la nostra vita, quella terrena e quella eterna.

Se questa fede è forte, va custodita dalle insidie del Maligno e sempre più alimentata affinché diventi invincibile. Se è debole, va rafforzata. Se è stata smarrita, va ritrovata. Se è inesistente, ci vuole qualcuno che la crei nel cuore attraverso un’evangelizzazione efficace.

L’Eucaristia – vale la pena ricordarlo «in ogni occasione, opportuna e inopportuna» (cf. 2 Tm 4,1-2) – non è un pezzo di pane e un sorso di vino. È Gesù, il Figlio dell’Altissimo, il nostro Redentore, vivo e vero, presente in “Anima, Corpo, Sangue e Divinità” (cf. CCC 1374), che si offre a noi per amore, come Cibo di vita eterna e Bevanda di salvezza.

O crediamo nell’Eucaristia oppure siamo destinati a sciupare la nostra esistenza e ad esporla al ludibrio. E questo non lo dico io, ma Gesù stesso quando così si esprime: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6,53-54). E ancora: «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5).

Possiamo avere mille propositi di bene, tanta buona volontà, persino un cuore buono, alieno dal male, ma se ci manca la forza che viene dall’Eucaristia siamo incapaci di amare noi stessi e gli altri. Siamo succubi della nostra fragilità e rimaniamo prigionieri della nostra natura bisognosa di Redenzione. Le parole di Gesù non vanno sottovalutate. Sono parole di vita eterna, via obbligata per chi vuole conoscere la vera libertà che è libertà dal peccato e dalla morte.

L’Eucaristia va amata, desiderata, gustata con la gioia nel cuore, mangiata con le giuste disposizioni e rendendo grazie a Dio per un Dono così mirabile di cui nessuno di noi è degno, ma che per la misericordia di nostro Signore ci viene consegnato nelle mani per essere salvati.

All’Eucaristia dobbiamo anelare con tutto il nostro essere, nella certezza che in Essa sono riposti tutti i doni di grazia di cui abbiamo bisogno e primo tra tutti la carità crocifissa che sola può sostenerci nel nostro pellegrinaggio terreno e che ci spinge, giorno dopo giorno, a diventare anche noi, in Cristo, offerta pura e santa per la conversione di tanti nostri fratelli, che vanno amati e non giudicati.

Il desiderio di cibarsi dell’Eucaristia, con cuore umile e pentito, accompagni ognuno di noi. Ci renda cristiani autentici, gente che vive il Vangelo e testimonia con coraggio dinanzi al mondo intero che solo Gesù è Colui che può dare pienezza di senso alla vita dell’uomo.

Nella Solennità del Corpus Domini – e ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa – con San Tommaso d’Aquino accostiamoci al Banchetto eucaristico “come l’infermo al medico che gli ridona la vita, come l’immondo alla fonte della misericordia, come il cieco alla luce dello splendore eterno, come il povero e il bisognoso al Signore del Cielo e della Terra”.

Sarà allora che la nostra vita cambierà veramente, che riusciremo a smettere di voltare le spalle a Dio e ai fratelli, che sapremo diventare «luce del mondo e sale della Terra» (cf. Mt 5,13-16), datori di vita e strumenti eletti dello Spirito Santo affinché molti si ravvedano e credano in Cristo Gesù, «Via, Verità e Vita» (cf. Gv 14,6).

Le folle di cui si parla nel Vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, che ascolteremo quest’anno nella Solennità del Corpus Domini, erano persone reali, ma sono anche da intendersi come immagine dell’umanità intera di ogni tempo che ha bisogno del Pane vivo disceso dal Cielo e cioè di Gesù, del suo Corpo e del suo Sangue, alimento che nutre l’anima e infonde in noi la vita di grazia, mentre lentamente ci conforma all’Uomo nuovo che vince sul peccato e sulla morte.

Al mondo contemporaneo che ha ormai distrutto la Domenica nel suo essere il giorno del Signore e tende sempre più ad allontanare piccoli e grandi dalla Santa Messa, noi cristiani dobbiamo gridare, senza paura, che l’Eucaristia è necessaria e insostituibile.

È necessaria, perché solo in Essa si trova ristoro, pace e pienezza di vita. Solo in virtù della grazia che in Essa si attinge si può vincere il serpente antico che ci vuole abbrutire, confondere, illudere, avvelenare, accecare con le sue false chimere. Solo se la si mangia con fede si vince il male e si riesce ad amare secondo verità.

È insostituibile, perché non ci sono surrogati che possano prendere il suo posto. Non ci salvano né ci danno la gioia di vivere gli idoli che sempre il mondo costruisce con abilità, le tecniche di autoguarigione che ci imprigionano nell’immanenza, le false illusioni che esistano elisir di lunga vita o farmaci speciali che risolvono i problemi esistenziali dell’uomo.

Si può credere o meno nell’Eucaristia, ma la storia attesta che Gesù mai ha parlato invano. Chi si ciba di Lui con fede, vive per lui e risorge a vita nuova. Chi lo rinnega, vive per se stesso, divorato dal male in tutte le sue forme.

La Vergine Maria interceda per noi e faccia sì che la Solennità del Corpus Domini sia per tutti e ciascuno un giorno di festa, di meditazione e di ringraziamento per il Dono immenso che abbiamo ricevuto: il Corpo e il Sangue del Figlio dell’Altissimo.

 

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