La “Weltanschauung” del cristiano

La “Weltanschauung” del cristiano

Nell’ottica della fede, la vita dell’uomo è un cammino nel tempo che ha come suo orizzonte ultimo l’eternità.

Un cammino difficile, impegnativo, pieno di pericoli, sempre esposto alla tentazione, irto di ostacoli, inevitabilmente faticoso, aperto alla possibilità del dubbio e persino al rinnegamento del Signore, potente Liberatore del suo popolo dalla schiavitù del peccato e della morte.

In questo cammino è necessario, anzi indispensabile, non perdere l’orientamento ed avere sempre chiara la meta da raggiungere. Bisogna altresì avere un discernimento perfetto, capace di distinguere il bene dal male, con uno sguardo penetrante che sa vedere oltre ogni apparenza, al fine di sventare tutte le trappole disseminate dal nemico qua e là.

È in questa prospettiva che possiamo comprendere le parole del Salmo che così recita: «I tuoi precetti [Signore], mi danno intelligenza, perciò odio ogni falso sentiero. Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 119,104-105).

La Parola di Dio è luce che sempre deve illuminare le nostre scelte. Essa deve essere il criterio unico che orienta ogni piccola o grande decisione, la fonte perenne della nostra saggezza, la nostra visione del mondo, della storia, della vita, di ogni evento, di tutto ciò che siamo e che siamo chiamati ad essere.

Con un termine tecnico e quanto mai eloquente, la Parola di Dio deve essere la Weltanschauung del cristiano.

Se così non è, si cammina nelle tenebre e non si è veri discepoli di Gesù. Il mondo con tutte le sue false ideologie e filosofie ci confonde, ci destabilizza, ci conquista. Ci induce a fare scelte sbagliate, e così invece di costruire il Regno di Dio, lo demoliamo.

Va detto con fermezza che l’uomo è le sue scelte, perché da queste dipende il suo presente e il suo futuro. Ogni scelta produce infatti conseguenze storiche che neanche Dio può cancellare! Se si sceglie il bene – che è solo la volontà di Dio –, le conseguenze sono di bene. Se si sceglie il male, le conseguenze sono di male.

Mai dobbiamo noi dimenticare questo principio che si realizza nella storia con infallibile precisione. Altrimenti camminiamo nell’illusione che è una delle più pericolose “malattie” spirituali ed esistenziali di ogni tempo.

Per tale motivo, il cristiano non può essere superficiale. Deve lasciarsi necessariamente illuminare dalla Parola di Dio e dallo Spirito Santo, altrimenti la sua cecità colpevole lo farà cadere in un fosso insieme a tutti coloro che ripongono in lui la loro fiducia (cf. Lc 6,39-42).

In questo contesto è bene sottolineare anche un’altra verità che la fede della Chiesa insegna e che oggi, purtroppo, è quanto ignorata e disattesa: le scelte sono personali, del singolo e non del popolo.

Personale è la vocazione. Personale sono i carismi. Personale è il posto che si occupa nella storia della salvezza. Personale è la volontà di Dio che si è chiamati a compiere. Personale è la responsabilità di dire “sì” oppure “no” allo Spirito Santo.

La relazione è con Dio, da cuore a cuore. È lui che sceglie, interpella, chiama, costituisce, invita, chiede. Con lui – prima che con chiunque altro – bisogna relazionarsi. Le scelte, cioè, vanno fatte al suo cospetto, con “timore e tremore” (cf. Fil 2,12), perché lui bisogna amare e a lui bisogna rendere conto.

Questa mentalità – che è parte integrante della Weltanschauung del cristiano – è importante farla propria e insegnarla a piccoli e grandi, perché con troppa facilità oggi si tende a giustificare i propri errori, oppure a prendere le proprie decisioni, a partire da ciò che “i più” fanno, seguendo le mode del momento.

Il discernimento, che è obbligatorio, è personale prima che comunitario, e va fatto alla luce della Parola di Dio, in un clima di preghiera e profonda riflessione sapienziale, chiedendo allo Spirito Santo di capire qual è la volontà di Dio, senza confonderla con quella del “popolo” o del mondo.

Per intenderci, dire che una cosa è giusta perché “tutti fanno così o la pensano così” non è saggezza cristiana. È piuttosto atteggiamento pericoloso che in moltissimi casi induce in errore, perché “i pensieri di Dio non sono quelli dell’uomo, e le sue vie non sono le nostre vie” (Is 55,8-9).

La conversione, a cui sempre siamo invitati e che è sempre oltre la nostra storia attuale, è alla Parola di Dio, alla sua volontà, ai suoi progetti e desideri e mai al “sentire comune” in se stesso.

È vero che essere cristiani che vivono il Vangelo comporta in molti casi essere derisi e considerati retrogradi, ma è l’unica via che ci salva e che salva il mondo, perché è l’unica via per riflettere sull’umanità intera la luce di sapienza che promana dal cuore di Cristo che è il cuore del Padre.

Che la Vergine ci aiuti con la sua potente intercessione. Sia la nostra Stella polare nel cammino della vita, la nostra Celeste Custode contro le insidie del nemico, la Madre amorevole che ci dona la forza di consegnare sempre e comunque la nostra vita al suo divin Figlio Gesù.

 

Approfondimenti:

Weltanschauung fonte: Wikipedia