Viviamo oggi in tempi assai difficili perché la confusione regna sovrana in molti campi. Il Covid-19 lo dimostra in maniera inequivocabile e diventa in tal senso emblematico.
Si dice tutto e il contrario di tutto circa la sua misteriosa origine, la sua effettiva pericolosità, la sua potenza di contagio, la possibilità o non possibilità che si arrivi ad un vaccino che lo sconfigga, il suo ritorno in diverse ondate o la sua estinzione definitiva.
Ognuno – chi ha competenze certificate a riguardo e chi non le ha – porta avanti la sua teoria, che comunque è sempre soggetta a modifiche anche sostanziali, con una “leggerezza” che lascia stupiti. La conseguenza è una sola: non si sa a chi credere perché non si capisce chi ha ragione, e così lo smarrimento, la sfiducia e quel senso di indeterminatezza che impedisce di programmare il futuro con un minino di serenità tendono ad avere la meglio in molti cuori.
Solo chi cresce ogni giorno in sapienza e grazia come nostro Signore (cf. Lc 2,52), solo chi ha una grande fede nell’onnipotenza di Dio e nella sua misericordia trova pace. Soprattutto non si lascia manipolare da coloro che sanno fare leva sulle paure e sulle fragilità della gente pur di raggiungere i loro scopi e coltivare il proprio delirio di onnipotenza.
Sono tempi difficili i nostri e il motivo è uno solo: regna sovrana l’ignoranza di Cristo, della sua Parola, dei pensieri del suo cuore.
Infatti se la confusione regnasse solo in riferimento al Covid-19, potremmo stare tranquilli anche in mezzo a venti impetuosi che sempre si abbattono sull’umanità. La storia dei Santi lo testimonia. Ma purtroppo è nel campo teologico che oggi si è quanto mai frastornati. E di riflesso in quello esistenziale.
Il Vangelo non è più, per molti, la roccia su cui edificare la propria vita; e se lo si conosce nel suo dato oggettivo, tuttavia lo si interpreta in mille modi, facendo dire a Dio ciò che non ha detto e usando la stessa sua Parola per avallare certe visioni della vita e certe antropologie che contrastano fortemente con il pensiero di Cristo.
Il male di oggi è una teologia “modernizzata” che si nutre con le correnti di pensiero dell’uomo e di Satana, che stravolgono la verità dell’uomo, della Chiesa, del Sacerdozio, della Direzione spirituale, della Catechesi, della vita familiare, sociale, economica, politica e culturale. Tutto è in confusione. Molte coscienze sono ottenebrate e le anime più sensibili sono nella grande sofferenza.
Ecco perché la domanda di Gesù ai discepoli è quanto mai attuale: «Ma voi, chi dite che io sia?» (cf. Mt 16,15). Voi cristiani, battezzati, divenuti membra vive della Chiesa che Io ho partorito dall’Alto della Croce, cosa dite di me? A voi ho affidato la salvezza dell’umanità intera, ma voi mi conoscete secondo verità oppure mi dipingete come più vi piace quasi fossi un’opera d’arte soggetta all’interpretazione del vostro cuore? Sapete che ogni vostra parola può edificare o distruggere il Regno di Dio a seconda che sia o meno conforme ai pensieri e desideri del mio cuore? Vi lasciate guidare, illuminare, istruire dallo Spirito Santo che vi ho donato, oppure seguite il vostro spirito ballerino?
La domanda di Gesù merita una risposta ed è rivolta a ciascuno di noi. Nessuno si senta autorizzato a volgersi altrove, a far finta di niente, a pensare che la domanda era solo per Pietro, Giacomo e Giovanni o sia oggi per Papa Francesco e i Vescovi che sono i successori degli Apostoli. La domanda è per tutti e bisogna assumersi le proprie responsabilità dinanzi ad essa.
Questo perché la fede è un fatto, individuale, del singolo soggetto e l’esistenza di ognuno è personale. Nessuno vive nell’altro o al posto dell’altro o nel corpo dell’altro. La Chiesa questo lo ha sempre insegnato, condannando tutte le teorie che deresponsabilizzano l’individuo in ordine alle scelte di vita che è chiamato a fare in prima persona.
La retta conoscenza di Cristo è dovere di ognuno di noi, oltre che dono che discende dall’alto per rivelazione. Da essa dipende il corso e l’esito della nostra vita. Da essa dipende il nostro presente e il nostro futuro eterno. Non quello degli altri semplicemente. Il nostro.
Da qui l’obbligo di impegnarsi personalmente ogni giorno a crescere in sapienza e grazia, nelle sante virtù e nello spirito delle Beatitudini che sono l’atteggiamento esistenziale del discepolo di Gesù di ogni tempo e di ogni dove.
Una cosa però, prima di chiudere è necessario ribadire: la retta conoscenza di Cristo non è possibile senza la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica. Solo Pietro infatti è la roccia su cui questa Chiesa è fondata e che mai crollerà nonostante tutti gli attacchi che ogni giorno le vengono sferrati dall’interno e dall’esterno.
Si esce dalla Chiesa, si entra nelle spire del demonio, ci si getta tra le sue fauci che attendono di divorare un numero di anime sempre maggiore.
Ognuno faccia la sua scelta e non vada dietro a dottrine pellegrine e favole artificiosamente inventate, ieri e oggi, per confondere, ingannare, intrappolare chiunque nella falsità per poterlo manipolare e usare come strumento di morte eterna.
La Vergine Maria, Regina del Cielo e della terra, degli Angeli e dei Santi, ci sostenga nel nostro cammino e ci doni la vera conoscenza del Figlio suo Gesù.
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