Santa Madre, deh voi fate…

Santa Madre, deh voi fate…

Santa Madre, deh Voi fate che le piaghe del Signore siano impresse nel mio cuore.

Questa preghiera, che recitiamo durante la Via Crucis, in Quaresima, non è affatto fuori tempo nel mese di Maggio. Essa infatti è preghiera sublime con cui chiediamo una delle grazie più preziose e importanti per la nostra vita e cioè la grazia di amare, con tutto il cuore, Gesù crocifisso. 

Proprio lui che è «scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani» (1 Cor 1,23); Lui che è «disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia» (Is 53,3); l’Agnello innocente che è stato torturato e ucciso barbaramente dai soldati romani accecati dalla loro cattiveria.

In un certo senso, con le parole che compongono questa meravigliosa preghiera, vogliamo imitare in tutto la Vergine Maria, che non ha abbandonato il suo divin Figlio neanche dinanzi al supplizio della Croce ed è divenuta, con Lui e in Lui, martire di amore sul Calvario, per la salvezza dell’intera umanità.

Sembra strano, ma è proprio così. È questa la nostra vocazione, la strada da percorrere per essere felici, per realizzarsi come uomini e come cristiani: avere sempre dinanzi agli occhi il Crocifisso come unico Modello di umanità nuova da realizzare, obbediente al Padre celeste e ricolmo di Spirito Santo e sempre mosso da lui.

Guardarlo però è ancora poco. Significa essere solo all’inizio del cammino e ancora assai lontani dalla meta. È il cuore che deve cambiare. È in esso che si devono imprimere le piaghe che ci hanno guariti (cf. Is 53,5) e che sono il segno del suo amore infinito per noi peccatori. Se il cuore rimane distante, immerso nelle cose del mondo, conquistato da esse e affezionato al peccato, finiremo sempre, prima o poi, per scegliere di fuggire lontano da Gesù crocifisso e di lasciarlo solo. Saremo anche noi sconfitti dalla paura e dal principe delle tenebre che vuole separarci dal Buon Pastore per dilaniare le nostre anime con la sua ferocia.

Ecco allora la preziosa grazia che chiediamo alla Vergine Maria con questa preghiera: diventare uomini e donne dal cuore segnato dalle piaghe del Redentore, un cuore che sente il dolore della Passione e perciò non dimentica e non si distrae neanche per un istante.

È vero, per chiedere una tale grazia ci vuole una grande fede. Bisogna convertirsi veramente, cambiare mentalità e pregare in modo nuovo, totalmente nuovo.

Dal chiedere di poter essere liberati da tutto ciò che rende difficile e impegnativa la nostra vita, che la rende a volte pesante e insopportabile, bisogna iniziare a chiedere la forza di portare ogni croce sulle spalle, senza ribellioni e con grande mitezza. Dal chiedere di vivere su un’isola deserta, una sorta di Giardino dell’Eden primordiale, in mezzo alla natura incontaminata e con accanto solo persone con cui si è in perfetta sintonia, bisogna iniziare a chiedere di vivere nel mondo, infestato da peccatori, per diventare in Cristo loro redentori. Dal chiedere di scendere dalla croce come il cattivo ladrone (cf. Lc 23,39), bisogna iniziare a chiedere di rimanere inchiodati ad essa, sapendo che è quella la scala che porta in Cielo e la cesoia che ci pota per portare più frutto nel corso della nostra breve esistenza terrena (cf. Gv 15,1-10).

Non è facile un cambio di mentalità del genere, perché noi ancora siamo troppo invischiati di immanenza e nutriamo la nostra anima, la nostra mente e il nostro cuore di velenose illusioni. Siamo ancora poco convinti che la grazia di Dio può fare di noi grandi Santi e grandi Sante. Dubitiamo dell’amore di Dio e della sua sapienza. Non abbiamo ancora scelto come orizzonte e meta del nostro esistere il Paradiso, la vita eterna beata, il fine per cui siamo stati creati.

E allora sguazziamo nei nostri pensieri e rimaniamo ancorati all’amore imperfetto che è orientato verso la creatura e non verso il Creatore. Siamo come il giovane ricco che si è lasciato imprigionare dalle sue ricchezze e non ha avuto il coraggio di donare il suo cuore a Gesù che lo avrebbe reso felice (cf. Mt 19,16-22).

Ma possiamo farcela. Dobbiamo esserne certi. La Vergine Maria è accanto a noi e se la invochiamo con fiducia, di certo verrà in nostro soccorso. Giorno dopo giorno intenerirà il nostro cuore e scriverà in esso le piaghe del Signore con quell’inchiostro sublime che sgorga dal suo cuore di Madre.

Ella ci aiuti, ci prenda per mano, ci custodisca sotto il suo manto. A Lei affidiamo i nostri buoni propositi, nella sicura certezza che Ella troverà la via per liberarci da tutto ciò che ancora oggi è per noi fonte di schiavitù e di incompiutezza esistenziale.