Il Custode della Chiesa universale

Il Custode della Chiesa universale

San Giuseppe è un Santo particolare. La sua missione è stata quanto mai delicata e il suo amore per Gesù veramente straordinario.

Lui ha accettato di essere Sposo castissimo della Vergine Maria e di accogliere nostro Signore come suo figlio adottivo, consumando la propria vita per entrambi nella perfetta obbedienza alla volontà di Dio.

Non era affatto facile. Non lo dimentichiamo. La sua fede è stata unica. Ha creduto all’Angelo, e non solo all’inizio, che gli ha annunciato un mistero inconcepibile da mente umana, che richiedeva il totale annientamento di ogni categoria mentale umanamente accettabile.

La fede di San Giuseppe è totale rinnegamento di se stessi, consegna cieca al progetto che il Padre celeste ha pensato per lui sin dall’eternità. Non so quanti di noi sarebbero capaci di fare lo stesso.

Ma sappiamo anche un’altra cosa: San Giuseppe è il Patrono e il Custode della Chiesa universale. La sua missione non è conclusa. Ancora oggi lui continua a vegliare sulla Sposa di Gesù.

Per tale motivo, la nostra preghiera si deve innalzare a lui ogni giorno perché ognuno di noi risponda con generosità alla propria vocazione e lui tenga lontani, da tutta la Chiesa, i mali che sempre l’assalgono.

Due oggi, tra questi, ne esaminiamo, anche se ve ne sono tantissimi altri.

Il primo male è il pensare che Dio operi senza il cristiano.

Questa è una grande tentazione che mai ci abbandona. Crediamo nell’onnipotenza di Dio, nel suo occhio vigile su di noi, nella sua onniscienza, ma ci dimentichiamo che noi siamo membra del corpo di Cristo, persone con un cuore, un’anima, una storia personalissima da redimere.

Se San Giuseppe avesse pensato che il Padre dei cieli avesse salvato Gesù dal cattivo Erode direttamente, senza il suo prezioso aiuto, a quest’ora povero Gesù bambino! Tutta l’opera della salvezza sarebbe andata in fumo, perché i soldati avrebbero di certo trovato e ucciso il Figlio dell’Altissimo.

E anche Maria non avrebbe avuto vita facile. Una donna incinta, senza un marito, sarebbe stata a quel tempo lapidata.

Pensiamo a noi per un istante. A ciascuno il Signore chiede qualcosa di unico e irripetibile. Lui ha bisogno di noi e noi non possiamo tirarci indietro, se lo amiamo. La nostra collaborazione è necessaria. Attraverso di noi, lui vuole fare grandi cose.

Un Dio che opera senza il cristiano, e più in generale senza l’uomo, non esiste. Non è il Dio del Vangelo. È un dio immaginato. Niente di più.

Il secondo male è questo: pensare che la nostra santità non sia necessaria perché Dio operi attraverso di noi.

Qui dobbiamo stare attenti. Non possiamo dire, come qualcuno dice, che Dio opera nel peccato dell’uomo. Dio ha bisogno della nostra santità, perché senza santità lo Spirito Santo non ci può muovere, ispirare, condurre. Neanche percepiamo la sua mozione. I nostri pensieri ci sopraffanno e la legge della carne vince su di noi.

San Giuseppe ha detto “sì” al Signore, ma era uomo giusto, umile, obbediente. Si è lasciato plasmare dallo Spirito Santo ogni giorno, è cresciuto anche lui in sapienza e grazia, e così tutto ha fatto con puntualità e sapienza.

Cresciamo dunque anche noi in santità! In ogni tempo. E crediamo che siamo noi gli strumenti umani attraverso cui la salvezza si compie. Non per le nostre forze, ma per la misericordia e l’onnipotenza divine che si fondono con la nostra santità.

Ci aiutino la Vergine Maria e San Giuseppe suo castissimo Sposo, nel cammino della vita e nella nostra delicata missione.