La missione è essenza stessa del nostro essere cristiani e in verità deve diventare anche ciò che dona senso alla nostra vita.
Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (cf. Gv 20,19-23).
Se siamo tristi, abbacchiati, depressi, è perché ancora non abbiamo capito che la vita ci è data perché andiamo nel mondo e annunciamo ovunque il Vangelo della salvezza. È allora che tutto cambia. Non viviamo più per noi stessi, ripiegati sulle nostre sofferenze, oscurati da mille preoccupazioni, rinchiusi nel nostro piccolo mondo in cui noi dobbiamo essere al centro dell’attenzione. Lo Spirito Santo prende il timone della nostra vita e ci fa passare dall’egocentrismo spirituale, che ci attanaglia, all’amore vero che si fa dono di sé a Dio per la salvezza del mondo intero.
Tuttavia una cosa è necessario che comprendiamo: per operare questo passaggio abbiamo bisogno di volgere perennemente il nostro sguardo verso il divin Maestro. Il giorno di Pentecoste di quest’anno, Gesù si manifesta nel Cenacolo per insegnarci che lui dobbiamo guardare se vogliamo generare salvezza in questo mondo. Lui deve essere il nostro unico Modello. Da lui dobbiamo imparare come parlare, come agire, come pensare, come camminare sempre in comunione con il Cielo, nello Spirito Santo, per togliere il peccato dal mondo e costruire il Regno di Dio tra gli uomini.
Se distogliamo anche per un solo istante il nostro sguardo da Gesù, ci perdiamo. I falsi idoli diventano l’oggetto della nostra concupiscenza e ci tolgono la pace. Nasce nel cuore il desiderio di farci “a loro immagine” e così la falsità conquista il nostro essere fino a frantumarlo.
Ciò che è grave oggi è che – nella stragrande maggioranza dei casi – il cristiano non ha più stima di Gesù. Lo vede come uno sconfitto e non come il Vincente. Vede la sua croce come un fallimento e non come la manifestazione più eloquente dell’onnipotenza dell’amore di Dio.
Ecco perché in molti cuori è scomparso il desiderio di imitare Gesù: la perfetta conformazione a lui non è più il fine unico della propria esistenza, e di conseguenza non si ha più alcun anelito missionario. È qui che il nostro cristianesimo affonda e la nostra pastorale è uno sciupio inutile di forze: si mette da parte Cristo e si rincorrono false chimere.
Soprattutto nei giovani – ma non solo – Gesù è stato sostituito da personaggi più o meno famosi che troneggiano nei mass media e sui social, ma che tutto sono tranne che cristiani che vivono il Vangelo. Attraverso il loro modo di pensare, parlare, agire e vivere vengono proposti ed elogiati disvalori quali: la violenza, l’adulterio, il sopruso, l’inganno, la maldicenza, l’opportunismo, la cosificazione della persona umana, l’edonismo più sfrenato, la trasgressione dei dieci Comandamenti e di ogni precetto del Signore, la disobbedienza a Dio come via per ottenere la felicità. La storia però insegna che questi ideali sono nocivi, e altro non fanno che creare inquietudine e angoscia che si tramutano non di rado in azioni inique che arrivano anche alla distruzione di se stessi e degli altri.
La Pentecoste, e cioè il dono dello Spirito Santo, deve essere per noi momento forte per liberarci da tutti i falsi modelli di umanità, che affollano la nostra mente e che ci vengono propinati da ogni parte, con violenza, giorno per giorno. È occasione di grazia per imparare a guardare solo Cristo, lui contemplare, lui amare, lui ammirare, non come osservatori esterni ma come coloro che sono disposti a vivere pienamente innestati in Lui tanto da respirare con Lui all’unisono.
Se lo Spirito Santo potrà compiere in noi questo prodigio, se riuscirà a cambiare la nostra prospettiva esistenziale perché noi glielo permetteremo, se cambierà il fine della nostra vita, la Pentecoste sarà per noi il giorno del nuovo inizio. Cammineremo con nel cuore un solo desiderio: diventare cristiani autentici che realizzano la propria umanità in Cristo e, dovunque operano, mostrano il vero volto del loro Maestro e Signore, perché il mondo si salvi dalla latente idolatria che oggi attanaglia la nostra società.
La Vergine Maria, che più di tutti si è lasciata plasmare dallo Spirito Santo ad immagine del suo divin Figlio, interceda per noi e ci ottenga ogni dono di grazia perché ciò accada anche in noi.
(Per i testi della Liturgia della Domenica di Pentecoste di quest’anno clicca qui)