Gesù sale al Cielo ma lascia noi sulla terra – Ascensione (Mt 28,16-20)

Gesù sale al Cielo ma lascia noi sulla terra – Ascensione (Mt 28,16-20)

Non siamo soli nella missione di salvezza che ci è stata affidata. Gesù è al nostro fianco come “prode valoroso” e combatte con noi e per noi affinché la luce diradi le tenebre e l’uomo conosca la verità.

Del resto, se non fosse così, navigheremmo invano poiché non è nelle nostre forze toccare i cuori e muoverli a conversione. Le nostre parole, se Gesù non ci assiste con il suo Santo Spirito, sono acqua che scivola sull’ombrello e lascia i nostri ascoltatori nel mondo dell’iniquità e dell’ingiustizia.

La consapevolezza che “Gesù è con noi fino alla fine dei tempi” (cf. Mt 28,20) deve spronarci a camminare nelle strade del mondo con coraggio e determinazione. Salvare l’uomo è possibile, nonostante le difficoltà siano numerose e infiniti i pericoli. San Paolo è in tal senso una testimonianza fulgida di quanto Gesù sia fedele alla promessa che ha fatto ai suoi apostoli il giorno dell’Ascensione. Il Signore mai l’ha abbandonato, pur facendogli attraversare la grande tribolazione che nasceva spesso dalla durezza dei cuori di quanti incontrava lungo la via: «Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese» (2 Cor 11,23-28).

Ogni ostacolo può essere superato e ogni battaglia può essere vinta. L’esercito nemico è malvagio e agguerrito. Il suo diabolico condottiero è scaltro e non ha pietà di nessuno. Per lui, piccoli e grandi sono prede succulente da mandare al macello, come purtroppo abbiamo potuto anche constatare con i recenti fatti di sangue accaduti a Manchester. Ma Gesù è l’Onnipotente. A lui e a nessun altro il Padre “ha dato ogni potere in cielo è in terra” (cf. Mt 28,18). Nessuno può resistere alla sua forza, e prima o poi deve piegare il ginocchio dinanzi a lui e confessarlo come il Figlio dell’Altissimo, il Creatore e il Redentore dell’uomo.

Tocca a noi però mettere a sua disposizione le nostre vite. Tutto di noi dobbiamo consegnare a Lui, senza lasciare spazio a paure, dubbi, perplessità o incertezze. Gesù ha bisogno della nostra bocca, dei nostri occhi, delle nostre mani, dei nostri piedi, del nostro cuore, della nostra anima, del nostro corpo, del nostro respiro.

È questo il mistero dell’Ascensione: Gesù sale al cielo ma lascia noi sulla terra.

Non perché camminiamo da soli, rinchiusi nelle oscure tenebre del tornaconto personale. Non perché ci lasciamo conquistare da falsi idoli. Non per inseguire i nostri progetti. Ma per operare intimamente uniti a Lui, mossi dallo Spirito Santo e sempre pronti a continuare la sua opera salvifica.

Se amiamo Gesù, se amiamo l’umanità, se amiamo i piccoli, i giovani, gli anziani, non possiamo essere egoisti e vivere per noi stessi. Dobbiamo donare a Gesù la nostra vita, tutto il nostro essere, perché lui continui oggi a redimere l’uomo, a guarire la sua esistenza corrotta dal peccato, a seminare nei cuori la speranza, a dare senso ai nostri giorni in questo tempo travagliato in cui tutto sembra precipitare nel baratro del nulla.

L’Ascensione è un invito forte ad amare donando se stessi a Cristo risorto per la salvezza del mondo intero. Possiamo dire “sì” a Gesù, anzi non dobbiamo temerlo di farlo. La nostra santità è condizione necessaria e punto di partenza per realizzare i desideri di Cristo. Se faremo la sua volontà, lui sarà il nostro scudo, la nostra forza, la nostra pace.

La Vergine Maria, Fortezza inespugnabile e Stella dell’evangelizzazione, ci sostenga con la sua potente intercessione e ci assista nei momenti più difficili della nostra missione.

(Per la Liturgia della Parola clicca qui)