La preghiera è fonte di speranza

La preghiera è fonte di speranza

La preghiera è una componente essenziale della vita cristiana. Essa, cioè, non deve mai mancare nella giornata del discepolo di Gesù, perché altrimenti le possibilità di seguire il Maestro sulla via della perfetta santità crollano vertiginosamente.

La fragilità della nostra natura, gli ostacoli che si incontrano lungo il cammino, la sordità di molti che vivono accanto a noi, la sofferenza che è compagna della nostra vita e mille altre cose si possono sopportare e superare solo con il sostegno che viene dall’Alto, ma tale sostegno non ci è dato in modo automatico. Siamo noi che dobbiamo chiederlo, giorno per giorno, istante per istante, senza mai stancarci e con volontà forte e determinata.

Pensare che non serva pregare perché tanto il Signore sa di cosa abbiamo bisogno, è grande tentazione. È vero, il Signore sa di cosa abbiamo bisogno, però vuole che siamo noi, con la nostra volontà e il nostro cuore, a chiedergli tutto.

Lui gradisce che bussiamo alle porte del suo cuore, gradisce che noi lo invochiamo con fiducia, gli confidiamo le nostre afflizioni e le nostre speranze, gli presentiamo la nostra storia chiedendogli che lui la salvi e venga in nostro soccorso.

Giairo e l’Emorroissa sono in tal senso di grande esempio per noi.

Seppure in modo diverso e con una fede differente costoro hanno cercato Gesù e hanno chiesto le grazie sperate con tanta fiducia.

La loro era una storia difficile, delicata, avvolta da molta sofferenza, ma la certezza che Gesù aveva una soluzione per loro e non li avrebbe delusi li ha sostenuti e spinti all’incontro con Lui.

La stessa dinamica vale per noi. Anche noi dobbiamo cercare Gesù nella preghiera, presentargli la nostra storia, intessere con lui un dialogo di amore in cui manifestargli gioie e dolori, ansie e speranze, affanni e preoccupazioni di ogni genere perché lui venga presto a salvarci. Dobbiamo chiedergli prima di tutto che ci indichi la via della salvezza e ci dia al tempo stesso la forza di percorrerla fino in fondo, giorno per giorno.

La preghiera è fonte di grande speranza per noi, e questo non dobbiamo mai dimenticarlo. Quando attorno a noi tutto appare buio, senza alcuna via d’uscita, sappiamo che il Signore nella sua onnipotenza di certo ci aiuterà.

Pensiamo per un istante a Giairo. Quanto delicata era la sua situazione! La sua figlioletta era in pericolo e il suo cuore di padre era in grande agitazione. Cosa fare? Da chi andare? Quale poteva essere la soluzione giusta? Ecco la fede e la sapienza di quest’uomo: “vado da Gesù, lui è compassionevole, lui mi aiuterà. Lui non mi deluderà. Ne sono certo. Lui salverà la mia bambina”. E così quest’uomo non si abbatté, non si scoraggiò, perché vide una luce dove attorno tutto era tenebra.

Stesso discorso per l’Emorroissa. Anche lei, quanta sofferenza! Dodici anni di Calvario silenzioso, rincorrendo la speranza che qualche medico la potesse guarire, ma senza alcun risultato. Come doveva sentirsi questa donna? Ma lo Spirito Santo ha creato in lei una fede potentissima: “Se io tocco soltanto il mantello di Gesù, sarò guarita dalla mia infermità, vedrò la salvezza di Dio, sarò finalmente purificata dal mio male”. E così fu: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male» (Mc 5,34).

Giairo e l’Emorroissa sono da imitare. Tutte le volte che recitiamo il Santo Rosario, che partecipiamo alla Santa Messa, che ci cibiamo dell’Eucaristia. Tutte le volte che il nostro cuore è in subbuglio e che abbiamo bisogno di ritrovare la speranza, quella vera che non delude.

Preghiamo allora con fede forte e affidiamo a Gesù la nostra storia, nella certezza che lui ci ama e non ci abbandona e con quella pazienza che sa aspettare i suoi tempi che non sono spesso i nostri.

Ci aiuti la Vergine Maria, nostra celeste Protettrice, e ci custodisca tutti sotto il suo manto di luce e di misericordia.

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