Non temere, piccolo gregge

Non temere, piccolo gregge

Al Signore non servono grandi eserciti per edificare il Regno di Dio. Gli bastano pochi soldati che si fidano ciecamente di lui e si lasciano muovere dal suo Santo Spirito senza opporre resistenza.

Gli bastano poche pecorelle di buona volontà, che come Abramo hanno nel cuore il desiderio vivo di servirlo, ascoltano la sua voce, lo amano con semplicità e hanno il coraggio di lasciare tutto per mettersi in cammino, senza pretendere di conoscere il futuro che Dio vuole realizzare con loro (cf. Eb 11,8).

La storia insegna che laddove anche una sola persona ha creduto in Cristo e ha fatto la sua volontà moltissimi sono stati coloro che hanno conosciuto la salvezza e sono passati dalle tenebre alla luce.

Ma noi purtroppo non pensiamo così. I nostri ragionamenti sono inquinati da una sottile megalomania, figlia della superbia che appartiene al nostro DNA, o da una tendenza innata allo scoraggiamento, che molto spesso ci fa cadere in crisi alla maniera di Elia che si sentiva solo in mezzo ad un popolo idolatra e pensava di non valere niente, di non poter far nulla per il suo Dio, perché non era migliore dei suoi padri (cf. 1 Re 19,1-8).

Ci sentiamo incapaci di compiere l’opera di Dio, ci stanchiamo con estrema facilità, ci avviliamo perché attorno a noi vediamo tanta indifferenza per ciò che concerne la fede e le cose del Cielo. Non mancano addirittura le occasioni in cui si pensa di tirare i remi in barca, di lasciare il campo di battaglia per ritirarsi a vita privata, nel proprio orticello o sul proprio divano, magari dinanzi ad una Serie TV con una bibita fresca da sorseggiare.

Ma Gesù ci conosce, vede la nostra fragilità e scruta i nostri pensieri, e così prende l’iniziativa, ci cerca e ci incoraggia: Non temere piccolo gregge, vai avanti, non ti fermare dinanzi a niente e nessuno, persevera nell’annunciare il Vangelo. Io sono con te. Io ti darò sempre la forza per portare la tua croce. Sarò tuo scudo e tuo Consolatore. Non temere! Vai avanti e non ti fermare! Io sono con te per salvarti e operare in te e attraverso di te le mie meraviglie!”.

Il gregge del Signore è piccolo perché non è fatto di molte pecore. È fatto di cuori semplici, piccoli appunto. Cuori come il cuore di Maria, la Fanciulla di Nazareth, che ha creduto che “nulla è impossibile a Dio”, e perciò si è totalmente consegnata nelle mani dell’Onnipotente, senza paura.

Lei ha creduto in quelle parole iniziali che l’Angelo Gabriele le rivolse: “Non temere, Maria! Hai trovato grazia presso Dio…”.

Se Maria si fosse fermata alla sua pochezza, se avesse guardato la sua umanità fragile, anche se immune da peccato originale, non avrebbe potuto collaborare al mistero della Redenzione. La paura l’avrebbe vinta. L’insicurezza l’avrebbe divorata.

Perciò anche noi, come lei, dobbiamo imparare a fidarci del buon Pastore, ad ascoltare la sua voce e a fare qualsiasi cosa lui ci chiede di fare.

Il cristiano non può essere un pauroso. Deve vincere la paura e l’insicurezza. Deve avere una fede invincibile nell’onnipotenza divina e credere, contro tutto e tutti, che ciò che il Signore chiede di fare si può fare. Sempre, sempre, sempre.

E anche se si è pochi, non bisogna mai cadere in crisi e smettere di essere testimoni del Vangelo nel mondo. Il lievito nella farina è una piccola quantità, ma fa fermentare tutta la pasta. Ci vuole tempo, pazienza. Si va incontro a derisioni, incomprensioni, ostacoli di ogni genere. Pazienza. Ma non bisogna mai fermarsi. Mai.

Dalla perseveranza che diventa costante crescita in sapienza e grazia, nasce il Regno di Dio. Chi vuole tutto subito non può compiere la missione affidatagli.

Ciò che conta è crescere ogni giorno un po’ di più in santità. Crescere nell’obbedienza al Vangelo. Crescere nella libertà da tutto e tutti perché solo lo Spirito Santo abbia le redini dell’anima, dello spirito e del corpo: «Vendete ciò che possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore» (Lc 12,33-34).

Il nostro tesoro deve essere Cristo, il suo Vangelo, la sua volontà, ogni suo piccolo desiderio. Là deve essere fisso il nostro pensiero, perché solo per questo tesoro vale impiegare tutta la nostra vita.

E se Cristo sarà oggi il nostro tesoro, domani, nell’eternità lo sarà ancor di più. E questo tesoro è sicuro, perché nessun ladro potrà mai rubarcelo, mai.

Non temiamo allora di fidarci di Gesù, del Buon Pastore che ha dato e dà la vita per le sue pecorelle. Ascoltiamo la sua voce e decidiamoci in cuor nostro di non opporre resistenza al suo amore che salva e redime, al suo Vangelo che è luce che illumina le coscienze e le conduce sulla via della Verità.

Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Madre e Maestra, e ci renda coraggiosi e zelanti perché non ci fermiamo mai dinanzi al male che si scaglia contro di noi per annientarci e per spegnere la nostra luce.

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