Natale del Signore 2016

Natale del Signore 2016

In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio…e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi.

Al giorno d’oggi, per molti cristiani, Gesù e la sua Parola sono due entità separate o addirittura totalmente in contraddizione tra loro. È come se Gesù fosse una cosa e il suo Vangelo un’altra. E così, quanto dice San Giovanni nel Prologo che si legge il giorno di Natale in tutte le Chiese è ignorato, cancellato, ridotto al nulla.

La conseguenza nefasta di questo atteggiamento è che la confusione regna sovrana a tutti i livelli: antropologico, esistenziale, familiare, ecclesiale, sociale, economico, medico, scientifico, morale e chi più ne ha più ne metta. Accade oggi che ognuno si fa la sua verità non solo per ciò che concerne la vita umana, ma anche per ciò che concerne il volto di Dio, la Sua volontà, il Suo cuore. Viviamo insomma in un tempo molto delicato perché ogni punto di riferimento dura un istante e la mutevolezza del pensiero dell’uomo diventa legge di morte per piccoli e grandi.

Se vogliamo essere cristiani autentici, non possiamo anche noi cadere in questa trappola.

Dobbiamo al contrario unificare Gesù e il Vangelo, recuperare nello Spirito Santo e sotto la guida sapiente della Chiesa l’unità salvifica dei due, per non rischiare di correre invano e ingannare noi stessi e anche gli altri.

Il Natale è l’occasione giusta, da cogliere con entusiasmo e grande fede. Esso è il momento opportuno per comprendere che Gesù bambino non è una statua di gesso da mettere nel Presepe per rispettare un’antica tradizione, né un Dio muto e senza Parola che può essere adattato alle mode del momento. Lui è vivo e vero, presente nella nostra storia in modo attuale e sempre pronto a parlare al nostro cuore e alla nostra coscienza.

Il Natale è la festa della contemplazione orante, che diventa ascolto e obbedienza, del Dio fattosi carne nel seno purissimo della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo. È la festa di coloro che vogliono entrare in comunione con il loro Creatore e Redentore per imparare da lui i segreti dell’amore vero che salva e redime.

Gesù che nasce ha tante cose da dirci e vuole che noi apriamo l’orecchio del nostro cuore senza paura: “Non temere Maria…non temere Giuseppe…non temete pastori…oggi vi è nato un Salvatore che è Cristo Signore…gioite, fidatevi di lui, ascoltatelo…”.

Lui viene nel mondo per portare pace nel nostro cuore, nelle nostre famiglie, nelle nostre Parrocchie, nelle nostre strade, nelle nostre campagne. Viene per illuminare con la luce della sua Parola le tenebre della nostra mente che ci rendono spesso insensibili, pigri, vittime di una cultura del superfluo e dell’effimero che perde l’essenziale per un nulla.

Al baccano e al frastuono che oggi imperversano nelle strade in questi giorni di Natale, dovremmo sostituire il silenzio orante della Vergine Santa che ha accolto nel suo cuore la Parola dell’Angelo Gabriele e ha permesso all’Onnipotente che compisse in lei le sue meraviglie. Dovremmo sostituire il silenzio orante di Giuseppe che non ha recalcitrato dinanzi al mistero della nascita del Figlio dell’Altissimo e si è fatto servo saggio obbediente del Padre celeste per custodire il Redentore dell’uomo. Dovremmo sostituire il silenzio orante dei pastori e dei Magi che hanno saputo riconoscere in quel Bambino avvolto in fasce il Dio onnipotente e santo.

Gesù nasce ancora oggi per dirci che ci ama di un amore eterno. Nasce per dare un senso alla nostra vita che senza di lui è un cammino al buio e senza meta. Nasce per asciugare le nostre lacrime, infondere nel nostro cuore la speranza, insegnarci che non serve una reggia per essere felici, farci comprendere che ciò che conta è essere poveri in spirito, miti, operatori di pace, puri nei pensieri e nelle opere, affamati e assetati di giustizia, misericordiosi e capaci di amare anche i nostri nemici perché lo splendore del Vangelo rischiari le tenebre dell’errore. Gesù nasce perché la sua Parola penetri nelle profondità del nostro cuore e diventi ogni giorno di più nostra vita e resurrezione.

Accogliamo dunque il Messia atteso delle genti e lasciamo che sia lui a parlare in questo Natale. Le nostre parole non contano. La sua Parola rimane stabile in eterno.

Che la Vergine Maria, Madre del Dio altissimo, ci conceda la grazia di accogliere il suo Figlio Gesù come ha fatto Lei, nell’umiltà e nel grande amore.