La Parola di Dio è un dono d’inestimabile valore che viene dal Cielo, ma che purtroppo è oggi poco apprezzato – se non addirittura per nulla – dalla stragrande maggioranza dei cristiani.
È questo il motivo fondamentale per cui Papa Francesco ha istituito una particolare Domenica dedicata ad essa, con l’accorato auspicio che «possa far crescere nel popolo di Dio la religiosa e assidua familiarità con le Sacre Scritture» (Aperuit illis, 15).
È evidente che la Sacra Scrittura si conosce ben poco, in modo assai vago e per frasi fatte. Moltissimi sono i battezzati che si sono fermati al Catechismo di Iniziazione cristiana fatto in tenera età, senza poi preoccuparsi di passare alla Catechesi che è insegnamento sistematico e necessario sulle verità di fede e di morale. Chi ha letto la Bibbia per intero, almeno una volta nella vita, appartiene all’esercito delle mosche bianche o ad una specie rara di “extraterrestri” che vivono in un pianeta lontano.
Dobbiamo dircelo con tutta franchezza: il male dei nostri giorni è l’ignoranza della Sacra Scrittura, che come diceva San Girolamo è ignoranza di Cristo. Per tale motivo non si è veri discepoli e testimoni di Gesù e ci si lascia conquistare dalla miriade di filosofie che vanno di moda e che tendono a rinchiudere l’uomo nell’immanenza.
La parola chiave su cui porre la nostra attenzione in questa riflessione è allora una sola: Rivelazione. Questa è la categoria teologica che ci può far comprendere la grandezza del dono ricevuto.
La Parola di Dio è di Dio, e non dell’uomo. Gli agiografi l’hanno messa su carta nel corso dei secoli sotto ispirazione. Non se la sono inventata. Essa nasce dalla sapienza eterna dell’Altissimo, una sapienza superiore, divina, che la creatura non ha in sé.
Quando parliamo di Rivelazione, diciamo che è Dio stesso che ha parlato a quanti lui ha scelto come suo strumenti di salvezza, facendo loro conoscere il suo cuore, i suoi pensieri, il suo mistero. Gli agiografi infatti hanno detto e scritto solo e soltanto quanto il Signore ha voluto dire di sé. Non hanno aggiunto e tolto nulla.
La profonda differenza tra le filosofie umane, le religioni e la fede della Chiesa Cattolica è nella e dalla Rivelazione, che si è sedimentata, come dato normativo, nella Sacra Scrittura e che continua nel tempo sotto l’azione dello Spirito Santo in chi crede in Cristo e nella sua Chiesa.
Diciamo con coraggio che la Parola di Dio non è parola come tutte le altre! In essa sono contenuti e donati a noi i segreti della vera conoscenza, che nessun altro possiede. Essa è la Parola necessaria che distingue in modo chirurgico il bene dal male, non secondo il cuore dell’uomo, ma secondo il cuore dell’Onnipotente.
La Parola di Dio «è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, fino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri del cuore» (Eb 4,12). Per tale motivo sono molti coloro che non l’accolgono, molto spesso, per cattiva volontà. Come dice l’Apostolo Giovanni “si preferiscono le tenebre alla luce perché le opere che si compiono, e si vogliono continuare a compiere, sono opere malvagie” (cf. Gv 3,19).
Se nella nostra cultura avanzano filosofie di vita che nulla hanno di evangelico è perché si vuole sostituire ed annullare la Parola di Dio con pensieri umani, dicendo con arroganza che la Sacra Scrittura non serve più e non può rispondere alle domande esistenziali dell’uomo di oggi.
Ma questo non è vero. Gesù lo insegna e noi dobbiamo credere in Lui: «il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno» (Mt 24,35).
Amiamo dunque la Sacra Scrittura e non permettiamo che si dica che è parola qualunque! Con la Chiesa e nella Chiesa custodiamo questo dono stupendo, e diciamo a tutti che non è la stessa cosa edificare la casa della propria vita sulla roccia o sulla sabbia (cf. Mt 7,24-27).
Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, in questa delicata missione e renda ciascuno di noi Parola di Dio vivente per la salvezza di tante anime.
Clicca sul link seguente per la Liturgia della III Domenica del Tempo Ordinario (A), Domenica della Parola.