La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima

La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima

Al giorno d’oggi accade spesso che l’uomo dimentichi di avere un’anima immortale che gli è stata donata da Dio al momento del concepimento.

Così si vive assecondando le passioni disordinate e la concupiscenza, che di fatto rendono schiavi e inclini a lasciarsi sedurre dal serpente antico. Le vie sono diverse, gli ambiti potremmo definirli a partire dai sette vizi capitali, ma il risultato è sempre lo stesso: non si cammina in comunione con Dio e nel cuore alberga una costante inquietudine che toglie la pace.

L’uomo, chiamato ad essere felice e ad amare secondo verità, si consuma nelle gioie effimere, rincorre le illusioni, sprofonda lentamente nel baratro esistenziale.

Questo stato di cose, però, non è una novità. La Sacra Scrittura afferma dalla prima pagina fino all’ultima che quando l’uomo si separa dal suo Creatore e non si lascia avvolgere dalla grazia della Redenzione sperimenta dinamiche di morte nel suo intimo e attorno a sé. L’avvertimento che il Signore fece ad Adamo nel Giardino dell’Eden vale per tutti e per ogni tempo: «Se ne mangi, muori» (cf. Gn 2,16-17), che parafrasato significa: “Se tu non credi in Me e nella mia Parola, non obbedisci alla mia santa legge e vivi come ti pare e piace, muori, ti autodisintegri lentamente e produci sofferenza in te e attorno a te”.

Gesù stesso afferma questa verità eterna e la “disegna” con l’immagine semplice della vite, in cui lui stesso si identifica, per convincere i suoi discepoli che senza il suo aiuto non potranno essere felici né avranno un futuro in terra e in Cielo: «Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15,5).

Si crede oggi in questa parola? Molto raramente. Piuttosto ci si lascia ingannare dal principe di questo mondo e si pensa che la legge del Signore sia fallimentare, imperfetta, inutile, dannosa, schiavizzante.

I discepoli di Gesù non possono però cadere in questo tranello sempre antico e sempre nuovo. Devono necessariamente radicarsi nella virtù dell’obbedienza ed essere disposti ad esercitarla persino in modo eroico.

Nella legge del Signore è la vita. Fuori di essa è la morte. Non ci sono mezze misure. Non ci sono sconti per nessuno. Si creda o non si creda, questo accade per tutti, ad ogni età e in ogni condizione, in ogni Continente e in ogni famiglia.

Chi vuole gioire e trovare pace deve rimanere nella legge del Signore. È allora che Dio stesso rinfranca l’anima e la rende capace di governare il corpo perché diventi strumento di redenzione e salvezza.

Cercare la pace e il ristoro fuori della volontà di Dio è grande stoltezza. È svilire il proprio essere, considerarsi animali pensanti e dimenticare il respiro di eternità che è la nostra anima.

Ciò che dispiace, ai nostri giorni, è il vedere un uomo che non ha stima di se stesso e non capisce quale grandezza porta scritta nel suo essere. È il vedere uomini e donne accecati dal vizio e dal peccato. È vedere cristiani battezzati che dimenticano di essere figli di Dio, tempio dello Spirito Santo, membra vive di Cristo e della Chiesa, persone umane avvolte da un mistero che li lega profondamente alla Santissima Trinità.

«La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima. […] I precetti del Signore sono retti, fanno gioire il cuore; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi» (cf. Sal 18).

Credere fermamente in queste parole è fonte di serenità e pace vera. È via per vivere ogni istante della propria vita con Gesù nel cuore, capaci di amare come lui ci ha insegnato. Sulla croce o ai piedi di essa. Nella gioia o nel dolore. Nella salute o nella malattia. Da soli o in mezzo a tanti. Questo non siamo noi che possiamo sempre deciderlo. Appartiene ad un mistero che ci sovrasta e che non possiamo governare appieno.

Sappiamo però che il Signore è il nostro Pastore e nulla ci fa mancare con il suo amore. Noi camminiamo, ascoltiamo la sua voce e ci fidiamo di lui. Lui ci conduce e sa dove portarci, perché la sua sapienza è infallibile e nessuno può sconfiggerlo.

La Vergine Maria, Madre solerte che ci ama di eterno amore, ci prenda per mano e rafforzi ogni giorno la nostra fede affinché possiamo crescere ogni giorno in santità, sorreggendoci a vicenda gli uni gli altri.

Clicca sul link seguente per la Liturgia della III Domenica di Quaresima (B)