La serenità del corpo e dello spirito

La serenità del corpo e dello spirito

Il cristiano che cresce in santità assapora pian piano la serenità del corpo e dello spirito, trova cioè quell’armonia dell’essere che nasce dalla Redenzione.

Si badi bene però che la Chiesa non parla della serenità come sentimento o addirittura sentimentalismo. Non parla di una serenità fondata su una falsa speranza, né su frasi slogan che dicono tutto e il contrario di tutto, né su vaghe illusioni partorite dalle menti di questo o quel grande ideologo. Parla della serenità che riguarda l’ontologia nuova che viene dallo Spirito Santo, dai Sacramenti ricevuti con fede, dalla conversione del cuore, dalla vita di grazia. È la serenità che cammina a braccetto con la pace del cuore, dono che solo il Redentore può fare a coloro che credono in lui.

Questa la Colletta della XXXII Domenica del Tempo Ordinario (A): Dio grande e misericordioso, allontana ogni ostacolo nel nostro cammino verso di te, perché, nella serenità del corpo e dello spirito, possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio. Per il nostro Signore Gesù Cristo…

Il corpo di chi cresce in santità è sereno, perché è capace di governare la concupiscenza. Essa rimane, non muore, ma è assai debole e pertanto non rende schiavi in catene. Il corpo è forte, rivestito delle virtù e pronto a produrre i frutti dello Spirito Santo. Tra questi l’amore e il dominio di sé, la capacità di non lasciarsi travolgere nel fiume impetuoso del vizio e del peccato.

Nello stato di grazia la concupiscenza si vince e perciò ci si può dedicare liberamente al servizio di Dio e dei fratelli, in santità e giustizia, lontani da gelosie, invidie, arrivismi e interessi personali. Se invece si sotterra la grazia di Dio e si sta lontani da essa, ci si illude di vincere la concupiscenza. In realtà la vittoria è apparente e dura poco. Poi il desiderio smodato di possedere tutto e tutti torna all’attacco con un esercito mille volte più potente, e guai a chi ne viene investito.

Il corpo di chi cresce in santità è sereno anche per un altro motivo. Esso è capace di sopportare la fatica di ogni giorno, il peso della croce, leggero o pesante che sia, la sofferenza che a volte aumenta.

Gesù visse la sua missione, e persino la sua Passione e Morte, con un corpo sereno, pronto al sacrificio della Croce. Visse i momenti di gioia e quelli dolorosi senza mai venire meno, senza cadere in crisi, senza lasciarsi vincere dal male. Il suo segreto fu uno solo: era pieno di grazia e di verità (cf. Gv 1,14).

Ma la serenità è anche dello spirito. Quando si vive in grazia di Dio, mente e cuore, volontà e anima sono avvolti da grande armonia e pace, perché in essi abitano i pensieri di Cristo e non i pensieri del mondo. Si è liberi dalle suggestioni del male e dalle false chimere che ingannano l’uomo, portano scompiglio e creano inquietudine e insoddisfazione.

Chi cresce in santità non ha manie di grandezza, non si affanna per il domani, non scatena una guerra per un nulla, sa porgere l’altra guancia, amare i suoi nemici e pregare per i suoi persecutori, sa guardare avanti, molto avanti, e correre leggero verso i pascoli erbosi della vita eterna.

Lo spirito di costui è sereno perché non è attaccato alle cose della terra. Le usa perché è giusto che sia così, ma con grande saggezza e squisita carità. Non si lascia rinchiudere nel carcere dell’immanenza, perché è costantemente orientato verso la trascendenza.

Ecco l’esempio stupendo delle cinque vergini sagge. Costoro sono capaci di sano discernimento, perché lo Spirito Santo inebria le loro menti e il loro cuore. Anche il loro corpo non si consegna al peccato, perché è libero da ogni forma di edonismo o schiavitù. Le vergini sagge sanno che la vita passa veloce e che a nulla serve rincorrere gioie fugaci se poi si perde la gioia eterna, quella vera.

E allora ogni giorno, in piccoli vasi, versano l’olio della sapienza e lo trasformano nella luce della carità che illumina il mondo intero.

Si comprende dunque che la serenità del corpo e dello spirito è al tempo stesso figlia della grazia e della sapienza. E la sapienza va coltivata ogni giorno come tenera pianticella nel terreno del proprio cuore, con cura e accortezza.

Solo colui che è sapiente e abitato dalla grazia di Dio può sperimentare la serenità del corpo e dello spirito. Solo costui è libero. Solo costui è capace di sconfiggere il male che assedia anima e corpo.

Anche noi, come le vergini sagge, cresciamo ogni giorno in sapienza e grazia, e impariamo a servire il Signore nella carità e nell’obbedienza al suo volere, come ha fatto la Regina delle vergini, Maria Santissima.

A Lei che è nostra Madre affidiamo i nostri buoni propositi e al suo cuore misericordioso l’umanità intera perché comprenda che la vera libertà è nella verginità del cuore che si consegna tutto allo Sposo celeste.

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