Della rovina di Giuseppe non si preoccupano

Della rovina di Giuseppe non si preoccupano

C’è un peccato molto grave e molto diffuso tra i cristiani, che bisogna combattere oggi più che mai con tutte le forze, e cioè il non prendersi a cuore la missione che Gesù ha affidato alla sua Chiesa.

Nel mondo dilagano l’ignoranza di Cristo, l’immoralità, l’idolatria, l’egoismo, le diatribe, l’arroganza e la falsa profezia. Proliferano filosofie e ideologie che tendono a distruggere l’umanità sin dalle sue fondamenta biologiche. Si diffondono il culto della scienza atea e la cultura della morte. Sono tanti coloro che vivono nell’inquietudine, nello sconforto, nell’angoscia, nella disperazione.

Eppure non di rado si vive una fede autoreferenziale e non ci si dà da fare per condurre qualche anima in Paradiso, per far sì che creda in Cristo, trovi in lui luce, speranza, pace, e abbia la vita eterna. Poco o nulla si fa perché il mondo si ravveda dalle sue iniquità e non ci si preoccupa minimamente delle numerosissime anime che si perdono per sempre nelle tenebre eterne.

I motivi possono essere tanti, ma nessuno di questi ci giustifica dinanzi a Dio. Né la pigrizia, né la paura della derisione e dell’insulto, né la vita frenetica che prende tempo ed energie, né tutto il resto.

Anche noi, insomma, potremmo essere come il ricco epulone e fare una brutta fine (cf. Lc 16,19-31). Non perché abbiamo un conto in banca con molti zeri o perché possediamo ville, gioielli, automobili e mille altre cose. Ma perché siamo ciechi e non vediamo quanti il Signore mette al nostro fianco come persone umane da amare, custodire, illuminare e confortare con la potente luce del Vangelo affinché possano sperimentare quanto è bello essere discepoli di Gesù.

Non sono infatti le ricchezze in se stesse che aprono le porte dell’Inferno. Altrimenti il Vangelo sarebbe classista. E così non è, perché il Vangelo è per tutti. Ciò che potrebbe aprirci le porte dell’Inferno è la nostra noncuranza, il nostro disinteresse per la salvezza del genere umano e prima di tutto per coloro che vivono accanto a noi.

Il povero Lazzaro, oggi è sicuramente chi non ha un pezzo di pane, un vestito, un tetto sotto cui dormire al sicuro. Ma è anche chi ha bisogno del nostro amore che prima di tutto deve tradursi nel donare Cristo, il suo Vangelo, la sua grazia che rigenera e dona vita, la sua misericordia e quella speranza che solo Lui può dare all’uomo.

Il povero Lazzaro è il peccatore, il lontano da Dio, colui che non sa che Cristo Gesù è morto per lui sulla croce perché nessuno gliel’ha mai fatto sapere. È il solo, l’afflitto, l’abbandonato da tutti, lo sfruttato da una società che mette al centro il profitto e distrugge la dignità della persona umana. È anche il bambino, l’adolescente e il giovane che deve essere custodito e aiutato a crescere in sapienza e grazia, con tanta pazienza e misericordia, ma anche con quella fermezza che discerne il bene dal male con la spada del Vangelo che separa con taglio netto ciò che è volontà di Dio e ciò che non lo è.

Gli “spensierati di Sion, distesi su letti di avorio e sdraiati sui loro divani, che mangiano cibi succulenti, canterellano al suono dell’arpa, bevono vino in larghe coppe e si ungono con gli unguenti più raffinati, ma non si preoccupano della rovina di Giuseppe” (cf. Am 6,1-7) potremmo essere noi, se attacchiamo il cuore alle comodità e ci trinceriamo nel nostro angusto mondo interiore per non andare verso chi è piagato nel corpo e nello spirito come il povero Lazzaro.

Potremmo essere noi se viviamo una vita senza amore verso coloro che incontriamo ogni giorno e magari spesso giudichiamo e condanniamo dall’alto dei troni di argilla che ci siamo costruiti con abilità.

Bisogna che tutti apriamo gli occhi e iniziamo a pensarci come strumenti della provvidenza divina, membra vive del corpo di Cristo che è la Chiesa perché ogni uomo possa incontrare attraverso noi il divin Maestro e sperimentare la potenza meravigliosa del suo amore che vuole la salvezza di tutti.

Non è difficile. Non dobbiamo fare cose impossibili. Basta un po’ di buona volontà e un cuore che sa lasciarsi creare ogni giorno dallo Spirito Santo ad immagine del cuore di Cristo, mite e umile, paziente e misericordioso, sapiente e ricco di grazia.

Basta prendere coscienza che mentre noi aiutiamo il povero Lazzaro, lui aiuta noi, perché paradossalmente è proprio lui, quella persona che il Signore ha messo al nostro fianco, per quanto piena di difetti o di piaghe purulente, la chiave del Regno dei cieli.

Che la Vergine Maria ci prenda per mano e ci faccia vincere ogni dubbio, paura, reticenza affinché ognuno di noi possa essere oggi trasparenza viva di Cristo per tutti coloro che incontra nel suo cammino e un giorno abitare per sempre nella luce eterna del Paradiso, insieme agli Angeli e ai Santi.

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