La pace vera è dono del Risorto – II Domenica di Pasqua (C)

La pace vera è dono del Risorto – II Domenica di Pasqua (C)

Ogni uomo che vive sotto il cielo desidera, nel profondo del suo cuore, la pace. Essa è quanto mai preziosa, perché una vita senza pace diventa assai complicata, pesante, invivibile.

Accade però che la pace venga fraintesa nel suo altissimo significato e cercata attraverso vie che non conducono ad essa. Pensiamo ad esempio a quanti confondono la pace con lo “sballo” che nasce dall’uso di droghe e dal consumo di alcolici e superalcolici in quantità smisurata, con il divertimento sfrenato e senza alcuna regola, con le emozioni forti procurate dagli sport estremi che diventano occasioni per mettere a repentaglio la propria vita, con la trasgressione dei Comandamenti del Signore o con una vita affogata nei vizi.

La pace non è tutto questo. Essa è qualcosa di molto diverso, che non può essere né compresa né assaporata senza una visione di fede della vita e della storia. Chi separa la pace da Colui che soltanto può donarla è fuoristrada:

«La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”» (Gv 20,19-21).

Separare la pace da Gesù, crocifisso e risorto, vivente in mezzo a noi e Signore della storia, è errore madornale da fuggire ad ogni costo.

Personalmente credo che il passo della Sacra Scrittura che più facilmente può farci comprendere cos’è la pace e come averla nel cuore è il Salmo 23(22), che non è il Salmo dei defunti, ma dei vivi:

«Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla. Su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Rinfranca l’anima mia, mi guida per il giusto cammino a motivo del suo nome. Anche se vado per una valle oscura, non temo alcun male, perché tu sei con me. Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza…» (Sal 23).

Si è in pace se si cammina con Gesù Buon Pastore tutti i giorni della propria vita, se ci si abbandona al suo amore sapiente, se ci si lascia condurre dalla sua volontà, se ci si fida di lui più che di se stessi e si crede nella sua onnipotenza creatrice, fonte di speranza invincibile.

È allora che si mettono da parte i propri pensieri e ci si fa sordi dinanzi alle voci stridenti del mondo che portano scompiglio e turbamento nel cuore e nella mente.

È allora che si vincono insicurezze e paure e non si teme alcun male anche in una valle oscura, perché si è certi di essere custoditi dall’Onnipotente, avvolti dalla sua luce e sorretti dal suo vincastro che dona sicurezza.

È allora che si assapora la gioia delle piccole cose, nella semplicità e nella perfetta letizia di coloro che si accontentano dell’essenziale e hanno occhi per contemplare le meraviglie di Dio nel creato e nella storia.

È allora che non si lascia il passo all’inquietudine del cuore, perché si impara dal divin Maestro a prendere ogni giorno la propria croce, con umiltà e mitezza, sapendo che è questa la via della perfezione che conduce alla gioia del Paradiso.

La pace è legame indissolubile con Gesù risorto. È comunione di vita con lui, lontani da ogni peccato e con il desiderio vivo nel cuore di fare “qualsiasi cosa lui chieda”. È la pace che hanno conosciuto e conoscono i Santi, e che anche noi possiamo conoscere se ci sforziamo di imitarli ogni giorno.

La Vergine Maria, Regina del Cielo e della terra, ci custodisca nel suo abbraccio materno e ci preservi dall’allontanarci dal suo Figlio Gesù, nostra Speranza e nostra Pace.

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