«Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (Is 9,1).
Queste parole del profeta Isaia dicono a noi chi è quel Bambino che nasce in un’umile capanna a Betlemme: è la Luce che rifulge per rischiarare le tenebre che avvolgono l’umanità. Esse sono tenebre molto fitte, che rendono assai difficile, se non impossibile, la conoscenza della verità.
L’uomo di ogni tempo, senza Cristo e la sua luce, non si conosce e non si ama. Brancola nel buio e viene risucchiato dall’illusione e dall’immoralità. La falsità lo confonde e lo conquista, utilizzando ogni mezzo per farne uno strumento di morte e sofferenza.
È Cristo, e nessun altro, che rivela all’uomo il mistero dell’uomo. Gli fa comprendere che è creatura ferita mortalmente dal peccato e pertanto bisognosa di redenzione. Gli fa comprendere che senza il sostegno della grazia è un tralcio secco che non può fare alcun frutto di bene. Gli fa comprendere che la sua vocazione è all’eternità beata e non alla polvere e alla cenere.
Il Creatore si fa Bambino fragile per entrare in dialogo con l’uomo, per mostrargli quanto grande è l’amore del Padre che vuole la sua salvezza:
«Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo» (Eb 1,1-2).
Il Natale è invito a lasciarsi illuminare da Gesù, dal suo Vangelo, dalla sua Parola che rivela il senso della storia e dell’esistenza umana. È invito ad ascoltare la voce del Redentore che tanto ci ama.
Dinanzi a lui non dobbiamo fuggire come fece Adamo dopo aver mangiato dell’albero proibito.
Gesù sa che non siamo perfetti e che spesso preferiamo le tenebre alla luce, ma ci viene a cercare per risanarci e rivestirci di grazia e verità.
Chi nasce a Betlemme non viene a condannarci, ma a perdonarci perché possiamo ricominciare a vivere e sperare. Se fuggiamo dinanzi a Cristo, siamo noi che ci condanniamo da noi stessi. Solo lui è la nostra salvezza, la nostra pace, la nostra vita. Senza di lui, dove andremo? Lui solo ha parole di vita eterna!
Gesù vuole perdonare il nostro peccato e toglierlo dal nostro cuore, dal nostro corpo, dalla nostra anima, ma ha bisogno della nostra collaborazione. Se avremo fede in lui, se crederemo nel suo amore, se passeremo dalla disobbedienza all’obbedienza alla sua santa legge, nasceremo in Cristo a vita nuova.
Il Natale è la nascita di Gesù, ma deve essere anche la nascita del cristiano, che si lascia illuminare dalla luce della verità e rigenerare dalla potenza salvifica della grazia.
Non fuggiamo dunque dinanzi al Bambino divino che viene a salvarci. Andiamo incontro a lui come i pastori e i Magi, e non lasciamoci ingannare dal cattivo Erode che vorrebbe uccidere Gesù e impedire che nasca nel nostro cuore.
Solo Gesù è il nostro Redentore. Solo lui è la nostra Speranza. Solo lui è la luce del mondo che dirada le tenebre che avvolgono l’umanità.
Questo Natale sia per tutti l’inizio di una nuova vita, vita di grazia, vita di verità, vita di amore.
Ci aiuti la Vergine Maria, Madre del Figlio dell’Altissimo, e mandi su di noi un raggio della luce divina.
Buon Natale!