L’unico Redentore dell’uomo

L’unico Redentore dell’uomo

Cristo Gesù è l’unico Redentore dell’uomo. Non ve ne sono altri né mai ve ne saranno. Solo Lui è il Crocifisso Risorto, colui che è passato attraverso la grande tribolazione, ha conosciuto la morte, ha inchiodato il peccato sulla croce ed è risorto al terzo giorno.

Solo lui è il buon Pastore che ama le sue pecorelle e dà la vita per loro, senza risparmiarsi in nulla e con quella capacità, che è solo sua, di condurle ai pascoli erbosi della vita eterna.

Per tale motivo ogni discepolo del Signore deve necessariamente annunciare, con San Pietro, che «in nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (At 4,12).

Dire che solo Cristo Gesù è il Redentore, equivale a dire che solo nella sua volontà e nella sua Parola c’è salvezza. L’obbedienza è tutto per noi. La sottomissione ad ogni suo comando d’amore è essenza della nostra vita e fonte di pace.

Se ci amiamo gli uni gli altri, dobbiamo aiutarci a rimanere saldi e a crescere ogni giorno in questa fede. Anche se il mondo vorrebbe che pensassimo diversamente, non dobbiamo desistere. Ne va della nostra felicità su questa terra e, un giorno, della nostra salvezza eterna.

Cadere dalla fede in Cristo, nella sua Parola, nella sua Chiesa, nel suo amore, è tentazione assai pericolosa. È la stessa tentazione che il serpente inoculò nel cuore di Eva, facendole pensare che Dio era geloso di lei e del marito. È la stessa tentazione che vuole rubarci la pace del cuore prospettandoci un progetto di vita contrario a quello celeste.

Noi che siamo discepoli di Gesù dobbiamo “fare quadrato” contro gli eserciti agguerriti del principe delle tenebre, incoraggiandoci a vicenda, con le parole e con l’esempio, e pregando gli uni per gli altri senza stancarci. La comunione è la nostra forza e la comunione è nella professione dell’unica fede e in quel cercarci gli uni gli altri perché mai trionfi la solitudine, che pure fa parte della nostra vita.

Ognuno di noi dovrebbe avere, per ogni fratello e sorella che condivide il nostro cammino, gli occhi amorevoli e prevenienti della Vergine Maria che a Cana di Galilea ha visto le giare vuote e ha chiesto a Gesù di intervenire con la sua onnipotenza. Ella non si è distratta, non è rimasta inerme dinanzi al pericolo e con prontezza si è fatta Mediatrice tra il Cielo e la terra, la terra e il Cielo.

Come Lei, anche noi, dobbiamo vedere le necessità di coloro che ci sono accanto e quasi prevenirle affinché il vino della gioia e della fede mai finisca.

Rimanere uniti è quanto mai necessario. Non isolarsi nelle proprie sofferenze o quando il dubbio bussa alla porta del cuore è strategia vincente che non dobbiamo mai mettere da parte.

Il nemico è astuto e vuole risucchiarci nel vortice dei suoi pensieri, ma noi non dobbiamo permetterglielo.

Se siamo più forti, dobbiamo aiutare chi è debole. Se ci accorgiamo di essere deboli, dobbiamo lasciarci aiutare da chi è più forte. Senza tentennamenti e senza vergogna alcuna, perché siamo tutti sulla stessa barca e abbiamo tutti bisogno gli uni degli altri.

La nostra fede in Cristo unico Redentore e nella sua volontà e Parola di vita è sempre sotto attacco, ma la battaglia si vince. Si deve vincere. Con coraggio, determinazione, forza d’animo, grande mitezza e serenità.

La preghiera ci aiuterà sempre, perché il Cielo non ci abbandona e sempre viene in nostro aiuto, se lo invochiamo. La comunione vicendevole non deve mai mancare, perché è legge scritta dal Creatore nella nostra natura e nella vita della Chiesa.

Non permettiamo che il pensiero del mondo trionfi su di noi! Facciamo quadrato e non temiamo nulla, perché “nulla è impossibile a Dio e a coloro che credono in lui”.

Ci aiuti la Vergine Maria, che tanto ci ama con cuore di Madre, e come alle nozze di Cana chieda al suo Figlio Gesù quelle grazie di cui abbiamo bisogno e che noi spesso neanche vediamo.

Clicca sul link seguente per la Liturgia della IV Domenica di Pasqua (B)