Le tre parabole della misericordia – XXIV Domenica Ord (C)

Le tre parabole della misericordia – XXIV Domenica Ord (C)

Le tre parabole della misericordia, che la Chiesa ci invita a meditare questa Domenica, dicono a noi quale dev’essere l’atteggiamento del cristiano dinanzi al peccatore, e in verità dinanzi ad ogni uomo che vive sotto il Cielo.

L’atteggiamento è uno solo: il desiderio di salvezza per tutti, nessuno escluso. In fondo è l’atteggiamento del Padre celeste nei nostri confronti. Lui ci vede peccatori, testardi e cocciuti, ma non per questo ci stermina nella sua ira o si dimentica di noi. Egli ha pazienza e attende la nostra conversione, anzi per essa si adopera giorno e notte, pensando sempre vie nuove per attrarci a sé.

Dinanzi all’umanità che decise e decide di andare in esilio, lontano dalla sua Casa, e non di rado abita i moderni porcili in cui il fetore del male stordisce mente e cuore, lui non se ne sta con le mani in mano. Ha dato al mondo il suo Figlio unigenito e l’ha consegnato alla croce, e ancora oggi suscita nella Chiesa uomini e donne pronti al sacrificio di sé perché la luce trionfi sulle tenebre.

Il Padre dei cieli è simile al pastore che perde una pecora e non si dà pace finché non la trova. Per essa si mette in movimento e la va a cercare, perché non vuole che sia sbranata dai lupi famelici che affollano le strade del mondo (cf. Lc 15,4-7). È simile alla donna che perde una moneta e spazza tutta la casa per trovarla, perché quella moneta è assai preziosa e per essa vale la pena spendere tempo ed energie senza alcuna riserva (cf. Lc 15,8-10).

Il cristiano, che è diventato figlio di Dio nelle acque del Battesimo, deve mostrare al mondo intero la misericordia del Padre che lo ha generato nello Spirito Santo ad immagine di Cristo Gesù.

Non può essere un cristiano permaloso, attaccabrighe, iracondo, rancoroso, pronto al giudizio e alla condanna di tutti, linguacciuto e criticone. Non può essere cattivo, malvagio e iniquo. Non può lasciarsi prendere dalla gelosia e dall’invidia quando chi sbaglia si ravvede e decide di cambiare vita perché ha capito che solo in Dio, nella sua Casa, nella sua volontà, è la nostra pace.

Non può essere come il figlio maggiore della parabola, che è triste perché il fratello – che neanche riconosce come tale – è tornato dal suo viaggio tenebroso e addirittura considera scellerato l’operato del Padre che lo accoglie e chiama i servi per ridonargli la dignità perduta:

«Il fratello maggiore [tornato dai campi e udite le musiche] si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”» (Lc 15,28-30).

Il cristiano deve necessariamente mettersi a disposizione perché tutti possano salvarsi. Non solo deve far festa quando il peccatore torna sulla retta via. Deve anche andare lui stesso a cercare la pecorella smarrita e una volta trovata la deve ricondurre all’ovile che è la Chiesa di nostro Signore.

Nelle nostre Parrocchie c’è bisogno di cristiani missionari e amorevoli, e non di persone viziate e pigre che vogliono tutto e non fanno niente per condurre altri a salvezza. Le Parrocchie devono essere scuole di autentica carità missionaria, che educano alla e nella fede e sono capaci di “sfornare” i Santi dei tempi moderni.

Tocca a ciascuno di noi adoperarsi in tal senso. Da questa opera dipende il futuro della Chiesa e dell’umanità.

Coraggio allora, mettiamoci a lavoro! Sorreggiamoci a vicenda e lavoriamo in sinergia perché ogni uomo conosca l’amore di Dio, la sua potenza salvatrice, la bellezza del suo Vangelo, la ricchezza della sua grazia. Facciamo anche noi festa quando un peccatore torna pentito e vuole cambiare vita, e aiutiamolo a risollevarsi per ricominciare a vivere e sperare.

Ci aiuti la Vergine Maria, ci prenda per mano, ci ottenga un cuore puro e ricco di misericordia.

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