La Parrocchia

La Parrocchia

Il discepolo di Gesù non può camminare da solo. Egli è pienamente inserito nel corpo ecclesiale in virtù del Battesimo ed è chiamato a vivere e ad operare in perfetta comunione con tutta la Chiesa.

Ella è per lui Madre e Maestra. È Madre perché dal suo grembo, per opera dello Spirito Santo e per la mediazione del ministro ordinato, è divenuto figlio di Dio in Cristo. È Maestra perché deve essere Lei a guidarlo costantemente verso la piena maturità nella fede al fine di renderlo sempre più strumento di salvezza per il mondo intero.

Discepolo del Signore e Chiesa non sono separabili. Non lo sono in quanto ad origine né in quanto a cammino quotidiano di conversione. Se manca la comunione con la Chiesa, si è tralci secchi, separati dalla vera Vite, che non possono in nessun modo produrre frutti graditi a Dio.

Questo oggi va detto e sottolineato con forza, perché sono molti coloro che pensano ad una relazione diretta con Dio, che esclude sia Cristo Gesù sia il corpo ecclesiale. Ed è questo uno dei motivi fondamentali che rallentano o addirittura ostacolano potentemente la missione salvifica che Gesù ha affidato al cristiano.

La Chiesa tuttavia non è una massa informe e indefinita di fedeli. Essa ha una struttura precisa, voluta dal suo divino Fondatore e disciplinata dal Diritto Canonico. Tale struttura – se interpretata e rispettata nella retta fede – le assicura l’ordine necessario perché tutto sia fatto in santità di vita. La confusione dei ruoli, l’autoreferenzialità, il disordine, la mancanza di chiarezza in quanto a competenze e responsabilità di ciascuno dei suoi membri, e ogni altra deficienza che favorisce il caos, non sono né di Dio né del cristiano né della Chiesa. Sono pastoie sataniche che vogliono solo deresponsabilizzare tutti e giustificare l’inefficienza in ordine all’evangelizzazione dei popoli.

Proprio per tale motivo, la Parrocchia è parte essenziale della Chiesa. Essa non può essere messa tra parentesi. Non può esserlo oggi, non potrà esserlo domani.

È vera quella conversione che rende il cuore del cristiano capace di amare la propria Parrocchia, di inserirsi attivamente in essa, di agire in essa con responsabilità e sana creatività affinché ogni attività parrocchiale conduca molte anime a Cristo, di mettere a frutto i propri carismi sotto la potente mozione dello Spirito Santo, di sostenere i propri Parroci nella loro delicata missione, di camminare in comunione con tutti coloro che sono parte dello stesso gregge.

Camminare da soli in nome di una falsa concezione di libertà, essere cristiani girovaghi che solo occasionalmente frequentano la propria Parrocchia, è camminare con i propri pensieri e fare ben poco per l’edificazione del Regno di Dio.

Amare la propria Parrocchia e lavorare con zelo nella Vigna del Signore, obbedendo per la fede ai Parroci e sforzandosi di costruire ogni giorno la comunione ecclesiale, è fonte di perenne benedizione del Cielo.

Con la Parrocchia, per certi versi, si fa una vera e propria alleanza che va rispettata. È un’alleanza che a volte è anche impegnativa e richiede sacrificio e abnegazione. Ma è in questa alleanza la vita. Essa è stipulata primo di tutto con Gesù Signore e con la Vergine Maria, e poi con la Chiesa, il Parroco, gli stessi fedeli con cui si è fratelli e sorelle nella fede.

Questa alleanza non può essere sciolta con superficialità. Non può essere dichiarata nulla quando non conviene rimboccarsi le maniche per remare sulla barca di Pietro. Non può essere ignorata. Essa va accolta e rinsaldata ogni volta che si celebra la Santa Messa, perché si cresca ogni giorno di più nel compimento perfetto della volontà di Dio.

È il Signore infatti, e non l’uomo, che chiama ciascuno a lavorare in una particolare Parrocchia, in un particolare luogo, tra una particolare porzione del popolo di Dio, secondo specifiche responsabilità legate alla propria vocazione e ai propri carismi e ministeri.

Fuori da una visione di fede, però, questo non può essere né compreso né realizzato. Si continuerà ad andare di qua e di là in cerca della Parrocchia perfetta che non esiste.

Gesù ha bisogno di tutti. E dobbiamo dire a lui il nostro “sì”. Ma se si pensa di vivere questo “sì” senza un preciso legame parrocchiale – che dice anche legame con il proprio Parroco, presenza visibile di Cristo buon Pastore – si è pecorelle smarrite, se non addirittura pecorelle svogliate, viziate e viziose, che non hanno nessuna voglia di convertirsi per aiutare altri a conoscere la via della salvezza.

Che la Vergine Maria, Madre della Chiesa, aiuti ciascuno ad amare la propria Parrocchia e a far sì che in essa si possa sperimentare l’amore di Dio e assaporare la bellezza del suo Vangelo.

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