L’atto di misericordia più perfetto – II Pasqua (C)

L’atto di misericordia più perfetto – II Pasqua (C)

Chi è risorto con Cristo diventa suo testimone nel mondo, annunciatore del Vangelo e immagine viva del suo amore ovunque egli viva.

Non può farne a meno, perché nel suo cuore arde il desiderio di condurre tutti e ciascuno all’incontro con Gesù, il Maestro buono che indica la via della vera felicità, il Redentore dell’uomo che libera dal male, lo Sposo dell’anima che ti fa sentire bene con il suo amore incondizionato, l’Amico fedele che comprende le tue afflizioni e mai ti tradisce.

Chi è risorto con Cristo sa che condurre quante più persone possibili ad incontrare Gesù è l’atto di misericordia più perfetto che si possa fare, il dono più prezioso, la gioia più grande da vivere e trasmettere. Ecco perché non sta a guardare mentre il mondo va alla deriva, ma mette in moto la sua intelligenza per trovare nello Spirito Santo vie sempre nuove e attuali al fine di dare testimonianza alla Verità.

Costui, come l’Apostolo Paolo, «si affatica e lotta con la forza che viene dall’Alto e agisce con potenza in chi ha fede per annunciare il Vangelo, ammonire e istruire con ogni sapienza, al fine di rendere ogni uomo perfetto in Cristo» (cf. Col 1,28-29). Non lascia i suoi amici, e neanche i suoi nemici, nelle tenebre dell’ignoranza. Non li lascia nel sepolcro del peccato, ma fa tutto ciò che è in suo potere per aiutarli a incontrare il Risorto per divenire in Lui nuove creature.

Il periodo pasquale, che la Chiesa celebra fino a Pentecoste, presenta a noi una miriade di passi scritturistici che ci spronano alla missione, ci invitano costantemente a vincere l’indifferenza, la pigrizia, l’indecisione e ogni altro condizionamento, interno ed esterno, che potrebbe impedirci di far risuonare il Vangelo fino agli estremi confini della Terra in parole ed opere.

Con questi passi biblici dobbiamo confrontarci con onestà, di volta in volta, e capire se abbiamo veramente a cuore la salvezza nostra e di tutti, chiedendoci cosa stiamo facendo per far sì che Gesù Risorto possa incontrare, anche per mezzo nostro, gli uomini e le donne del nostro tempo.

La missione è essenza della Chiesa ed è strettamente legata alla misericordia, perché essere misericordiosi non è possibile se non si dona Cristo, la sua Parola, la sua grazia. La missione è compito di ciascun battezzato, anche se poi si declina in modalità differenti e secondo specifiche responsabilità a seconda del ruolo che si occupa, del ministero ricevuto, dei carismi di cui si è stati arricchiti dallo Spirito Santo.

Condurre a Cristo, rendere possibile l’incontro da cuore a cuore con Lui, è l’opera che spetta a noi cristiani. Bisogna che ci adoperiamo con entusiasmo affinché tutti sappiano che Gesù ha vinto la morte, vive per sempre e vuole abitare in ogni cuore per ricolmarlo di verità e di pace.

Ognuno di noi sia come le donne che «abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande corsero a dare l’annuncio della resurrezione ai discepoli» (cf. Mt 28,1-10)! Sia come Pietro e gli altri apostoli che dissero a Tommaso: «Abbiamo visto il Signore!» (Gv 20,25)! Sia come coloro che nel corso dei secoli hanno aiutato molti a convertirsi al Vangelo e a diventare discepoli di Gesù crocifisso e risorto, unico vero Maestro!

La missione non è facile, perché in ogni tempo c’è gente iniqua che si oppone risolutamente alla Verità e vuole lapidare chi proclama la resurrezione del Signore. Ma questo non deve meravigliare, né deve farci cadere in crisi. Piuttosto deve condurre a vivere con serenità l’ultima delle Beatitudini, che è in fondo quella che accredita il cristiano e lo rende autentico: «Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi» (Mt 5,11-12).

Così è stato per Giovanni l’Apostolo relegato nell’isola di Patmos «a causa della Parola di Dio e della testimonianza di Gesù» (Ap 1,9). Così sarà per coloro che vogliono che Cristo risorto continui a parlare e ad operare con potenza di Spirito Santo in ogni dove per la salvezza di quanti crederanno in Lui.

E allora, coraggio! Come ci esorta a fare la lettera agli Ebrei: «circondati da tale moltitudine di testimoni, avendo deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento. Egli, di fronte alla gioia che gli era posta dinanzi, si sottopose alla croce, disprezzando il disonore, e siede alla destra del trono di Dio. […] Non abbiamo ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato» (cf. Eb 1,1-4) e abbiamo ancora molto da fare perché per mezzo nostro il Signore risorto trionfi con il suo amore che salva e redime.

Ci aiuti la Vergine Maria, nostra Madre e Regina, e ci renda testimoni intrepidi ed entusiasti del suo Figlio per tutti i giorni della nostra vita.

 

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