Il Signore resiste ai superbi e innalza gli umili. Egli gradisce quanti vivono le loro giornate costantemente rivolti verso di lui, chiedendogli che li assista, li guidi, dia loro la forza necessaria per fare sempre la sua volontà, li riporti sulla retta via se percorrono sentieri sbagliati.
L’umile sa di aver bisogno della grazia di Dio in ogni istante, e se si accorge che qualcosa di buono riesce a fare nella sua vita, ringrazia il Signore e lo benedice, perché ha rivolto su di lui il suo sguardo e ha operato in lui le sue meraviglie.
L’esempio più eloquente che salta agli occhi, in questa luce, è la Vergine Maria. Ella ha cantato nel Magnificat la misericordia dell’Onnipotente che l’ha scelta dall’alto dei cieli e ha voluto ricolmarla dei suoi beni, l’ha resa Madre di Gesù e Fortezza inespugnabile contro le insidie del Maligno. E questo ha potuto fare perché Maria non ha opposto resistenza all’azione dello Spirito Santo. Si è consegnata totalmente a lui e tutto ha fatto nella perfetta obbedienza e povertà in spirito.
Veramente Maria ha vissuto la parabola che Gesù racconta nel Vangelo di questa Domenica:
«Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: “Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cedigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”» (Lc 14,7-11).
Gesù chiede a noi di non scegliere i primi posti, ma di accogliere il posto che il Padre celeste ha deciso di assegnarci nella sua sapienza eterna. Noi siamo ciechi. Non conosciamo noi stessi, né la storia nelle sue profondità, né il mistero di coloro che ci stanno accanto. Mettersi al posto sbagliato, mossi dalla nostra concupiscenza, dalla nostra superbia, dal nostro orgoglio, dalle mode del momento e persino dalla volontà di altri che tendono a indurci a realizzare i progetti che hanno su di noi, è grande stoltezza.
Se il Signore ci ha pensati e creati per stare in un luogo e non altrove, per svolgere un ministero anziché un altro, se ci ha dato particolari carismi che servono per un fine specifico che lui ha pensato, è seguendo questa particolare sua volontà che noi ci realizziamo e siamo utili alla storia della salvezza. Pensarci da noi stessi o lasciare che gli altri ci pensino secondo il loro cuore, non serve a noi e non serve agli altri.
Da qui la necessità di chiedere sempre allo Spirito Santo che ci indichi la via giusta, il posto da occupare nel suo progetto di amore. E questo dobbiamo fare lasciandoci aiutare da chi di competenza, quando necessario, nel confronto sereno e nella costante ricerca della volontà di Dio.
L’umiltà è una grande virtù di cui tutti abbiamo bisogno. Chiediamola al Signore ogni giorno ed esercitiamoci in essa.
Il Signore resiste ai superbi e innalza gli umili, non lo dimentichiamo. È lui che deve poter fare di noi ciò che vuole. Deve poterci muovere e plasmare secondo il suo misterioso progetto di amore, ma noi dobbiamo permettergli di farlo.
Non è difficile. Basta pregare ogni giorno, e in particolare quando la tentazione di farci “signori” della nostra vita bussa alla porta del nostro cuore. Non è impossibile. Basta credere che la sua sapienza supera di gran lunga la nostra stoltezza e i suoi progetti sono perfetti, perciò non serve imbrattarli con i nostri scarabocchi.
Diventiamo umili e coltiviamo l’umiltà! L’amore di Dio ci avvolgerà con la sua Ombra e anche con noi l’Onnipotente farà grandi cose.
Ci aiuti la Vergine Santa, e ci ottenga la grazia di poter cantare insieme a Lei il Magnificat della nostra Redenzione e salvezza.
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